Ad Olginate, in provincia di Lecco, Consonno è una città fantasma. Un borgo in cui il tempo s’è cristallizzato, e gli edifici sono i resti di un’ambizione: diventare la “Las Vegas” della Brianza.

Consonno, la storia della città dei balocchi

Sito all’estremo sud delle Prealpi lombarde, Consonno fu un possedimento del monastero benedettino di Civate. Poi, nel 1412, il comune giurò fedeltà a Filippo Maria Visconti. Sul finire del Cinquecento venne incluso nel prospetto che comprendeva le terre del ducato di Milano et altre con esse tassate per le stara di sale mentre, due secoli dopo, passò nel distretto VI di Oggiono della provincia di Milano. Seguirono anni di cambiamenti, di adesioni ad altri distretti, di ritorni in quelli precedenti. Fino a quando, nel 1928, Consonno venne aggregato al comune di Olginate. I suoi abitanti, che dopo la II Guerra Mondiale erano solo una cinquantina, vivevano di attività artigianali e di agricoltura. Ma il borgo era destinato a cambiare, profondamente. Un cambiamento voluto da Mario Bagno, Grande Ufficiale Conte di Villa dell’Olmo nato nel 1901 e divenuto noto per via della sua eccentricità.

consonno - il minareto
Il minareto di Consonno – credit Marco Sbroggiò – C BY-SA 4.0 (Wikipedia)

Tra gli anni Cinquanta e Settanta, nel periodo del miracolo economico italiano, Bagno aveva iniziato a costruire strade e aeroporti in tutta Italia. E aveva scelto proprio Consonno per creare una città dei balocchi, collegando il borgo ad Olginate con una strada costata all’epoca 22.500.000 lire. L’antico villaggio fu dunque demolito, ad eccezione della chiesa di San Maurizio, la sua canonica e il cimitero. Al posto dei vecchi edifici nacquero un minareto e un castello, una balera, un lussuoso albergo e diversi ristoranti. E poi un luna park, uno zoo, campi da basket, da calcio e da pallavolo. “Consonno è il paese più piccolo ma il più bello del mondo” recitavano i cartelli e le cartoline postali, “A Consonno è sempre festa“.

La disfatta del borgo

L’autodromo sognato dall’imprenditore non venne mai costruito, e l’edificio più importante rimase il minareto (così chiamato per la sua somiglianza con la torre delle moschee) con i suoi appartamenti e la sua galleria commerciale. C’erano poi il “missile Bagno” con un cannone d’artiglieria e un trenino panoramico che dava ai turisti un’idea del borgo. Tuttavia, le costruzioni distrussero l’equilibrio idrogeologico. E, a partire dal 1966, cominciarono le frane. La chiusura definitiva avvenne nel 1976, quando l’ultima frana distrusse nuovamente la strada d’accesso. Gli abitanti del borgo avevano ormai cominciato ad andarsene, e la città dei balocchi non interassava più. Definitivamente chiusa nel 2007, le sue strutture furono riempite di graffiti durante un rave party andato in scena lo stesso anno.

Consonno - Edificio abbandonato
Edificio abbandonato (Luca Di Ciaccio – Flickr)

Messa sul mercato dagli eredi di Bagno, oggi Consonno è una vera e propria città fantasma. Vi si può entrare solo a piedi, molti edifici sono pericolanti e la maggior parte del territorio resta una proprietà privata. Tuttavia, quel suo passato è tanto suggestivo che il borgo è stato scelto come set per film (da “Figli di Annibale” di Davide Ferrario alla webserie “Skypocalypse”) e pubblicità (Levi’s, Glassing, BMW).

Consonno, il paese che sognava di diventare “Las Vegas” ultima modifica: 2021-05-24T09:00:00+02:00 da Laura Alberti

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