Quando si parla di Gianni Rodari non si può fare a meno di ritornare con la mente all’infanzia e al mondo delle favole. Rodari rimane, senza alcun dubbio, uno degli autori più amati di racconti e filastrocche della letteratura per bambini, in Italia e all’estero. Chi non ha mai letto le sue favole? Chi non ricorda il suo “Gelsomino nel paese dei bugiardi”? Oggi, 14 aprile, ricorre il quarantaduesimo anniversario dalla morte di questo straordinario autore che fu insegnante, giornalista, poeta e scrittore.

Rodari

L’insegnamento e il giornalismo

Gianni Rodari nacque a Omegna, sul Lago d’Orta, nel 1920. Era solo un bambino quando il padre Giuseppe, che faceva il fornaio, morì di broncopolmonite. A nove anni si trasferì con il fratello e la mamma nel paese natale di quest’ultima, Gavirate, in provincia di Varese, dove portò avanti gli studi. Proprio la madre, nel 1931, lo spinse a entrare nel seminario cattolico di San Pietro Martire di Seveso (Milano), ma poi, non essendo quella la sua vera vocazione, passò alle magistrali e conseguì il diploma di maestro nel 1937. Due anni dopo di iscrisse alla facoltà di lingue presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ma non terminò gli studi per pochi esami. Cominciò ad insegnare per alcuni anni. Si interessò alla politica: prima accostandosi al mondo cattolico e, dopo la parentesi fascista, si avvicinò al partito comunista e partecipò alle lotte della resistenza. Terminata la Seconda Guerra mondiale, iniziò la carriera giornalistica che lo portò a collaborare con diversi giornali, fra cui L’Unità, Paese Sera, Pioniere.

Le favole

Rodari iniziò a pubblicare le sue favole agli inizi degli anni ’50 e, da lì, fino agli anni ’70, riscuotendo un grande successo. Titoli come “Favole al telefono”, “Gelsomino nel paese dei bugiardi”, “Il romanzo di Cipollino”, “La freccia azzurra”, “Filastrocche in cielo e in terra”, “C’era una volta il barone Lamberto”, sono lette e apprezzate ancora oggi da grandi e piccini. I suoi libri sono stati tradotti in diverse lingue. Nel 1970, Rodari (è stato il primo e unico italiano fino ad oggi) ricevette il prestigioso Premio Christian Andersen, considerato il “Nobel” della letteratura per l’infanzia. Una delle sue più importanti pubblicazioni è la famosa “Grammatica della fantasia. Introduzione all’arte di inventare storie”, del 1973, che lo ha consacrato fra i più grandi teorici della scrittura creativa e fantastica. Questo saggio è infatti diventato un punto di riferimento per gli insegnanti, ma anche per genitori e animatori.

Rodari e i bambini

Alcuni suoi testi per l’infanzia, tra i quali la celeberrima “Ci vuole un fiore“, sono stati musicati da Sergio Endrigo e da altri cantautori. Morì all’età di 59 anni per collasso cardiaco a Roma, città in cui viveva dagli anni ’50. Numerosi sono i testi che lo ricordano e parlano della sua opera. Ma lo sono anche i luoghi, le strade, i parchi, le biblioteche a lui intitolati. Il più celebre è il Parco della fantasia a Omegna.

La luna di Kiev

Una filastrocca di Gianni Rodari dal titolo “La luna di Kiev” è diventata molto popolare nelle ultime settimane perché rimanda alla guerra in Ucraina. “La luna di Kiev è uguale alla luna di Roma?” si domandava l’autore nel 1955, quasi settant’anni fa. Oggi questa rima è tornata all’attenzione del pubblico dei social, dove è stata pubblicata come messaggio di speranza in questo drammatico periodo funestato dalla guerra. Ispirato a questa filastrocca, due giorni fa, è uscito in tutte le librerie l’album illustrato da Beatrice Alemagna dedicato a “La luna di Kiev” (Einaudi Ragazzi), i cui ricavati saranno devoluti alla Croce Rossa italiana per l’emergenza in Ucraina. L’idea è quella di trasformare il messaggio positivo della filastrocca in un’azione concreta e utile a quanti, in questo momento, stanno soffrendo a causa della guerra.

Il testo di “La luna di Kiev”

Chissà se la luna
di Kiev
è bella
come la luna di Roma,
chissà se è la stessa
o soltanto sua sorella…

“Ma son sempre quella!
– la luna protesta –
non sono mica
un berretto da notte
sulla tua testa!

Viaggiando quassù
faccio lume a tutti quanti,
dall’India al Perù,
dal Tevere al Mar Morto,
e i miei raggi viaggiano
senza passaporto”.

Fonte fotografie: pagina Facebook Gianni Rodari

Gianni Rodari, il maestro delle favole ultima modifica: 2022-04-14T15:30:00+02:00 da Antonietta Malito

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