“Se hai campato bene la morte è la giusta conclusione della vita”. Una frase che appartiene ad un grande uomo del teatro italiano. Oggi ricorre il quarto anniversario della morte del grande Dario Fo, attore, drammaturgo, poeta, autore di teatro e Premio Nobel per la Letteratura nel 1997. Durante tutta la sua carriera è stato capace di mescolare la cultura popolare, alle parabole evangeliche e ai misteri medievali.
Recuperò il grammelot quella particolare emissione di suoni senza senso che danno un effetto comico o farsesco. E soprattutto fu capace di reinventare il teatro: per lui la commedia dell’arte fu lo strumento con la satira per burlarsi del potere ma anche per raccontare le ipocrisie della religione. Vogliamo ricordarlo in questa giornata in cui quattro anni fa a 90 anni ci lasciava.
Dario Fo e il sodalizio con Franca Rame
Abbiamo spesso raccontato del ruolo che Dario Fo ebbe nel teatro italiano. Regista, drammaturgo, pittore e scenografo, perfino cantante. La sua caratteristica era quella di essere divertente, umorista con sarcasmo, geniale. Ma purtroppo non compreso fino in fondo e spesso criticato per la sua irriverenza. Uno dei nostri più geniali artisti negli ultimi anni era tornato ad esibirsi a Milano con la moglie di una vita, Franca Rame. Con lei un sodalizio artistico tale da renderli la coppia più amata da un pubblico colto, coraggioso. Una satira vera e spontanea, una genialità premiata con il Nobel.
Quella sera a Stoccolma di qualche anno fa, il premio Nobel a Dario Fo
In rete si trovano tanti video delle sue memorabili interpretazioni, di quel “Mistero buffo” capace di raccontare come una giullarata popolare, monologhi che descrivono alcuni episodi ad argomento biblico, tutti con grande ilarità. E poi ci sono le immagini di quella sera del 9 ottobre del 1997 quando Dario Fo ricevette a Stoccolma il Premio Nobel per la letteratura. La motivazione “Perché, seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi”.
I testi di teatro più belli e significativi
I suoi testi teatrali di satira politica e sociale sono stati interpretati con grande stile. Tra le opere più belle e significative di Dario Fo ci sono “Il dito nell’occhio”, del 1953, testo teatrale scritto e proposto da Dario Fo, Giustino Durano e Franco Parenti nel 1953. Piéce di satira sociale e politica, più volte sottoposto a censura. E poi “Non tutti i ladri vengono per nuocere” del 1958, “Morte accidentale di un anarchico” del 1970, dedicata alla “morte accidentale” dell’anarchico Giuseppe Pinelli. Ancora “Non si paga! Non si paga!” del 1974, opera legata al contesto storico e politico del tempo. “Il ratto della Francesca” del 1986, interpretata da Franca Rame.