Amazzonia in fiamme significa veder bruciare il polmone verde del pianeta. L’Amazzonia, un tempo molto rigogliosa e traboccante di milioni di forme di vita, è una foresta pluviale equatoriale Sudamericana in grande pericolo. La prima minaccia della foresta arrivò con i conquistatori spagnoli nel “nuovo mondo”, che spinse gli indios a fuggire e tanti si lasciarono addirittura morire. Oggi però il pericolo si rinnova più violento.
Amazzonia in fiamme
Amazzonia in fiamme è un titolo drammatico che non avremmo mai voluto leggere, poiché significa che si sta incrinando un equilibrio naturale che ci riguarda tutti. L’area vastissima, supera i sette milioni di km². Capire quanto questo territorio sia vasto non è semplice, tuttavia basta considerare che la zona boschiva ne occupa circa 5,5 milioni di km².
La foresta Amazzonica si trova per circa il 65% in Brasile, ma si estende anche in Colombia, Perù,Venezuela, Ecuador, Bolivia, Guyana, Suriname e Guyana francese. Parliamo di un grande polmone, che però è in affanno, rischia l’inaridimento e le conseguenze già si vedono con la popolazione indigena in fuga.
Amazzonia in fiamme e specie in estinzione
Oggi il polmone verde amazzonico sta bruciando ininterrottamente, e oltre all’orrore delle vite umane; assistiamo al ridursi della produzione di ossigeno, che potrebbe calare del 20%. Purtroppo la responsabilità è dell’uomo, poiché la maggior parte degli incendi sono dovuti ancora alla deforestazione, perché l’uso del fuoco è una delle tecniche usate.
Gli animali hanno la peggio, perché nella regione vivono circa 2,5 milioni di specie di insetti, 3000 specie di pesci. Almeno un quinto di tutti gli uccelli esistenti al mondo, si trova nella foresta amazzonica, 1294 specie, accanto a 427 tipi di mammiferi. Rischiano di estinguersi moltissimi anfibi e rettili, per non parlare delle 60.000 specie di piante. L’Istituto di ricerche spaziali del Brasile, ha stimato che dall’inizio dell’anno, gli incendi sono aumentati dell’83%. Sono stati registrati 73.000 roghi di cui il 52% in Amazzonia. Ogni minuto nell’area si brucia una superficie equivalente a tre campi di calcio.
#PrayforAmazonas
Purtroppo alla base dell’immane tragedia, c’è il saccheggio dell’Amazzonia e delle sue straordinarie risorse. Tutto questo significa una violenza, talvolta strisciante e talvolta palese e sfacciata, verso le popolazioni indigene che vivono ormai precariamente in quei territori. Legna pregiata, smeraldi, oro, pascoli e coltivazioni, sono alla base della deforestazione.
Le tribù amazzoniche sono le prime vittime, ma non le sole. In Sud America si accusa talora i governi, poco accorti oppure le ONG ambientaliste, ma le sterili polemiche non stanno risolvendo la drammatica situazione. Intanto, sui social, l’hashtag #PrayforAmazonas è ormai virale.
Ogni giorno migliaia di foto dei roghi sono condivise ovunque. Anche la Nasa, ha postato l’eloquente immagine della foresta amazzonica, catturata da un satellite, in cui si vedono fumo e deserto che avanzano.