C’è chi la passione per i viaggi e il desiderio di vivere in altri luoghi ce l’ha nel sangue. Chi non può stare fermo in un posto, ma vuole scoprire nuovi e diversi modi di essere. Questa è la storia di uno di questi. Lei è Berni (il vero nome è Bernardetta, ma si sbagliano sempre tutti a scriverlo e ci ha rinunciato a dirlo per intero), che passando per Mosca e Los Angeles, è approdata in Gran Bretagna, dove fa la fotografa nel Surrey. E la mamma. Bilingue.

fotografa nel surrey
Questa è Berni, che oggi fa la fotografa freelance in Gran Bretagna e ha da poco avuto un bimbo con il compagno inglese.

Una fotografa nel Surrey: le origini

Da dove vieni?

Vengo da un piccolo paesino vicino a Napoli. Ho studiato lingue, polacco e russo, perché ero affascinata dal mondo orientale. Ho sempre avuto la passione per i viaggi e fin da piccola ho desiderato vivere all’estero. Prima è stata la Russia: sono andata quattro volte a Mosca e dintorni, mentre stavo approfondendo l’arte dell’avanguardia russa per la tesi. Anzi, proprio questa mi ha portato dall’altra parte del mondo, a Los Angeles.

Un’italiana che studia russo negli Stati Uniti. Bizzarro.

Lì ho fatto il dottorato. Ma ho ben presto capito che la carriera accademica verso cui ero lanciata non faceva per me: non era compatibile con la famiglia. Ho ancora molti amici dall’altra parte dell’oceano e apprezzo i molti lati positivi degli Stati Uniti. Però la loro tipica cultura individualistica, ossessionata dal successo e dal lavoro, a volte anche chiusa, in cui ognuno impara a farcela da solo, senza contare nemmeno sulla famiglia e senza molto tempo o molta voglia per farsi degli amici, non mi assomigliava per nulla.

Oltre agli amici, a Los Angeles hai conosciuto il tuo partner.

Sì, Paul. Lui viene da Stratford-upon-Avon (ndR, la città natale di Shakesperare) e fa il software engeneer. Dopo tre anni e mezzo che ero lì ho deciso di seguirlo in Gran Bretagna. A lui era scaduto il visto e doveva rientrare. Il progetto era rimanere qui solo un anno e poi tornare negli Stati Uniti.

Una fotografa nel Surrey: l’arrivo in UK

Alla fine invece avete deciso di rimanere.

Io avevo rinunciato alla mia carriera in università. Paul ha trovato lavoro qui. Così siamo rimasti. Trovo questo Paese molto più a mia misura, meno centrato sul lavoro e in cui le persone non sono così ambiziose.

E poi è arrivato il bambino.

Volevo costruire una famiglia. Oltre a occuparmi di lui a tempo pieno (ha ormai 10 mesi) ho rispolverato la mia vecchia passione per la fotografia. All’inizio ho anche avuto un pop-up shop a Reading, dove viviamo, insieme con una giovane stilista che faceva cappelli, mentre adesso sono una freelance. Avevo deciso ben prima dell’arrivo del bambino che non avrei voluto perdermi niente dei suoi primi anni. Anche se non ho rinunciato del tutto a lavorare: mi stimola e mi tiene occupata.

fotografa nel surrey
Berni si occupa spesso di wedding photography, come in questo scatto che ha gentilmente condiviso con noi.

Una fotografa nel Surrey: il futuro

Come ti trovi in Gran Bretagna?

Ho capito che se vai in un posto e riesci a farlo tuo, soprattutto creando un network di persone con cui sta bene, puoi essere felice ovunque. Qui mi piace il fatto che non ci sia il disfattismo che spesso si sente in Italia. Oltre a tutti i problemi specifici che ha una città come Napoli. Eppure non sono di quelli che straccerebbero il passaporto italiano. Nel nostro Paese vedo alcuni lati positivi, come il senso di comunità che altrove manca.

E con la Brexit, stai pensando di spostarti?

Non ho mai avuto l’idea di tornare in Italia, fin da piccola desideravo viaggiare e vivere all’estero. Mi piace proprio l’esperienza di stare all’estero, è quello che ho sempre voluto. L’idea invece di trasferirmi in un altro Paese c’è, per continuare a conoscere posti diversi. Anche se mi rendo conto che ogni volta riniziare da capo è sempre più stancante. Certo la Brexit è un brutto segnale, di chiusura. Anche se penso che alla fine troveranno un accordo.

Una fotografa nel Surrey: il progetto mamme italiane in Gran Bretagna

Oltre alla fotografia c’è un altro progetto che ti sta tenendo impegnata di recente.

Sì. Tutto è nato dall’incontro con un’altra futura mamma italiana al corso preparto. Mi sono resa conto che, come io avevo trovato lei, con cui siamo diventate molto amiche e con cui ci sosteniamo a vicenda, anche le altre mamme italiane avevano bisogno e desiderio di trovare amicizie, supporto, informazioni. E di combattere la solitudine e l’isolamento che spesso provi quando ti trasferisci all’estero, in un Paese dove non conosci nessuno.

Così è nato italianmums, un gruppo Facebook che adesso è anche un sito, con l’ambizione di ampliare il raggio d’azione e da Reading arrivare a tutta la Gran Bretagna. Oltre a incontri mamme-bambini per giocare (loro) e chiacchierare (noi), a eventi in cui parlare di quello che ci tocca da vicino, per esempio come instradare nel modo migliore nostri figli verso il bilinguismo (alcuni dei papà sono inglesi), e a momenti dedicati solo alle mamme, il gruppo è nato ovviamente anche per permettere ai bambini di interagire tra loro in italiano. Anzi, questa è una delle prime ragioni per cui è stato creato: non fare perdere ai nostri figli, soprattutto quelli come il mio che non sentono parlare italiano in casa, la possibilità di conoscere la lingua e anche il Paese, al di là degli stereotipi.

Una fotografa nel Surrey: la storia di Berni ultima modifica: 2017-03-08T08:46:39+01:00 da Giulia Gagliardi

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