Green. Oggi questa è la parola d’ordine per etichettare tutto ciò che riguarda l’ambiente e ciò che viene chiamato “ecosostenibile”. Sia ben chiaro: l’ambiente e la sua tutela sono valori molto importanti. Proprio per questo non ha senso chiamarli con un termine di un’altra lingua, che tra l’altro racconta un colore che abbiamo anche in Italia. Anzi, lo abbiamo nella bandiera. E poi “green” vuole raccontare un mondo che avevamo ben prima dell’arrivo dell’inglese nello Stivale. E che era molto più genuino.
Quando nessuno usava la parola green…
Quando nessuno dei nostri nonni sapeva cosa significa la parola “green” succedevano però alcune cose:
– Si camminava. Anche se c’erano già le macchine la regola per spostarsi, anche in città, era: camminare. Fare parecchi chilometri al giorno era normalità per tutti. Oggi, che siamo “green”, prendiamo la macchina per andare a trovare il vicino di casa.
– Le persone facevano l’orto. In ogni casa di campagna qualcuno della famiglia si prendeva la briga di coltivare verdure per la casa. Non esisteva il concetto di “bio”. Si mangiavano le verdure sporche della terra che tu stesso avevi zappato.
– Si riciclava. I bambini “ereditavano” i vestiti, le scarpe e i giochi dei fratelli più grandi e con un’unica infornata di oggetti si tiravano su tre generazioni di figli. Oggi che si fa “recycling” abbiamo un solo figlio per coppia ma consumiamo più oggetti di quanto una volta si facesse in tre intere generazioni.
– Si stava in mezzo alla natura. Chiunque, dalla più tenera età, era abituato a conoscere il profumo degli alberi, la luce del mare. La natura era maestra di sensorialità e di vita. Oggi inseguiamo l’odore del cemento.
– Conoscevamo gli animali. Nelle aie delle campagne molte famiglie avevano le galline, i cani, le mucche, qualcuno anche i cavalli. Le persone vivevano a stretto contatto con gli animali, non ne avevano una conoscenza teorica da documentario. Oggi l’unico animale con cui interagiamo è il cane che teniamo in casa e che trattiamo come un bambino.
E tutto questo non lo chiamavamo “green”.