Spesso i confini possono trasformarsi in veri e propri muri. Iniziano a opprimerci, a farci sentire come uccelli in gabbia con il pensiero fisso di liberarci e spiccare il volo. Nasce così quella voglia di viaggiare, di conoscere e di spingerci sempre più oltre. Da prigionieri ci trasformiamo in viaggiatori e facciamo del mondo la nostra casa. Proprio come Gabriele Saluci.

Gabriele Saluci: dall’Islanda al Sahara passando per il Po

La passione per i viaggi Gabriele l’ha sviluppata già in tenera età. «Da piccolo giravo spesso con i miei genitori. Loro insegnano e ogni estate, in quei tre mesi di festa, si partiva tutti assieme con il camper. Ci siamo fatti tutta l’Europa, la Russia, Turchia e tanti altri posti».
Merito quindi dei genitori, ma anche dello stesso Gabriele che con il tempo ha trovato nuovi modi per vivere queste esperienze. «Crescendo ho ricercato e sviluppato nuovi metodi per i miei viaggi, per renderli sempre più unici».

15250938_1186843428074755_6305362606386393048_o

Unici come quello in Islanda. Nell’estate del 2011 Gabriele decise di affrontare il caldo partendo verso Nord. Da Torino fino alla terra dei ghiacci e dei vulcani, il tutto con una bicicletta acquistata ai Grandi Magazzini. «Avevo voglia di una sfida, di misurarmi con un percorso che pochi hanno avuto il coraggio di fare. Sentirmi totalmente libero, non avere orari e provare un vero viaggio».
Rientrato dalla fredda Islanda, l’anno dopo decise di replicare. Ma questa volta invece del ghiaccio la meta scelta fu il deserto. «Mi ero stancato di pedalare al freddo, volevo equilibrio quindi il Sahara mi sembrava una bella soluzione».
Che sia neve o sabbia, la bicicletta è sempre stata una fedele compagna. «Mi faceva sentire totalmente libero, a contatto con l’aria aperta. Ma soprattutto non potevo permettermi altro».

gabriele-saluci-islanda

E se non si può pedalare le soluzioni certo non mancano, come in occasione della traversata lungo il fiume Po. Un viaggio affrontato sopra Postiki, una zattera realizzata interamente con bottiglie di plastica. «Io e il mio amico Lorenzo volevamo fare qualcosa di divertente, ma anche utile. Decidemmo così di raccogliere quante più bottiglie di plastica e realizzare una piccola imbarcazione. Per dimostrare che questo materiale, una volta buttato, può essere ancora utile. Ma anche per fare qualcosa di molto originale».

Racconti di viaggio

Ogni esperienza, ogni viaggio, ogni avventura viene sempre documentata e accompagnata da video, foto e racconti giornalieri sulla pagina Facebook e sul suo sito. Questo ha permesso a Gabriele di farsi conoscere e diventare uno degli inviati del programma Kilimangiaro. Ma tutto questo viaggiare non metterà in apprensione i genitori? «Ormai la preoccupazione si è allentata. Prima erano sempre preoccupati, anche perché in fondo la mamma è sempre la mamma. Ora riescono a stare più tranquilli. Hanno capito che la mia vita è un continuo viaggiare e quindi è difficile farmi restare fermo. Li devo inoltre ringraziare perché mi hanno sempre sostenuto e invogliato nel fare le cose che amo. Non tutti hanno questa fortuna».

Gli imprevisti però, soprattutto attraversando certe zone del pianeta, non mancano. Si cambia solo il modo di affrontarli. «Viaggiando continuamente i problemi si ripresentano sempre in maniera diversa, ma con l’esperienza si riesce quasi sempre a risolverli. Dieci anni fa non pensavo di poter affrontare il deserto, ora invece saprei come comportarmi».
Sfide che portano a vivere tante esperienze. Una delle più significative Gabriele l’ha vissuta in Vietnam: «Ad agosto abbiamo attraversato il Vietnam con dei motorini. Distribuivamo del materiale agli orfanotrofi. Abbiamo incontrato tantissime difficoltà, ma la gente ci è sempre stata affianco. Grazie al loro aiuto siamo riusciti a fare qualcosa di straordinario. Si era creata un’atmosfera magica, indimenticabile».

14207810_1101361879956244_7667074900476226659_o

Tutto questo girare mette comunque appetito. E stare lontano da casa significa sperimentare ogni tipo di cucina. «La mia preferita è la thailandese. Mi piace il piccante e poi la trovo buona e artistica quanto quella italiana. Mentre in Mongolia ho imparato ad apprezzare quello avevo davanti, senza pretese o capricci».

Progetti futuri

Per il 2017 gli impegni non mancano di certo. In programma previsti numerosi viaggi per conto di Rai3: «Ho un piccolo spazio settimanale su Kilimangiaro e stiamo producendo una serie di servizi sulle nostre avventure. Saranno viaggi on the road, principalmente in auto, ma non mancheranno le sorprese come il Rio delle Amazzoni in canoa».
Ma esiste un sogno per Gabriele? «In verità il mio sogno sono riuscito a realizzarlo l’anno scorso girando il Vietnam. Ora punto alla Patagonia, ma in futuro chissà, potrei scoprirne altri».

 

Italiani.it intervista Gabriele Saluci: quando il mondo diventa casa ultima modifica: 2016-12-02T13:54:27+01:00 da Gabriele Roberti

Commenti