Negli ultimi anni, il dibattito sull’uso dei cellulari in classe e sui social media da parte dei giovani ha raggiunto un punto critico. Personalità di spicco del mondo della pedagogia, educazione e cultura come Daniele Novara, Alberto Pellai, Pierfrancesco Favino e Carlotta Natoli, hanno lanciato una petizione che chiede al Governo italiano un’azione decisa: vietare l’uso di smartphone ai minori di 14 anni e impedire l’iscrizione ai social media ai minori di 16. Questa richiesta ha trovato terreno fertile in un contesto in cui anche il governo sta rafforzando le regole sull’uso dei dispositivi mobili nelle scuole e in particolare con il divieto cellulare in classe.
Divieto cellulare in classe, cosa succede
Il divieto dei cellulari in classe ha ricevuto nuova attenzione con la circolare del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, firmata l’11 luglio 2023. La stretta sull’uso degli smartphone rappresenta una novità significativa per l’anno scolastico in corso, segnando un cambiamento rispetto alla normativa del 2022 che consentiva l’uso dei dispositivi per fini didattici sotto supervisione.
Con questa circolare, l’Italia adotta una restrizione totale all’uso dei cellulari nelle aule, imponendo alle scuole di aggiornare i propri regolamenti e prevedere sanzioni disciplinari per chi viola il divieto. L’obiettivo è creare un ambiente più favorevole all’apprendimento e ridurre le distrazioni.
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Il divieto dei cellulari in classe non è solo un provvedimento di controllo, ma una misura per migliorare la qualità dell’apprendimento e favorire la socializzazione.
Senza distrazioni digitali, gli studenti partecipano più attivamente alle lezioni e sviluppano competenze sociali più solide. Regolare l’uso della tecnologia in età giovane è, dunque, fondamentale per preservare il loro sviluppo emotivo e cognitivo.
La petizione
Nel frattempo una petizione lanciata da personalità di rilievo come Daniele Novara e Alberto Pellai chiede al Governo di introdurre restrizioni più rigide sull’uso della tecnologia per i minori.
L’obiettivo è vietare l’uso degli smartphone ai ragazzi sotto i 14 anni e impedire l’iscrizione ai social media prima dei 16 anni. Gli esperti evidenziano i pericoli legati a un utilizzo precoce di dispositivi digitali, come il cyberbullismo, la dipendenza e il calo delle competenze sociali e cognitive.
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Secondo le neuroscienze, un uso eccessivo di smartphone e social media durante l’infanzia e l’adolescenza può interferire negativamente con lo sviluppo del cervello, in particolare nelle aree legate all’apprendimento e alla regolazione emotiva. Gli studi dimostrano che i giovani sono più vulnerabili agli effetti dopaminergici di social media e videogiochi, che possono influenzare il loro benessere psicologico e la percezione di sé.
L’appello non è contro la tecnologia, ma promuove un uso più consapevole e responsabile, sottolineando come le scuole che hanno vietato gli smartphone abbiano migliorato la socializzazione e l’apprendimento degli studenti.