Si chiama Padova Urbs Picta la candidatura di Padova al patrimonio Unesco, espressione che vuole indicare una caratteristica specifica della città di Padova: essere capitale mondiale della pittura del Trecento. Straordinario scrigno di otto luoghi unici, candidatura italiana alla World Heritage List UNESCO. Raccontano, questi siti artistici che si trovano tutti nel centro di Padova, la storia della città veneta di quel periodo grazie a straordinari cicli pittorici ad affresco che in otto tappe costruiscono il percorso che si è voluto presentare. Non una candidatura singola ma tante candidature messe insieme per un progetto unico e molto competitivo.
Come la definiscono i proponenti, “una sfida”, perché non esistono simili candidature e riconoscimenti nella storia dell’Unesco. Questo patrimonio storico artistico mette insieme realtà differenti, pubbliche e private, laiche e religiose. Il filo rosso che le lega non è solo la necessità di tutelarle, ma anche quella di poterle “consegnare” il più possibile integre alle future generazioni. Non solo di Padova e dell’Italia ma di tutto il mondo.
La Cappella degli Scrovegni, apripista della candidatura di Padova al patrimonio Unesco
La candidatura parte da quella che si può considerare la Sistina trecentesca di Padova, la Cappella degli Scrovegni. Affrescata da Giotto e capolavoro inestimabile della pittura del Trecento. Giotto parte da Assisi, fa tappa a Rimini e arriva a Padova che in quegli anni era una città florida e molto ricca. Lavora alla chiesa del Santo e al Palazzo della Ragione, poi riceve questa committenza privata da Enrico Scrovegni.
La cappella viene affrescata tra il 1303 e il 1305. In un trionfo di azzurri Giotto racconta in pittura, con affreschi che ricoprono tutte le pareti, la storia della Vergine e di Cristo. La narrazione si chiude con un grandioso Giudizio Universale sulla controfacciata della Cappella. L’opera è considerata uno dei massimi capolavori dell’arte occidentale.
Gli Eremitani, il Palazzo della Ragione e la Reggia Carrarese
Attorno a questo straordinario “apripista”, gli altri siti artistici padovani che hanno portato alla candidatura Unesco. A cominciare dalla medievale Chiesa degli Eremitani, nella piazza omonima, che in quegli anni era la chiesa più ornata di affreschi di tutta la città. Si presenta come una vera e propria storia della pittura trecentesca di Padova. E poi il Palazzo della Ragione, sito laico e uno dei simboli della città, fra i più grandi ambienti coperti d’Italia.
Distrutto da un incendio nel Quattrocento il ciclo pittorico attribuito a Giotto, il Palazzo è decorato con una grandiosa serie di affreschi completati tra il 1425 e il 1440. Era sede dei tribunali cittadini e del mercato coperto di Padova. Quarto sito, la cappella della Reggia Carrarese, attuale sede dell’Accademia Galileiana di Scienze, Lettere e Arti. Le sue ricche e pregiate decorazioni sono l’immagine, e l’espressione, del potere che all’epoca aveva la Signoria Carrarese. E’ stata realizzata tra il 1339 e il 1343.
Nella Basilica e nel Convento del Santo le prime testimonianze di Giotto a Padova
Il Battistero della Cattedrale, proprio accanto al Duomo, si trova in uno spazio interamente ricoperto di affreschi dedicati alla storia della salvezza. Il ciclo rappresenta il capolavoro assoluto di Giusto de Menabuoi. Spostiamoci nella Basilica e nel Convento di Sant’Antonio, luogo simbolo di Padova, dove si conservano le prime testimonianze della presenza di Giotto in città. Nella Basilica sono inoltre presenti i maggiori protagonisti della storia dell’affresco padovano del Trecento.
L’Oratorio di San Michele e quello di San Giorgio
Ancora due siti per completare la proposta di questa candidatura congiunta. Restiamo in zona, nella piazza del Santo, con gli affreschi dell’Oratorio di San Giorgio, ciclo pittorico dipinto da Altichiero da Zevio che ne ha decorato completamente le pareti interne. E ancora, in questo straordinario viaggio nell’arte del Trecento, l’Oratorio di San Michele, quanto rimane dell’antica chiesa dei Santi Arcangeli. Si trova fuori dalle mura più antiche della città e ospita al suo interno una cappella completamente affrescata da Jacopo da Verona. Questo ciclo pittorico ruota attorno alla vita della Madonna. Rappresenta, come vuole indicare Padova Urbs Picta, “l’ultimo brano della storia della pittura ad affresco nella Padova di fine Trecento dove si portano a compimento tutte le novità introdotte da Giotto”.
Rapidissimo excursus in un percorso culturale unico al mondo che caratterizza la candidatura di Padova alla World Heritage List UNESCO. Senza dimenticare che questo angolo di Veneto ha già avuto un importante riconoscimento dall’esclusivo club mondiale. Quello andato, nel 1997, all’orto Botanico dell’Università di Padova, già iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco come bene culturale.