Tra le vie storiche romane, via Margutta è ricca d’arte e di testimonianze del passato. Qui, dove un tempo vissero Federico Fellini ed Anna Magnani, da cui passarono Rubens e Picasso, la storia pervade l’aria. E l’arte sopravvive, negli atelier di pittura e nelle facciate antiche.

Via Margutta, perché si chiama così

Il nome Margutta non si sa dove provenga, sebbene gli studiosi lo colleghino a “Marisgutta” (goccia di mare, come veniva chiamato il ruscello che scendeva da villa dei Pincii) oppure al soprannome del barbiere che qui aveva il suo negozio (Margutte). Ciò che è certo è che, in passato, via Margutta si chiamava via dei Nari e non era altro che una viuzza stretta dietro i palazzi di via del Babuino. Qui, in quest’angolo di Roma nel rione Campo Marzio, abitavano muratori e marmisti, stallieri e operai. Poi, nel Medioevo, un artista dall’identità sconosciuta aprì la prima bottega di ritratti e di sculture. E diede il via alla migrazione degli artisti che, da tutta Europa, arrivavano qui per aprire le loro botteghe e per costruire le loro case.

via margutta
Ph. Wikimedia (Philisofia)

La via preferita dagli artisti

A due passi da piazza di Spagna e di piazza del Popolo, via Margutta fu casa di Federico Fellini, Anna Magnani, Giulietta Masina, Giorgio de Chirico, Nicola Rubino e Novella Pariginie. Attratti dal clima artistico che qui si respirava, lo stesso che si respira nel film-capolavoro “Vacanze romane“. “Vedessi come è bello il cielo a via Margutta questa sera, a guardarlo adesso non sembra vero che sia lo stesso cielo dei bombardamenti, dei pittori, dei giovani poeti e dei loro amori” cantava Luca Barbarossa. E, in effetti, davvero qui vissero poeti e pittori. Basti pensare a Pieter Paul Rubens e Pablo Picasso, Gaspar van Wittel, Pieter van Laer e ad Antonio Canova che aprì sulla via il suo atelier.

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Ph. Wikimedia (Sonse)

Cosa vedere in via Margutta oggi

Oggi, in via Margutta, si viene per passeggiare nella Roma che fu. Qui si trova la targa che rende omaggio a Federico Fellini, per venticinque anni “inquilino” della via. Al civico 33 c’è il balconcino che “Vacanze Romane” rese celebre e che, oggi, è tra i balconi più famosi del mondo. Ma, soprattutto, sorge qui la Fontana delle Arti. Realizzata nel 1927 su disegno dell’architetto Pietro Lombardi, si distingue per i mascheroni fontali che rappresentano gli stati d’animo degli artisti (uno ha un’espressione serena, l’altro un’espressione triste). E ci sono poi gli atelier d’arte, uno più bello dell’altro. Dove, entrare, è un invito a cui non si può dire no.

via Margutta

La via nei film

Non solo è presente in “Vacanze romane”, via Margutta. C’è persino un film, “Via Margutta” che, tratto dal romanzo “Gente al Babuino” di Ugo Moretti, racconta le vicende di artisti e intellettuali. In “Un americano a RomaAlberto Sordi va a casa di una pittrice americana che vive proprio qui, e anche ne “I miei primi quarant’anni” can Carol Alt la via è presente. Ricorre di frequente ne “La noia” di Alberto Moravia, è citata in romanzi e canzoni. Ed è, oggi come ieri, indelebilmente scolpita nell’immaginario romano.

Via Margutta a Roma, culla d’arte e cultura ultima modifica: 2021-03-22T16:23:13+01:00 da Laura Alberti

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