La scelta della scuola

Una volta arrivati qui, dopo aver fatto i conti con le millemila emozioni, abbiamo dovuto cominciare a pensare alle cose serie. Innanzitutto cercare case. No, sbagliato. Meglio prima cercare le scuole migliori perché l’accesso alle scuole è legato all’area di residenza.

Appena arrivati qui abbiamo contattato un’associazione Italo-Americana che opera qui in Wisconsin e questi ci hanno messo in contatto con Raffaele: un insegnante di Italiano in uno dei licei qui di Kenosha. Ralph ci ha portati a visitare le scuole migliori e a conoscere i presidi. Ci serviva una scuola elementare e una scuola media.

Due scuole semplicemente MERAVIGLIOSE. Un caro amico  che è venuto a trovarci l’anno dopo, ha scritto un bellissimo articolo sulla scuola elementare di mia figlia.

 

E così il 1° Settembre 2011 i miei figli hanno cominciato la loro strepitosa avventura nella scuola americane. Inizio non facile. Bisogna tenere conto di tanti fattori: il sistema scolastico americano è totalmente diverso da quello italiano e l’adattamento, sia per i ragazzi che per noi genitori, non è stato banale; loro non parlavano praticamente nemmeno una parola di inglese e quel poco che sapevano non era di alcuna utilità. Il distretto scolastico aveva messo a disposizione dei tutor per tutto il tempo necessario.

I tutor sono degli insegnanti specializzati nell’insegnamento agli ELL (English Language Learner), ma è comunque un insegnante madre-lingua americano. E’ stato sicuramente un aiuto notevole, ma i primi mesi anche l’aiuto di noi genitori è stato basilare: la sera a casa si passava parecchio tempo a fare i compiti. E comunque il tutor non aiuta durante l’intervallo: quelli sono momenti difficili per chi non parla la lingua perché non si riesce a capire cosa dicono i compagni e non si riesce a partecipare alla conversazione.

E poi è arrivato il si…

Mia figlia, che è entrata nel 4th grade (quarta elementare) aveva il mio totale supporto: la scuola mi ha permesso di stare in classe con lei per tutto il tempo. Mentre aiutavo la sua maestra a correggere i compiti, fare fotocopie, organizzare la biblioteca di classe, stavo in classe e ascoltavo la lezione. In questo modo il pomeriggio a casa potevo aiutarla meglio nella comprensione della lezione. E durante il giorno a scuola l’aiutavo a capire. L’insegnante è stata di notevole aiuto, l’ha supportata sempre e non l’ha mai forzata: quando si leggeva in classe ad alta voce le chiedeva sempre se voleva leggere e se Francesca (mia figlia) diceva no, la maestra passava oltre.

Fino al giorno in cui Francesca ha detto SI’… Un giorno che non dimenticherò mai! Io stavo correggendo i compiti e voltavo le spalle alla classe; ho sentito mia figlia con un filo di voce dire “Sì” e ha iniziato a leggere… io avevo i brividi! E’ stata bravissima e quando ha finito, tutti i suoi compagni insieme le hanno battuto le mani. Io avevo le lacrime (e ancora ora mentre lo racconto mi commuovo). Mi sono girata verso di lei e lei, con un sorriso enorme, mi ha detto “ce l’ho fatta!”. A quel punto la mia ragazzina ha preso il volo.

I compagni sono sempre stati tutti molto disponibili e di grande aiuto. La prima volta che mio figlio ha dovuto prendere lo schoolbus per tornare a casa, un suo compagno l’ha accompagnato fino davanti al bus per fargli vedere quale doveva prendere.

Quando abbiamo cominciato questa avventura americana, ho aperto un blog. All’inizio era più che altro per raccontare ai nostri amici e famigliari quello che stavamo vivendo. Poi è diventato anche uno strumento di supporto per tutte quelle persone che devono affrantare un trasferimento come il nostro. Qualcuno ci ha contattato proprio per avere informazioni. Se vi interessa spulciarlo è Iridi a Stelle e Strisce

 

Scuola negli USA: Renata ci racconta l’esperienza dei suoi figli ultima modifica: 2017-04-07T07:07:30+02:00 da Renata Serracchioli

Commenti