C’era una volta un pericolo percepito come lontano, delle immagini terrificanti provenienti dall’Oriente. C’era una volta il paziente 1 di Codogno, le prime zone rosse in Italia, le mascherine, lo straziante corteo delle bare che lasciavano la città di Bergamo in piena notte su dei mezzi militari e una frase che riecheggiava da balcone in balcone in tutte le città del paese: “andrà tutto bene!”. Il 9 marzo 2020 l’Italia fu il primo paese europeo ad imporre il lockdown generale per contrastare l’avanzata del Covid-19. Da allora è passato un anno, il più tragico dai tempi del dopoguerra, che ha che ad oggi ha causato più di 100.000 vittime. Dalla DAD (Didattica a Distanza), al coprifuoco, allo smart working, il paese si è dovuto adeguare ad un nuovo “stile di vita” fatto di sacrifici e il primo lockdown in Italia fu l’inizio di tutto.

Primo lockdown in Italia - Bandiera italiana "Andrà tutto bene"
Foto: © Pietro Luca Cassarino (Flickr) – Commons Wikimedia.

Primo lockdown in Italia: com’è cambiato il nostro Paese

Il primo caso accertato di Covid-19, arrivò il 21 febbraio 2020 a Codogno, che fu anche la prima città ad essere completamente chiusa. Successivamente furono chiuse anche 10 città limitrofe e vennero adottate misure di contenimento in alcune regioni del Nord-Italia (come Lombardia e Piemonte). Il 4 marzo il governo impose restrizioni a cinema e teatri e optò per la chiusura delle università e scuole in tutta Italia (comincia l’era della DAD). Il 7 marzo, con l’annuncio della chiusura della Lombardia e di 14 regioni del Nord, ci fu la grande fuga verso Sud, con l’assalto ai treni nella notte. Il 9 marzo, il governo guidato dall’ex premier Giuseppe Conte decise di dichiarare l’intero paese “zona protetta”. Il lockdown nazionale in Italia terminò il 18 maggio 2020. Dopodiché iniziò la divisione in colori delle regioni (sul modello francese), con un po’ di respiro durante i mesi estivi.

Primo lockdown in Italia - la dottoressa Annalisa Silvestri seduta a terra in una corsia dell'ospedale durante la pandemia da Covid-19
Foto: © Alberto Giuliano – Commons Wikimedia.

Durante questo tragico anno sono stati in molti a pagare il prezzo altissimo della pandemia. In primis gli anziani, i più fragili. Anche medici e infermieri, gli eroi del Covid-19, si sono spesi giorno e notte per provare a salvare più vite possibili, facendo spesso dei turni estenuanti. Bar, ristoranti, palestre e ogni tipo di attività ha faticato a stare in piedi. Stessa sorte è toccata a cinema, musei, teatri e a ogni lavoratore del campo culturale o dello spettacolo. Le regioni sono chiuse ormai da tempo immemore e il paese è ormai allo stremo, sia a livello economico, sia a livello sociale. Il tempo è ormai scandito in “DPCM” e le comunicazioni più importanti sono quelle che arrivano dai virologi, ormai ospiti fissi nelle trasmissioni TV. L’arrivo del primo vaccino antiCovid (Pfizer), a fine 2020, ha saputo poi ridare speranza al mondo, per un ritorno alla normalità.

Ce la faremo?

Ad un anno di distanza dal primo lockdown in Italia, la curva dei contagi continua a rimanere alta. Nonostante i vaccini confermati e in arrivo, le nuove varianti del Covid-19 (inglese e sudafricana) hanno complicato di molto le cose. I nostri governi hanno fatto di tutto per evitare un nuovo lockdown nazionale, come accaduto in altri paesi europei. Molti esperti l’hanno evocato a lungo, ma ad oggi si è preferito chiudere soltanto alcune zone a rischio. Le strade continuano ad essere spesso vuote e le serrande dei negozi abbassate. Dopo aver chiuso i reparti Covid la scorsa estate, molti ospedali hanno dovuto riaprili, anche se le terapie intensive non sono state più intasate come allo scoppio della pandemia. Le attività sono ancora chiuse (a metà) e i vaccini tardano ad arrivare ma, nonostante tutto, la speranza che nei prossimi mesi si possa tornare alla normalità è sempre viva.

Primo lockdown in Italia - Mappa zone Italia marzo 2021
Mappa zone Italia marzo 2021 – Foto: © Governo Italiano (sito web Presidenza del Consiglio dei Ministri).

L’Italia sta combattendo al meglio questa pandemia. “Presi di sorpresa” dal Covid, il Paese si è unito, da Nord a Sud, con una sensibilità, solidarietà e forza unica. Mascherine, DAD, smart working e coprifuoco sono termini che useremo ancora per mesi, ma i vaccini ci consentiranno di riprendere in mano la nostra vita. Negli ultimi giorni sono stati superati i 20.000 contagi al giorno e (al 6 gennaio) sono state vaccinate 5.158.820 persone (1.594.122 con prima e seconda dose). Con l’arrivo di nuove dosi il numero aumenterà esponenzialmente. C’era una volta un’Italia ferita dal Covid, e purtroppo c’è ancora. Il peggio è già passato? Non si può ancora dire. Mezza Italia potrebbe tornare in lockdown nei prossimi giorni. Grazie agli sforzi fatti (e in atto) e al miracolo dei vaccini (per citare la virologa Ilaria Capua), la luce in fondo al tunnel è sempre più visibile.

Foto di copertina: © Pietro Luca Cassarino – Wikimedia Commons.

È passato un anno dal primo lockdown in Italia ultima modifica: 2021-03-09T09:00:00+01:00 da Antonello Ciccarello

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