Manca pochissimo alla celebrazione del Natale e tutti si preparano ad accogliere una tra le feste più attese dell’anno. Strade e vetrine si riempiono di festoni, le case si apprestano ad ospitare presepi ed abeti, i giardini lampeggiano di luci colorate. Ma come nascono queste tradizioni? Scopriamolo insieme con un viaggio nel tempo che varca i confini delle diverse regioni italiane.

Il fuoco di Natale

È ormai risaputo che molte delle festività religiose sono una rivisitazione di antichi culti pagani. Per capirne di più però proviamo a sbirciare all’interno di una casa di inizio Novecento dove ci si preparava ai festeggiamenti per la nascita del Bambino. Tutto iniziava la mattina della Vigilia quando si correva in solaio per scegliere il ceppo di legno più anziano, quello che fosse lì a stagionare da almeno cinque anni.

Il ceppo di Natale arde nel camino delle case

Sbrigate poi le  faccende domestiche, affinché la casa fosse pronta ad accogliere Gesù, la sera la famiglia si radunava attorno al camino. Qui si recitavano preghiere, ci si scaldava e si intonavano canti mentre dal ceppo ardente si sprigionavano fiammelle di vari colori. Le ceneri del fuoco natalizio dovevano essere conservate perché utili a proteggere la casa da malasorte e sciagure. Questo semplice gesto è il ricordo di un’antica festa pagana, quella che celebrava nella data del 25 dicembre il solstizio d’inverno. Il rituale prevedeva proprio di bruciare un coccio di legna simbolo della natura prolifera e conservarne i frammenti, metafora di un anno fecondo. Da nord a sud questa tradizione fu ripetuta per molti anni e completata, in alcune regioni del nostro Mezzogiorno, dallo spargere le ceneri tra i campi in favore di una primavera fertile. Se l’usanza del fuoco natalizio si è oggi persa, resta senz’altro vero che il camino rimane il punto centrale dell’abitazione attorno al quale allestire le principali decorazioni natalizie e, perché no, accendere un fuoco che se non altro scalda e dona un pizzico di atmosfera in più allo spirito del Natale.

L’Abete

Non c’è casa in cui manchi il classico albero di Natale, un tempo decorato con mandarini e frutta secca, oggi con palline variopinte e luci colorate. Ma anche questa tradizione affonda le sue origini in antiche leggende, tra le tante, scelgo di raccontarvene una tra le più suggestive nell’immaginario popolare. Come in una favola, in un tempo remoto, sorgeva nei pressi di una vecchia foresta un piccolo villaggio di campagna.

L'abete di Natale vestito a festa

Qui viveva una famiglia di contadini il cui giovane figlio, il giorno della Vigilia, uscì da casa alla ricerca del ceppo per il fuoco natalizio. Inoltratosi nel bosco il ragazzino non si accorse del trascorrere del tempo e presto si trovò spaesato nell’oscurità della foresta. Impaurito e tremolante cercò riparo ai piedi di un abete, l’unico albero i cui rami erano ancora carichi di appuntiti aghetti verdi. Protetto dal caldo abbraccio della grossa pianta il bambino trovò un giaciglio per la notte. L’indomani l’intero villaggio andò alla ricerca del ragazzo e, trovatolo accoccolato ai piedi dell’albero, decise di omaggiare l’abete decorandolo con sciarpe e guanti. Oggi la maggior parte degli alberi di Natale sono artificiali. La scelta è ampia: numerosi modelli di diversa altezza disponibili in colore verde oppure bianco possono essere corredati con decorazioni tra le più varie. Dalle palline anni Ottanta dai colori sgargianti, ad addobbi raffinati in vetro soffiato sino al più attuale stile shabby in tinte naturali. L’albero oggi è soprattutto un oggetto della tradizione influenzato dai gusti e dalla moda del tempo.

Il presepe: storia di un vecchio pastore

Se la tradizione dell’albero di Natale è considerata residuo di antiche pratiche pagane, lo stesso non può dirsi per il presepe. La sua diffusione si deve a San Francesco d’Assisi che tornato dalla Palestina desiderava portare in patria lo spirito della nascita di Gesù. Francesco rimase colpito dalla descrizione della Natività raccontata nel protovangelo di Giacomo: in quel momento tutto sembra fermarsi, persone, cose, gesti… tutto è come rallentato, sospeso, cristallizzato. Il presepe non a caso è statico.

Gelindo alla capanna di Natale

Inizialmente composto da statuette in cartone tra le quali spiccava la figura del Bambino, la sola in gesso, il presepe era solitamente collocato in un angolo rialzato della cucina sopra un tappeto di muschio verde. Oggi si compone di numerosi pezzi, tra di essi non si può dimenticare Gelindo, il pastore che porta sulle spalle la pecorella. Sicuramente l’avrete anche voi! Ma come mai questa figura è immancabile nei presepi di molte regioni italiane? Anche qui ci si perde nelle tradizioni. Sembra che l’origine sia piemontese per poi estendersi a Liguria, Lombardia, Veneto, Toscana ed Emila. Chi era dunque Gelindo? La storia ci parla di un pastore, uomo semplice e cocciuto, partito dal Monferrato per la Terra Santa. Qui incontrò Giuseppe e Maria e li aiutò a trovare riparo nella capanna. Tradizionalmente vestito con camicia e pantaloni al ginocchio, porta sulle spalle la pecorella e l’immancabile zampogna. Si dice anche che il bue fosse un dono di Gelindo e che nato il Bambino fu il primo ad accorrere alla capanna. Oggi i presepi sono per lo più realizzati con statuette in plastica, chi ancora possiede le antiche raffigurazioni in gesso ha tra le mani un prezioso tesoro. Preconfezionati o tutti da costruire, magari con pezzi di sughero, il presepe continua a vivere nelle case di molti italiani.

Tempo di Natale: le case si vestono a festa tra leggende e antiche tradizioni ultima modifica: 2018-12-21T09:00:03+01:00 da Sabrina Cernuschi

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