Dopo aver trascorso oltre 50 anni in Olanda, Ben van Rijswijk ha scoperto la Calabria ed è stato amore a prima vista. Marito di Angela Pitasi, originaria di Reggio, ha scelto per vivere Condofuri, città sul Mar Ionio e grazie alla sua passione per la storia è diventato archivista digitale.
Ex insegnante, Ben ha scelto la Calabria come sua casa
La sua storia è stata raccontata da lacnews24.it che ha intervistato Ben e fatto conoscere la sua straordinaria avventura. Tutto nasce nei primi anni di permanenza in Calabria, quando Ben decide di risalire agli antenati della moglie. Dopo alcune ricerche scova i registri parrocchiali di San Salvatore, Cardeto, Cataforio, Mosorrofa, Cannavò e San Lorenzo riuscendo a ricostruire documenti fino al 1590. “Mi sono reso conto del grande patrimonio esistente e però non fruibile. Ho pensato di fare qualcosa“, dichiara Ben che ha scelto la Calabria per amore e per un’affinità con i suoi luoghi e il clima che gli hanno permesso di trovare e scoprire nuovi ritmi e un nuovo stile di vita.
«Nessun posto abbandonato è mai solo un ammasso di pietre, case vecchie e rovine, poiché esso vive e racconta una storia antica», spiega Ben van Rijswijk, fin da piccolo appassionato di storia ed ex insegnante di chimica e biologia in un paese nei pressi di Rotterdam. Già in quel periodo la sua passione per le ricerche genealogiche lo aveva portato a scovare documenti del 1200 per individuare tracce dei suoi antenati. Poi l’arrivo in Calabria, il fascino irresistibile e la scelta di restare per sempre qui. Un amore così profondo che Ben torna solo una volta all’anno in Olanda dove sono rimasti i figli Daniel ed Elisa.
Un popolo senza storia è un popolo senza futuro
Armato di bicicletta e macchina fotografica, Ben van Rijswijk ha esplorato e continua ad esplorare i borghi alla ricerca di documenti e reperti da archiviare. Nasce così l’idea di offrire la sua dedizione alla comunità per occuparsi della digitalizzazione del patrimonio documentale dell’archivio storico diocesano di Reggio Calabria – Bova, diretto con lungimiranza da Pia Mazzitelli. La sua opera è estesa anche all’Archivio di Stato dove sta fotografando gli archivi notarili e ha superato i 100mila scatti.
“Un popolo senza storia è un popolo senza futuro. Ho quindi voluto fare qualcosa per conservare e salvare quello che c’è. I documenti, che non sono dello Stato ma del popolo appunto, raccontano un’epoca, custodiscono storie familiari che qualcuno anche lontano, per esempio emigrato in altro paese o continente, potrebbe voler conoscere ecco perché è importante fare delle foto e archiviarle in rete. Ci sono, inoltre, tanti documenti antichi particolarmente usurati che, per essere preservati, devono poter essere consultati digitalmente“.
Il lavoro per la diocesi di Reggio Calabria-Bova
Per sei anni Ben ha visitato oltre cento parrocchie della diocesi di Reggio Calabria-Bova e scattato circa 400 mila foto. In questo modo è riuscito a dare voci a secoli di storia scovando anche i registri dei defunti al tempo della peste del 1743. Tra le tante testimonianze, una in particolare ha colpito la sua attenzione: “La drammatica storia di Pietro Polacco, infermiere veneto inviato dal regno di Napoli in soccorso che, avendo violato il divieto di ingresso nella città chiusa per la peste, era stato imprigionato ed era morto in carcere. Mi ha colpito molto anche il liber defuntorum scritto dal prete della parrocchia di Scilla dopo il maremoto del 1908. Mi sono soffermato a pensare a quelle persone travolte da quell’onda violenta e improvvisa“, ha raccontato Ben van Rijswijk.
Il lavoro di Ben non si ferma solo alla raccolta dei documenti ma anche alla redazione e pubblicazione di un indice per dare vita ad un archivio digitale della diocesi di Reggio Calabria – Bova. Un lavoro dall’importanza storico straordinaria e tutto per una travolgente passione.