Civita è un paese in provincia di Cosenza, incluso nel circuito dei borghi più belli d’Italia. È un piccolo gioiello incastonato nelle verdi montagne che lo circondano. Fa parte della comunità albanese d’Italia, di cui preserva le antiche tradizioni del popolo arbëreshë.

Civita, borgo albanese in Calabria

Il borgo di Civita oggi conta circa 870 abitanti. È un piccolo centro montano, immerso nella natura rigogliosa e aspra del Parco naturale del Pollino. Le origini del nome sono incerte. Potrebbe derivare dal latino civitas ma, alcuni studiosi propendono per origini albanesi. Quindi il nome deriverebbe da qifti che significa aquila. La sua posizione tra le rocce, infatti, potrebbe indicare il nido delle aquile, quindi un luogo nascosto e sicuro. E da cui è facile vedere ma non essere visti.

Monumento a Skanderberg eroe albanese importante per Civita

Le sue origini, comunque, affondano in tempi lontani. Grazie al permesso accordato da Ferrante d’Aragona a Giorgio Castriota Scanderberg, un gruppo di famiglie albanesi in fuga dai turchi, si stabilirono, in un centro in rovina. Il castrum Sancti Salvatoris, devastato dal terremoto del 1456 che, tra il 1467 e il 1471 divenne Civita. I suoi albori quindi sono albanesi, o meglio arbëreshë e, ancora oggi gli abitanti conservano intatte molte tradizioni degli avi e parlano correntemente la lingua della terra natia.

Riti e tradizioni bizantine a Civita

Un patrimonio culturale inestimabile quello arbëreshë, che nell’entroterra cosentino ha una presenza molto forte. Molti i centri, che hanno origini, o sono stati colonizzati dagli albanesi arrivati nel corso del tempo. Tutti comunque conservano tradizioni e lingua. Tanto che gli abitanti rientrano di diritto tra le minoranze etniche e linguistiche difese e tutelate dallo Stato. Non è la sola caratteristica di questi territori. Infatti, l’influenza orientale è bizantina, soprattutto, è molto presente nelle architetture religiose, e nei rituali, che sono greco ortodossi e, nelle decorazioni.

 la Chiesa Madre di Santa Maria Assunta. L'altare con l'iconostasi intarsiata

Da più di mezzo secolo in Calabria, nei paesi albanesi e a Civita si celebrano funzioni liturgiche bizantine, la gestualità è antica. I canti sono in greco e albanese, i paramenti sacri sono molto ricchi e le chiese sono adornate da mosaici, icone sacre e l’area dell’altare ha una ricca iconostasi lignea intarsiata. Nel centro di Civita è la Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, costruita nel XVI secolo.

Un delizioso borgo da scoprire

L’architettura del borgo richiama quella delle cittadine medievali con le abitazioni in pietra a due livelli e tutte con un comignolo decorato e di diverse forme. Caratteristiche sono le cosiddette case Kodra, le “case parlanti”. Sono edifici che hanno sembianze antropomorfe. Le finestre sono gli occhi, la porta la bocca e i comignoli, diventano il naso. Si chiamano così in omaggio al pittore albanese Ibrahim Kodra.

una casa Kodra con la tipica facciata antropomorfa di Civita

Era amico di Picasso e, le case sembrano riproporre la sua poetica e il suo messaggio provocatorio. Interessante da visitare è il “Museo Etnico Arbëreshë”, in cui sono conservate testimonianze e tradizioni della cultura albanese e bizantina. E, il “Museo della Filanda”, in cui sono conservati gli strumenti per la filatura delle fibre naturali e che venivano azionati dall’acqua del fiume Raganello. Il fiume e le sue gole dominano la vallata sottostante al paese. Vertiginose pareti rocciose che raggiungono un’altezza di circa 900 metri.

Le gole del Raganello a Civita, uno scorcio del fiume e della parete rocciosa

Le gole del Raganello e il ponte del Diavolo

Il nome stesso deriva dal greco ragas che significa fenditura della roccia. Le gole del Raganello sono un luogo molto suggestivo dal punto di vista naturalistico. Sono l’habitat per molte specie animali e, fino a qualche anno fa erano la metà di un turismo legato all’escursionismo e al trekking.  A sovrastare le gole il suggestivo ponte del Diavolo. Un’architettura antica e ardimentosa. Si narra che il proprietario del terreno chiese al diavolo ci aiutarlo a costruire un ponte in luogo impervio. Il diavolo accettò solo alla condizione di poter avere l’anima della prima persona che lo avesse attraversato.

Il ponte del Diavolo costruito sulle gole del Raganello a Civita

L’uomo accettò ma, al momento di rispettare il patto fece attraversare il ponte da una pecora. Il diavolo irritato cerco di distruggere il ponte ma precipitò rovinosamente nelle gole. Secondo l’antropologo Luigi Lombardi Satriani, il legame della costruzione con il diavolo, rimanda a temi folcloristici che, si trovano in molte tradizioni italiane ed europee e che sono strettamente connesse al grande coraggio nel realizzare opere così coraggiose che sfidano le leggi di gravità. Un luogo da scoprire Civita, che non può mancare se si viene in Calabria

Civita, borgo più bello d’Italia nel cuore del Pollino ultima modifica: 2020-08-14T11:09:38+02:00 da Gianna Maione

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