Il 22 dicembre 1947, 520 persone si riunirono nel Palazzo di Montecitorio a Roma per segnare un momento decisivo nella storia d’Italia. Stiamo parlando dell’approvazione ufficiale della Costituzione della Repubblica Italiana. Quel documento segnava un nuovo inizio nella storia del Paese, dopo la monarchia, il Fascismo e la guerra.
Il percorso che condusse a quel momento, però, fu molto più lungo. Affondava le sue radici fino ancora al periodo della guerra. Nel giugno del 1944 la convocazione di un’Assemblea Costituente da eleggersi a suffragio universale è stato il primo atto. Per la prima volta anche le donne potevano votare, fatto che venne formalizzato legalmente nel febbraio 1945.
Prima della Costituzione: la nascita dell’Assemblea Costituente
L’Assemblea Costituente arrivò in contemporanea con le elezioni politiche del 2 giugno 1946 e con il fondamentale referendum che segnò la fine dell’Italia sabauda e la nascita della prima Repubblica Italiana. Al voto partecipò l’89% degli aventi diritto, cioè dei cittadini e delle cittadine di età superiore ai 21 anni.
L’Assemblea Costituente era suddivisa in 556 seggi, distribuiti su 31 collegi elettorali. La Democrazia Cristiana ottenne 207 seggi, pari al 35,2% dei voti. Era seguito dal Partito Socialista con 115 seggi (20,7%), e dal Partito Comunista con 104 seggi (18,9%). Altri partiti che avevano avuto un ruolo nel Comitato di Liberazione Nazionale elessero dei deputati, sebbene in numero ridotto. I liberali dell’Unione Democratica Nazionale ottennero 41 seggi (6,8%), mentre quelli del Partito Repubblicano 23 (4,4%); infine, il Partito d’Azione, formazione di centro-sinistra fondamentale nella lotta di Resistenza, elesse 7 deputati (1,5%).
Nella nuova Italia democratica rappresentata dall’Assemblea ci furono però fin da subito partiti d’opposizione, d’ispirazione conservatrice e monarchica, rappresentati dal Blocco Nazionale della Libertà, che ottenne 16 seggi (2,8%). Nello stesso schieramento si posizionò anche il controverso Fronte dell’Uomo Qualunque, il primo partito della destra populista italiana, che conquistò 30 seggi (5,3%).
L’approvazione della Costituzione Italiana
Furono questi i componenti dell’Assemblea Costituente, chiamata a redigere la prima Costituzione della Repubblica Italiana, che prendeva le distanze dallo Statuto Albertino di epoca monarchica. Si scelse di nominare un’apposita Commissione per realizzare un progetto generale della carta: composta da 75 membri, suddivisa in tre sottocommissioni, una si doveva occupare dei diritti e doveri dei cittadini, presieduta dal democristiano Umberto Tupini; una focalizzata sull’organizzazione dello Stato, presieduta dal comunista Umberto Terracini; e una inerente ai rappori economici e sociali, diretta dal socialista Gustavo Ghidini.
Nel febbraio 1947, la Commissione concluse il suo lavoro e lo presentò all’Assemblea, dando il via alla fase di discussione in aula, che comportò diverse modifiche alla bozza originale. Infine, si arrivò al 22 dicembre: con scrutinio segreto, 458 deputati votarono a favore della nuova Costituzione Italiana, a fronte di 62 contrari e nessun astenuto.
Cinque giorni dopo l’approvazione, il 27 dicembre, la Costituzione della Repubblica Italiana fu ufficialmente promulgata. È entrata infine in vigore a partire dal 1° gennaio 1948.
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