Rubens: da uomo religioso e riservato a pittore trasgressivo e sensuale

Pietro Paolo Rubens, il grande pittore fiammingo, considerato uno dei più importanti esponenti del Seicento, fu un santo o un peccatore? Questo interrogativo in molti se lo sono posti in quasi quattrocento anni. E continuano a chiederselo ancora oggi soprattutto in occasione della mostra che si tiene al Palazzo Reale di Milano, intitolata Pietro Paolo Rubens e la nascita del Barocco.

La vita del pittore fu divisa tra la profonda fede e l’ardente passione verso le donne che dipingeva.  E, come tutti i geni, anche lui aveva una duplice personalità. Una privata e l’altra, diversa, quando si esprimeva con l’arte.

Quando dipingeva era dotato di una maestosità umana, dolce e positiva, come rivelano la sua pittura solare, la sua ricerca di armonia. Quando si ammira un quadro di Rubens tutto passa in secondo piano. Davanti alla sua opera si resta talmente estasiati, affascinati dalla sua meravigliosa forza creativa innovatrice, da dimenticare le contraddizioni dell’uomo.

Ma chi era davvero Rubens?

Rubens era un uomo di grande cultura ed umanità. Fu un grandissimo personaggio della sua epoca.

Considerando il periodo in cui visse, sembrava trasgressivo, ma non fu mai osceno. Proprio per questo, nonostante il feroce controllo religioso, dipinse Madonne e figure bibliche senza veli, con i capelli sciolti e scarmigliati senza avere alcun problema con le autorità dell’epoca, le quali lo invitavano a dipingere, proprio mentre nel mondo cattolico la nudità nell’arte era censurata.

Nei suoi quadri, l’artista esalta il corpo femminile, le forme belle o sgraziate delle sue donne. Il suo approccio al corpo femminile era sempre lo stesso, sia quando dipingeva quadri allegorici sia quando trattava temi religiosi.

Fu il primo a far passare il messaggio che l’amore, la nudità, la sensualità erano tutte opere di Dio che celebrano la Sua grandezza e che in lui tutto è puro anche se sensuale. Per questo motivo, ad invitarlo a dipingere furono grandi personalità ecclesiastiche e politiche del suo tempo.

Lui era il pittore prediletto dai Papi e dai nobili, senza distinzione.

Rubens: un pittore di origine fiamminga che amava profondamente il nostro Paese

Rubens seguì principalmente la scuola fiamminga nella bottega del pittore di paesaggi Tobias Verhaecht.

Con la conversione si avvicinò sempre più ai pittori di cultura classica, in particolare seguì la scuola di Otto van Veen, il quale gli fece conoscere la pittura italiana. Tanto che, proprio nel 1600, Rubens decise di partire per l’Italia dove vi restò per ben otto anni. Viaggiò moltissimo per tutto il nostro Paese, ance se rimase per molto tempo alla corte del duca Vincenzo Gonzaga. In questo periodo, copiò e studiò le opere dei grandi pittori rinascimentali, tra cui Correggio, Caravaggio.

Il suo amore per la nostra arte fu totale. La pittura di Tintoretto, Tiziano, Veronese lo influenzarono moltissimo. Egli stesso si sentiva italiano, a tal punto da farsi chiamare Pietro Paolo.

Rubens: da pittore fiammingo ad iniziatore del Barocco italiano . Quali sono le novità della mostra di Milano?

Finora Rubens è sempre stato visto nel contesto della pittura fiamminga e confrontato con pittori della stessa scuola.

Nella mostra a Palazzo Reale di Milano emerge un Rubens iniziatore del Barocco italiano. Vi sono esposte settanta opere, di cui quaranta di Rubens e le altre di autori italiani più giovani fortemente influenzati dal pittore fiammingo, come ad esempio, Guido Reni, Pietro da Cortona.

L’arte di Rubens, in ambito barocco, è dunque un messaggio di pace mai disgiunto dalla passione per le sinuosità femminili e dalla ricerca di armonia.

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Rubens e la nascita del Barocco a Palazzo Reale di Milano ultima modifica: 2016-11-16T11:28:53+01:00 da Rossana Nardacci

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