L’Italia è un museo a cielo aperto. In ogni singola regione ci sono scenari da sogno, ogni sguardo viene catturato dalla sfavillante imponenza delle cattedrali, dei monumenti, dei siti archeologici. A volte quasi sembra che gli occhi non riescano a contenere tanta magnificenza, eppure non ci stanchiamo mai di ammirare tali ragguardevoli opere. Enumerarle tutte sarebbe quasi impossibile, dato che la loro pregevolezza appare infinita come le stelle di un cielo notturno. Oggi vi parliamo del particolare affresco di Raffaello Sanzio, il profeta Isaia. Pronti? Andiamo!

Il profeta Isaia: quando Raffaello incontra Michelangelo

Il profeta Isaia, magnifico affresco opera del celebre artista Raffaello Sanzio, si trova ubicato all’oggi nella Basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio a Roma. Quest’opera venne commissionata dal protonotario apostolico Johan Goritz, il quale sapeva bene che in quel periodo Raffaello era diventato molto popolare, soprattutto nella capitale. Secondo il Vasari, l’affresco venne completato tra il 1511 e il 1512, poco dopo la fine dei lavori di Michelangelo Buonarroti nella Cappella Sistina. Lo scopo di Raffaello era quello di ripercorrere i dettami della scuola di Michelangelo, cercando di conferire carattere e vigore al suo profeta. Le vicende di questo frutto del talento di Raffaello, però, furono tutt’altro che serene. In primis, l’opera fu lavata, e ciò rese necessario l’intervento di restauro di Daniele da Volterra. L’ultimo rimaneggiamento si ebbe nel 1960, quando furono asportate antiche ridipinture a olio e rielaborazioni a tempera e acquarello del XIX secolo.

Il profeta Ezechiele, opera di Michelangelo
Il profeta Ezechiele, opera di Michelangelo

Esistono varie copie di quest’opera fantastica: una eseguita per il cardinale Federico Borromeo nella Pinacoteca Ambrosiana a Milano, una nella Galleria del Belvedere di Vienna attribuita ad Annibale Carracci, e una assegnabile a Giovan Battista Casanova a Dresda. Una replica parziale del putto di sinistra (da alcuni attribuita a Raffaello) è conservata nella Galleria dell’Accademia di San Luca. Si racconta che, addirittura, il protonotario avesse confidato a Michelangelo di aver pagato troppo per il profeta Isaia. A queste parole, l’artista toscano replicò con una frase alquanto esaustiva, difendendo con fermezza la bravura del Raffaello:«Solo il ginocchio vale il suo prezzo». 

Raffaello Sanzio e il profeta Isaia: un esercizio artistico…molto ben riuscito

Sebbene l’opera appaia come un esercizio pittorico per imitare il maestro Michelangelo, il profeta Isaia risulta ricca di perizia e di unica bellezza. Essa è collocata sul terzo pilastro sinistro della navata maggiore, e il profeta è ritratto assiso sul trono fra due puttini, che recano una targa e un festone al di sopra della sua testa. Sulla targa vi è una scritta in greco, che recita: A sant’Anna, madre della Vergine, alla santa Vergine, madre di Dio, a Gesù Salvatore, Giovanni Goritius. Questo perché, in origine, davanti all’affresco di Raffaello era prevista la disposizione di un gruppo scultoreo con Sant’Anna, la Vergine e il Bambino di Andrea Sansovino. Non a caso, Sant’Anna era la protettrice del committente. Sulla pergamena che Isaia tiene con le mani, si legge in caratteri ebraici un passo dal Libro di Isaia: Aprite le porte onde il popolo che crede entri.

Il profeta Isaia, di Raffaello Sanzio
Il profeta Isaia, di Raffaello Sanzio

Un afflato sacro gonfia il panneggio del profeta, che si rivolge a sinistra con il busto, mentre stende la sua pergamena, che invece è rivolta a destra. I panneggi sono resi con colori accesi e cangianti: la tunica è blu, e il panno giallo dorato sulla gamba e le spalle (oltre al velo rossastro sulla testa) accentuano gli effetti plastici della figura. Il seggio marmoreo su cui il profeta è seduto appare appena accennato e piatto, poiché fa solo da sfondo, e non ha un valore intrinseco. Il viso giovane e dolce del profeta sembra misurato, come del resto l’intera composizione. Ciò rende il tutto molto equilibrato, rispetto allo stile di Michelangelo. Di certo, l’opera rende moltissimo vista da vicino, e allora…andatela a vedere, e diteci quali emozioni vi ha suscitato!

I tesori nascosti della capitale: Il “profeta Isaia” di Raffaello ultima modifica: 2018-04-11T09:30:32+02:00 da Marcella Calascibetta

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