Il fischio d’inizio il 13 giugno. Lo sperano le società, i giocatori, ma soprattutto i tanti tifosi. Dopo il lungo time out il Campionato di serie A riprenderà. Almeno stando a quanto deciso dall’Assemblea dei presidenti. Si attendono adesso le indicazioni del governo. Perché se ripartire è la parola d’ordine di tutto il settore, lo è soprattutto per l’impero economico che gravita sul mondo del calcio. Oltre due mesi di stop forzato ha avuto inevitabili conseguenze. Adesso il campionato italiano deve ripartire. Ma come in tutti gli altri campi, anche in questo devono esserci regole certe per la sicurezza.
Il campionato italiano e le incognite per la ripartenza
La sicurezza, quindi, innanzitutto. I giocatori infatti potrebbero iniziare a brevissimo gli allenamenti in base alle decisioni delle società. Ma se si dovessero registrare nuovi contagi, anche di un solo atleta, allora tutta la squadra sarebbe messa in quarantena. Per questo si corre ai ripari. L’Assemblea dei presidenti con una maggioranza di 15 voti a favore su 20 club ha deciso. Soltanto 5 club, il Sassuolo, Napoli, Torino, Sampdoria, Udinese avevano chiesto di iniziare dal 20 giugno. Ma questo avrebbe messo a rischio la Coppa Italia. “In ossequio alle decisioni del governo e in conformità ai protocolli medici a tutela dei calciatori e di tutti gli addetti ai lavori – hanno commentato la decisione”. Il campionato potrà riprendere però solo se il governo darà indicazioni.
Le decisioni dell’Assemblea dei presidenti sul campionato italiano
Chiare le indicazioni che le società hanno dato anche a Sky e ai broadcaster televisivi, che sono titolari dei diritti delle partite, in quanto non avrebbero ancora onorato l’ultima rata da versare. “La Lega – spiega la nota – ribadisce nel rapporto con i licenziatari dei diritti audiovisivi, la necessità del rispetto delle scadenze di pagamento previste dai contratti per mantenere con gli stessi un rapporto costruttivo”. Si valuta, anche, un possibile sconto alle televisioni, persino in caso di ripresa delle partite del campionato. Ma anche su questo ci sono stati pareri discordanti. Favorevoli a riduzioni solo Juventus, Bologna, Parma e Sassuolo.
Il monito del presidente dell’Udinese
Ma si corre ai ripari chiedendo garanzie anche per le società. Infatti Giampaolo Pozzo, presidente dell’Udinese, con una lettera ha chiesto al ministro Spadafora e per conoscenza al presidente del Coni Malagò, a quello della Figc Gravina, a quello della Lega Serie A Dal Pino, e al governatore del Friuli Fedriga un impegno preciso al governo. Di valutare “l’adozione di un provvedimento legislativo ad hoc, che possa manlevare i dirigenti delle società dalle altrimenti ostative responsabilità che dovremmo essere costretti ad indebitamente accollarci”. La richiesta è chiara: serve un provvedimento che sgravi i dirigenti delle responsabilità in caso di positività di qualche giocatore.
Al via gli allenamenti ma le partite saranno a porte chiuse
E così in attesa delle indicazioni del governo intanto riprenderanno gli allenamenti di squadra. Restano da giocare 12 giornate di Serie A, più quattro recuperi del venticinquesimo turno. Inoltre per la Coppa Italia mancano le semifinali di ritorno e poi la finale. Le partite si disputeranno comunque a porte chiuse, proprio per evitare assembramenti ma occorre tenere conto, soprattutto nelle partite più importanti, di controllare gli stadi per evitare che le tifoserie possano radunarsi all’esterno. La ripresa quindi non è tanto lontana. E se nei mesi scorsi le ipotesi sulla fine del campionato in anticipo, o di una ripresa in estate sembravano troppo lontane, adesso qualche certezza. Quella della ripresa del campionato italiano è quindi una partita tutta da giocare. E la attendono in molti.