Paolo Borsellino, un italiano di cui essere fieri.

Quando parliamo di italianità non dobbiamo pensare solo ai tanti temi di natura commerciale, alle varie storie di folli viaggiatori o ai nostri successi oltre confine, ma a tutto ciò che promuove il concetto di italianità. A tutto ciò che ci rende fieri di essere italiani.
Non sarà forse in linea con i precedenti articoli, ma oggi vogliamo parlarvi, o quantomeno menzionare, uno dei simboli della nostra Italia, nonché della legalità e della lotta alla criminalità organizzata. Oggi vogliamo parlarvi di Paolo Borsellino.
Cade in questi giorni l’anniversario della scomparsa del Magistrato e della sua scorta in quella da molti conosciuta come la strage di via D’Amelio, avvenuta il 19 luglio del 1992 per mano di Cosa Nostra.Forse i più giovani o i meno informati non conoscono del tutto la storia di una delle figure italiane più importanti degli ultimi 30 anni, ed è quindi giusto ricordarne alcuni passaggi.

Paolo Borsellino

i due giudici che hanno combattuto la mafia siciliana

Paolo Borsellino, con l’aiuto del Giudice Giovanni Falcone, ha letteralmente rivoluzionato il modo di combattere la mafia, individuando quelli che erano, e sono tuttora, i punti deboli di una delle organizzazioni criminali più attive e pericolose dell’ultimo secolo.
Secondo Borsellino per combattere un tale male non ci si doveva limitare ad un’opera repressiva, ma mettere in moto un movimento culturale che faceva forza su solidi principi morali e su una grande conoscenza del problema. L’ignoranza era infatti vista dal Magistrato come una minaccia ben più pericolosa di una semplice pistola, e sconfiggerla significava ridurre e annientare il potere di Cosa Nostra.
La lotta contro la criminalità per Borsellino ha inizio già negli anni Sessanta.
Dopo la laurea in Giurisprudenza, il giovane palermitano partecipò al concorso per entrare nella magistratura italiana, classificandosi al venticinquesimo posto su oltre 170 messi a bando. Il piazzamento gli permise di ottenere la carica di Magistrato. Una carica resa ancor più preziosa dal fatto di essere il più giovane italiano a ricoprire tale ruolo.
Dopo anni di battaglie silenziose Borsellino venne inserito, insieme a Falcone e ad altri giudici, nel Pool Antimafia, ovvero in quel gruppo di giudici che si sarebbero occupati esclusivamente dei reati di stampo mafioso. Tale scelta fu una conseguenza del Maxiprocesso di Palermo per ovviare alla grande mole di lavoro che esso richiedeva. Alla fine del processo di primo grado, chiuso il 16 dicembre 1987, si contarono infatti più di 340 condanne e ben 19 ergastoli.
Il Maxiprocesso attirò sui suoi protagonisti le attenzioni dei media e soprattutto quelle di Cosa Nostra, che vide in quei giudici una grave minaccia contro la propria attività.
Si susseguirono una serie di attentati contro le figure di spicco nella lotta contro la mafia e non solo.
Giovanni Falcone fu una delle prime vittime nella tristemente famosa Strage di Capaci, in cui persero la vita oltre al Giudice anche la moglie e i tre membri della scorta. L’attentato ebbe luogo il 23 maggio 1992 lungo l’autostrada A29, in zona Capaci.
Il 19 luglio 1992 toccò invece a Paolo Borsellino pagare il conto delle sue battaglie.
Una Fiat 126 imbottita di esplosivo venne parcheggiata sotto l’abitazione della madre del Magistrato. Al momento del passaggio di Borsellino e della sua scorta, attraverso un congegno a distanza, il veicolo esplose uccidendo all’istante Borsellino e cinque agenti che lo accompagnavano
La morte suscitò clamore in tutto il Paese, svegliando forse troppo tardi le istituzioni, le alte cariche dello Stato e la gente comune da quel sonno durato tutta una vita.
Si susseguirono nei mesi e negli anni seguenti indagini, accuse e ipotesi, ma ancora oggi non sono chiare le dinamiche e i responsabili dell’attentato. L’unica certezza è che fu un gesto voluto fortemente da quel nemico che Borsellino stava cercando di estirpare dalla sua terra con tutte le sue forze. Un nemico che alla fine è riuscito nel suo intento.
E a morire non fu solo un uomo di legge, ma un simbolo della lotta contro la mafia e grande motivo d’orgoglio per ogni italiano.

 

 

Paolo Borsellino: magistrato italiano ultima modifica: 2016-07-19T20:07:40+02:00 da Gabriele Roberti
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Paolo Borsellino: magistrato italiano
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Paolo Borsellino: magistrato italiano
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La lotta contro la criminalità per Borsellino ha inizio già negli anni Sessanta. Dopo la laurea in Giurisprudenza, il giovane palermitano partecipò al concorso per entrare nella magistratura italiana, classificandosi al venticinquesimo posto su oltre 170 messi a bando
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