Referendum sulla giustizia, sono cinque i quesiti proposti dai Radicali e dalla Lega, per i quali si voterà domenica 12 giugno. Dalla legge Severino alla custodia cautelare, dalla separazione delle funzioni tra giudici e pm alla partecipazione di avvocati e accademici alla valutazione dei magistrati. Ultimo quesito la raccolta di firme per candidarsi al Csm.

Referendum sulla giustizia

Domenica prossima gli italiani sono chiamati a esprimersi su 5 quesiti in materia di giustizia, presentati dalla Lega e dai Radicali e dichiarati ammissibili dalla Consulta. Un voto su cui pesa l’incognita del quorum. Infatti, trattandosi di un referendum abrogativo per essere valido deve recarsi alle urne la metà più uno degli aventi diritto. Chi vota SI intende abrogare la normativa vigente, chi vota NO mantiene inalterato il quadro normativo oggetto della consultazione referendaria.

Ogni elettore, in possesso di valido documento di identità, potrà votare nel proprio seggio, indicato sulla tessera elettorale personale. Non è richiesto il green pass per accedere ai seggi ma è necessaria la mascherina anti-Covid. Possono votare per i referendum popolari gli elettori che alla data di domenica 12 giugno abbiano compiuto i 18 anni. Si vota solo domenica, dalle 7 alle 23.

voto referendum giustizia

I quesiti

Incandidabilià e decadenza. Il referendum numero 1, contrassegnato dalla scheda rossa, riguarda l’abrogazione del Testo unico sulle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di governo. Divieto conseguente a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi. In sostanza, chiede agli elettori se intendono eliminare le disposizioni introdotte nel 2012, con la legge promossa dall’allora ministra della Giustizia Paola Severino. Disposizioni che prevedono l’incandidabilità, l’ineleggibilità e la decadenza automatica per chi è stato condannato in via definitiva per alcuni tipi di reato, dalla mafia al terrorismo a quelli contro la pubblica amministrazione.

Custodia cautelare. Il quesito numero 2 (scheda arancione) interviene sulla limitazione delle misure cautelari, con l’abrogazione dell’ultimo inciso dell’art. 274, comma 1, lettera c) codice di procedura penale, in materia di misure cautelari ed esigenze cautelari, in un processo penale. Allo stato, la carcerazione preventiva può essere disposta nei casi in cui venga ravvisato un possibile rischio di inquinamento delle prove in un’inchiesta, di fuga di chi è sottoposto a indagine e il “concreto ed attuale pericolo” di reiterazione del reato. Il quesito referendario proposto, interviene su quest’ultimo aspetto, chiedendo di limitare i casi in cui può essere disposta la misura cautelare per rischio di reiterazione.

schede

Si vota solo domenica 12 giugno dalle 7 alle 23

Separazione carriere. Con la scheda di colore giallo (referendum numero 3) gli elettori sono chiamati ad esprimersi sulla separazione delle funzioni dei magistrati. Il quesito chiede l’abrogazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono a un magistrato di passare dalle funzioni di pubblico ministero a quelle di giudice, e viceversa.
Al momento sono possibili quattro passaggi di funzione nell’arco della carriera. Sulla materia interviene anche la riforma della ministra della Giustizia Marta Cartabia all’esame del Parlamento, riducendo a uno soltanto il passaggio di carriera, entro 10 anni dalla prima assegnazione. Il referendum punta a rendere la scelta definitiva. Se passa il Sì, il magistrato dovrà scegliere all’inizio della carriera la funzione giudicante o requirente. Ciò, per poi mantenere quel ruolo per tutta la carriera, con l’obiettivo di distinguere nettamente chi giudica da chi accusa.

Referendum sulla giustizia, italiani alle urne

Valutazione magistrati. Con la scheda di colore grigio (referendum n. 4) sono chiamati ad esprimersi sul sistema di valutazione dei magistrati. Una prerogativa riservata al Csm, che decide anche sulla base di valutazioni espresse dai Consigli giudiziari a livello territoriale. Il quesito riguarda la “partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari. Abrogazione di norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte”. In sostanza, il Sì mira a consentire il voto dei laici, avvocati e professori, che siedono nei consigli giudiziari anche su queste deliberazioni. Ciò al fine di ottenere giudizi più oggettivi sull’operato dei magistrati.

simboli giustizia

Firme per il Csm. Il referendum numero 5 (scheda verde) interviene sul meccanismo di selezione dei magistrati candidati alle elezioni del Csm. Il quesito riguarda la “abrogazione di norme in materia di elezioni dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura”. Propone di cancellare la norma che stabilisce che ogni candidatura per l’elezione dei membri togati del Consiglio superiore della magistratura sia sostenuta da un minimo di 25 e un massimo di 50 presentatori. Lo stesso meccanismo è previsto anche dalla riforma Csm proposta dalla ministra della Giustizia. L’obiettivo dei referendari è arrivare a candidature individuali dei magistrati, senza il supporto preventivo di altri colleghi. Ciò nel tentativo di limitare il peso delle correnti, dopo la bufera sulle nomina al Csm che si è scatenata nella primavera del 2019.

Referendum sulla giustizia, italiani al voto ultima modifica: 2022-06-10T15:30:00+02:00 da Redazione

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