Dopo aver terminato con successo la fase 1, il vaccino Reithera può finalmente passare alla fase 2, ovvero quella della sperimentazione. Ciò sarà possibile grazie al finanziamento da 81 milioni di euro ricevuto da Invitalia, agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa. Il contratto di Sviluppo è stato sottoscritto lo scorso 26 gennaio e questo permetterà all’azienda nostrana di poter continuare lo sviluppo del vaccino senza problemi. Soddisfatto il commissario straordinario all’emergenza Covid-19, nonché amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri, il quale ha dichiarato: «È un accordo importante per ridurre la dipendenza del nostro Paese in un settore delicatissimo per la tutela della salute dei nostri cittadini. La produzione italiana di vaccini andrà ad aggiungersi a quelle realizzate all’estero rafforzando la capacità di risposta nazionale alla pandemia e accelerando così l’uscita dalla crisi».
Fondi per il vaccino Reithera: cosa prevede il contratto
Come riportato da Invitalia in un comunicato stampa, la maggior parte del finanziamento (69,3 milioni di euro) sarà destinato a settore Ricerca e Sviluppo. Questo fondo servirà infatti alla validazione e alla produzione del vaccino Reithera. I restanti 11,7 milioni saranno usati per l’ampliamento dello stabilimento di Castel Romano. L’intero investimento di Invitalia servirà quindi per la produzione di circa 100 milioni di dosi di vaccino all’anno (ma anche per 40 nuove assunzioni). Se tutto dovesse procedere come previsto dall’azienda, la fase 3 potrebbe concludersi entro l’estate. Se ciò dovesse accadere, l’Italia potrebbe diventare autosufficiente nella produzione dei vaccini e non dovrebbe più appoggiarsi ad altri vaccini prodotti da case farmaceutiche estere.
Vaccino Johnson&Johnson presto approvato dall’EMA?
Nell’attesa dell’arrivo del vaccino ReiThera e della risoluzione dei problemi relativi all’invio delle dosi Pfizer e AstraZeneca, l’Europa potrebbe puntare su altri farmaci antiCovid, come il vaccino Johnson&Johnson. Nonostante l’azienda statunitense non abbia ancora richiesto l’autorizzazione al commercio all’EMA, questo potrebbe avvenire molto presto. A confermarlo è lo stesso Domenico Arcuri il quale, ai microfoni di Radio 2, ha dichiarato che «il vaccino Johnson&Jonshon è alle porte». La richiesta potrebbe arrivare già a febbraio, anche se nulla è ancora certo. Nonostante rimanga sempre speranzoso che l’Italia possa raggiungere l’immunità di gregge entro l’autunno, Arcuri ha già trasmesso all’Ue la diffida contro Pfizer per la riduzione delle dosi di vaccino destinate all’Italia. L’ormai prossimo arrivo dei vaccini ReiThera, Johnson&Johnson, Sputnik V potrebbe risolvere il problema della mancanza di dosi ma, al momento, il piano vaccini procede a rilento. Non ci resta quindi che attendere le nuove autorizzazioni dell’EMA.