La Sibilla cumana, secondo la leggenda, soggiogata da un incantesimo del dio Apollo, profetizzava dal suo antro misterioso e dopo millenni, sopravvive e aleggia nei luoghi in cui avrebbe vissuto e in cui si recavano coloro che le chiedevano i vaticini.

antro della Sibilla

La leggenda della Sibilla cumana

Ella forse viveva in Campania su una collina in prossimità del mare, nel territorio oggi identificabile tra i comuni di Bacoli e di Pozzuoli. Il mito narra che la Sibilla cumana fosse una giovane di cui Apollo era pazzamente innamorato, al punto da offrirle qualunque cosa lei desiderasse, a patto che diventasse la sua sacerdotessa. Ella domandò l’immortalità, dimenticandosi tuttavia di chiedere l’eterna giovinezza.
E così, mentre incanutiva, il suo corpo diventava sempre più piccolo e consunto come quello di una cicala, al punto che fu messa in una gabbietta nel tempio di Apollo, finché non scomparve del tutto lasciando di sé solo la voce. Nei secoli non è stato affatto facile individuare la precisa collocazione dell’antro dove la sacerdotessa risiedeva e le leggende su di lei si perdono nella notte dei tempi, però i più antichi riferimenti di un antro della Sibilla sono nel VI libro dell’Eneide di Virgilio.
L’incontro di Enea e della Sibilla e la discesa agli inferi sotto la guida della profetessa, indusse a identificare questo luogo con il lago d’Averno, dove è stata trovata una spelonca nota ancora oggi come “Grotta della Sibilla”. Secondo Pausania (II sec. d. C.) i cumani avevano un’urna con le ceneri della profetessa, custodita nel tempio di Apollo. Si tratta di una notizia tramandata nella vita dell’imperatore Clodio Albino, secondo la quale l’imperatore avrebbe chiesto profezie all’oracolo nel tempio di Apollo (196-197 d.C.).

grotta della Sibilla

I luoghi

Facendo un grande balzo avanti nel tempo, dal 1925 al 1932 ci furono ancora intense ricerche che individuarono l’antro con una galleria che attraversa il monte di Cuma, ovvero una Crypta romana; un ambiente a pianta quadrangolare, utilizzato come cellaio. La grotta identificata come l’antro della Sibilla, è databile alla seconda metà del IV secolo a.C.
L’antro è costituito da un lungo corridoio (met. 131,20) con nove bracci nella parte accidentale, dei quali sei comunicanti con l’esterno e tre chiusi.
Vi sono alcune fosse in muratura e sepolcrali che indicano che questa parte della galleria svolse in età cristiana funzione di catacomba. Alla stessa epoca risale un arco ornato di dipinti e con dei loculi, e poco più avanti lungo il corridoio c’è una sala rettangolare.
Da qui si vede un vestibolo a sinistra anticamente chiuso da un cancello, che introduce in un piccolo ambiente che si suddivide in tre celle minori disposte a croce. Questa stanza è stata interpretata come il luogo in cui la Sibilla assisa su un trono profetizzava. La copertura a volte ha fatto però ipotizzare per la sua sala una datazione alla tarda età imperiale.
E’ la grotta della Sibilla l’antro del vaticinio narrato e tramandato da Virgilio?

sibilla cumana
Certamente la ricerca del vero antro della Sibilla non è ancora conclusa, infatti, si cerca anche nei pressi del tempio di Apollo, dove è situato un ambiente quasi completamente sotterraneo.
In ogni caso la galleria greco romana dell’antica città di Cuma è uno dei luoghi più affascinanti e misteriosi della regione, ed è molto suggestiva per i visitatori. Entrando nello stretto cunicolo che porta alla sala dell’oracolo non si riesce a scorgere la fine del percorso; sensazione che arricchisce di magia il luogo e induce gli studiosi a cercare ancora.
Ecco, dunque, come nei secoli, tra misteri e ricerche, l’antro della Sibilla cumana è diventato uno dei luoghi più affascinanti, misteriosi e carichi di enigmi e atmosfera, e oggi costituisce un’attrazione turistica d’interesse magnetico.

Sibilla cumana tra mito e leggenda attraverso i millenni ultima modifica: 2018-06-05T09:00:59+02:00 da simona aiuti

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