Le case del futuro saranno contraddistinte da un crescente livello di integrazione tecnologica; in altre parole, gli ambienti domestici saranno sempre più ‘smart’, grazie all’impiego di sofisticati sistemi di controllo a distanza dei dispositivi e degli impianti. L’evoluzione degli spazi abitativi da questo punto di vista è merito, in buona parte, della domotica, la disciplina che mette a punto soluzioni integrate per migliorare la qualità della vità in ambito domestico.
Il mercato dei prodotti per Smart Home è caratterizzato da una serie di tendenze, emerse nel corso degli ultimi due anni. In particolare, si registra una crescente attenzione per i sistemi di sicurezza e i controlli degli accessi: l’utente medio predilige soluzioni semplici e di facile utilizzo ma che, al contempo, garantiscano un adeguato grado di protezione da eventuali attacchi informatici.
In ambito commerciale, invece, restano molto diffusi i sistemi integrati per la rilevazione della temperatura e altri controlli legati alle misure di prevenzione anti-covid.
Altro trend consolidato è quello che riguarda i dispositivi per l’efficienza energetica; la possibilità di programmare l’attivazione e lo spegnimento degli impianti di condizionamento e riscaldamento contribuisce a migliorare il rendimento energetico della casa, evitando sprechi e consumi eccessivi. Non è un caso che tra le principali novità di settore vi siano anche i termostati digitali che si connettono al Wi-Fi di casa, controllabili a distanza, anche tramite app. Da questo punto di vista, si segnala un’importante novità: il nuovo termostato con modulo Wi-Fi o 4G LTE presentato a marzo scorso da Vimar, azienda specializzata in soluzioni per l’edilizia civile, disponibili anche online tramite e-commerce quali Emmebistore. Oltre al nuovo termostato, caratterizzato da un display con matrice a LED, Vimar ha messo a punto anche un altro modello, l’Eikon Tactil, un termostato da incasso a rotella dotato di ghiera e display a LED.
Un settore in costante crescita
Nonostante il contraccolpo causato dalla pandemia da Covid-19, quello della domotica è un settore in ascesa; lo scorso anno, infatti, il comparto ha fatto registrare una crescita del 29% rispetto al 2020, a dimostrazione di come gli effetti negativi della crisi pandemica siano già stati, seppur in parte, ammortizzati. In aggiunta, il comparto delle Internet of Things per il comparto “Smart Home”, in Italia, ha raggiunto quota 650 milioni di euro, secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano.
I segmenti che trascinano il settore sono sostanzialmente tre: gli elettrodomestici connessi (135 milioni di euro), gli smart speaker (130 milioni) e le soluzioni per la sicurezza domestica (125). Il dato relativo al 2021 resta di segno positivo anche se rapportato a quelli precedenti la pandemia; nel 2019 – ultimo anno ‘utile’ da questo punto di vista – il volume complessivo di business ammontava a 530 milioni di euro, una cifra frutto di una crescita del 23% sul 2018.
“La crescita del mercato” – osservano Giulio Salvadori e Angela Tumino, direttori dell’Osservatorio Internet of Things – “poteva essere ancora maggiore ma negli ultimi dodici mesi è stata limitata dalla carenza di semiconduttori e materie prime. Ciò ha comportato un ammanco rilevante in termini di vendite, pari a circa 75 milioni di euro”. Potenzialmente, quindi, il mercato italiano dei device per Smart home avrebbe potuto beneficiare di una crescita del 45%, una percentuale in linea con i principali paesi europei (ancora lontani per quanto concerne i volumi complessivi di vendite). Regno Unito (+43%) e Germania (+37%) rappresentano i due mercati di riferimento anche sul piano del volume del business (che si attesta per entrambe sui 4 miliardi di euro). L’Italia, invece, si avvicina alla Francia (+16% rispetto al 2020), dove il valore complessivo del comparto si attesta su 1,3 miliardi di euro.
