La scuola pronta a riaprire, ma con un potenziamento dei trasporti. Le regioni italiane provano a organizzarsi per assicurare la ripartenza delle scuole in sicurezza. E così che nel Lazio l’ufficio scolastico regionale sta valutando l’ipotesi di potenziare il sistema pubblico dei trasporti. Il rischio, temuto da molti, riguarda proprio l’eccessiva presenza di persone sui mezzi pubblici ogni giorno. Ciò comporterebbe un rischio anche per gli studenti, e quindi potenzialmente una maggiore esposizione al contagio. Cosa fare quindi? Vediamo la proposta del Lazio.
Lazio e scuole, l’idea dell’ufficio scolastico
Se da una parte l’ordine dei medici ha chiesto di fare una zona rossa nazionale per assicurare che i trasporti possano coprire solo l’utenza scolastica. Dall’altra ci sono molte regioni pronte a posticipare la riapertura. Ma la soluzione proposta dall’Ufficio scolastico del Lazio potrebbe essere una buona ipotesi. Infatti il direttore generale dell’ufficio, Rocco Pinneri, ha diffuso una nota. Con essa spiega che l’assessorato alla mobilità della Regione Lazio ha verificato la sostenibilità di un ulteriore potenziamento del sistema dei trasporti pubblici. Coinvolti ATAC e COTRAL, le aziende che si occupano dei trasporti urbani.
Un potenziamento consentirebbe un incremento del numero di studenti che entreranno a scuola entro le 8 del mattino. Quindi la riorganizzazione in vista della riapertura delle scuole nel Lazio prevede il coinvolgimento anche dei prefetti delle Province di Roma, Frosinone, Latina e Rieti. Si dovrebbe consentire al 60 per cento degli studenti che frequenteranno in presenza di entrare alle 8. Invece il 40 per cento che resta dovrebbe entrare alle 10. “Sarà mia cura informare tutti tempestivamente in merito all’eventuale accoglimento di questa proposta nei tavoli prefettizi – chiarisce il direttore nella nota“.
Ma in attesa “continuano ad applicarsi le prescrizioni già contenute nei documenti redatti da ciascun Prefetto. Inoltre, rammento che è possibile prevedere unità orarie inferiori ai 60 minuti, ai sensi dell’articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica n. 275 del 1999, anche per evitare che il ritardo di due ore nell’ingresso a scuola per i ragazzi del turno delle 10 si traduca in altrettanto ritardo nell’orario di uscita”.
I dubbi delle regioni
Le maggiori paure sulla riapertura delle scuole giorno 7 sono estese a tutte le regioni. Infatti si ipotizza di far slittare tutto al 18 gennaio, per avere un monitoraggio dei contagi post capodanno. Opinione condivisa anche dal direttore sanitario dello Spallanzani di Roma, Francesco Vaia. “Sarebbe prudente – sostiene – attendere almeno la seconda metà di gennaio per vedere gli esiti delle misure di questo periodo”.
“Dobbiamo approfittare – chiarisce Vaia – di questi giorni per poter mettere in atto azioni per aprire con maggior sicurezza le scuole. Oltre al potenziamento dei trasporti e alla sicurezza degli spazi comuni, oggi potrebbe significare poter vaccinare il personale scolastico sia docente che non docente per creare un ambiente il più possibile immune”. Intanto la vaccinazione in tutta Italia continua. Sono stati vaccinati i medici e il personale sanitario dei reparti Covid, mentre si attende l’arrivo di nuove dosi. Che purtroppo iniziano a mancare in molti Paesi.