Oro, incenso e mirra, i doni dei Re Magi al Dio-Bambino. L’Epifania, termine che significa ‘manifestazione della divinità’ è una ricorrenza in cui i cristiani celebrano l’apparizione di Gesù al mondo. Infatti nel giorno dell’Epifania i tre Re Magi arrivano a Betlemme e in un’umile capanna scoprono il Dio-Bambino con Maria e Giuseppe. Il numero tre è naturalmente simbolico in quanto sta a indicare le tre razze umane discendenti dai tre figli di Noè: Sem, Cam e Iafet. A chi si chiede se i tre sapienti del presepe sono veramente esistiti, si ricorda che i magi erano i sacerdoti dei Medi, avi degli attuali Curdi. Un popolo montanaro che nel VI secolo a.C. fu sottomesso dai Persiani. Il greco Erodoto dice che interpretavano i sogni e studiavano gli astri: erano quindi degli scienziati e astronomi.

I doni dei Re Magi

Anche i doni che i sapienti portano al Bambino Gesù hanno un loro particolare significato. L’oro simboleggia la regalità del bimbo appena nato che diventerà re dell’universo, l’incenso ricorda la sua divinità e la mirra, che veniva usata per la mummificazione, esprime il sacrificio e l’umanità di Gesù. 

incenso

L’incenso, offerto da Gaspareil più giovane del Re Magi, è una resina ricavata dalla corteccia delle piante della famiglia delle Burseraceae, originare della penisola arabica e dell’Africa nord orientale. Chiamato anche “gomma di olibano”, o semplicemente olibano, l’incenso è stato utilizzato fin dalle epoche remote nell’ambito di cerimonie religiose e rituali. In particolare l’incenso possiede una potente carica antinfiammatoria, antiossidante e antimicrobica. Le sue qualità lo rendono molto efficace per rilassare mente e corpo, per contrastare i disturbi intestinali e respiratori.

La mirra

Anche la mirra, o incenso di mirra, portata in dono da Baldassarre, il Magio dalla pelle scura, è una resina e anch’essa è estratta dal tronco di una Burseracea. Il termine “mirra” deriva dalla parola semitica murr che vuol dire “amaro”. Essa è originaria della Somalia ed Etiopia. La mirra, la preziosa sostanza dal profumo straordinario; fin dall’antichità la mirra era conosciuta e apprezzata per le sue proprietà antisettiche e antibatteriche. Veniva usata soprattutto allo stato liquido, o in polvere, mescolata con olio e balsami.

mirra

Ancora oggi è utilizzata in varie forme e con innumerevoli scopi, per le sue virtù antinfiammatorie, antispasmodiche e lenitive. La si utilizza come rimedio nelle le malattie respiratorie, ma anche in caso di intossicazione alimentare, e come l’incenso viene bruciata per purificare gli ambienti e infondere pace e benessere. Per quanto riguarda la simbologia, la mirra indica il riconoscimento da parte dei Re Magi della natura divina di Cristo.

L’oro

Infine l’oro, dono di Melchiorre il più anziano dei Re Magi. Il prezioso metallo è il simbolo del riconoscimento della regalità di Gesù da parte dei tre sapienti arrivati dall’Oriente. Infatti l’oro era il dono riservato ai re e Gesù, per i Magi, era il re dei re. Tutte le grandi civiltà hanno usato l’oro per glorificare i propri sovrani e i propri dei. Secondo le leggende tramandate nei secoli Melchiorre offrì l’oro in forma di un pomo d’oro, che rappresentava la perfezione del mondo, e di trenta denari. Nelle mani di Gesù il pomo si ridusse in polvere, a simboleggiare che il Bambino era venuto a portare un mondo nuovo.

oro

I trenta denari d’oro sarebbero stati quelli che Abramo aveva usato per comprare il campo di sepoltura per sé e la sua famiglia. Gli stessi offerti ai fratelli di Giuseppe quando lo vendettero come schiavo. E, ancora, Maria perdette i trenta denari durante la fuga in Egitto. Un pastore malato li trovò nel deserto, mentre si recava a Gerusalemme per farsi guarire da Gesù che, già adulto, predicava la buona novella. A lui il pastore offrì i doni e i trenta denari, e Gesù li offrì a sua volta al tempio. E, infine, erano trenta i denari per cui Giuda tradì il suo maestro.

Oro, incenso e mirra: il significato dei doni dei Re Magi ultima modifica: 2023-01-06T09:07:38+01:00 da Maria Scaramuzzino

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