Il castello di Roseto Capo Spulico, o Castrum Petrae Roseti (Castello della pietra di Roseto) è un’imponente fortezza arroccata sulla scogliera a picco sul mare, in quel tratto di costa denominato Costa degli Achei in Calabria. Il maniero caratterizza l’omonimo borgo dell’alto Jonio cosentino, che deve il suo nome alla coltivazione delle rose da parte degli antichi coloni greci. Fu costruito dai Normanni nel secolo XI, sui ruderi di un antico monastero (fondato nel X secolo da San Vitale da Castronuovo), a sua volta eretto sulle rovine di un tempio pagano, noto come il Tempio di Venere in Calabria. Tra il 1027 e il 1154, il castello segnava il confine tra i possedimenti di Roberto il Guiscardo e suo fratello Ruggero I, nonno di Costanza d’Altavilla (erede del regno di Sicilia e madre di Federico II Hohenstaufen).

Il castello di Roseto Capo Spulico

Il castello di Roseto Capo Spulico al tempo di Federico II

Il maniero fu sede di un ordine templare fino a quando Federico II di Svevia e di Sicilia lo requisì, per punire l’ordine del tradimento avvenuto durante la VI crociata in Terra Santa. Tra il 1235 ed il 1245 lo “Stupor Mundi” riadattò e ampliò il castello, e nel testamento volle lasciarlo ai figli legittimi. Il territorio di Roseto, invece, rimase a Manfredi, suo figlio naturale. Al tempo di Federico II, il castrum (che oggi è detto Federiciano proprio in ricordo dell’imperatore) era decorato da magnifiche pitture, non più visibili, presumibilmente di carattere profano. Anche dopo la sua morte, avvenuta nel 1250, il castello ha mantenuto la sua importanza. Dalla seconda metà del XIII secolo, infatti, fu adattato a fortilizio militare tanto che, come si evince dai registri angioini, nel 1275 ospitava un castellano, uno scudiero e dodici guardie.

Il castello di Roseto Capo Spulico con Federico II

Il castello di Roseto Capo Spulico e i riferimenti alla Città Santa

A pianta trapezoidale, la fortezza è circondata da mura merlate e presenta possenti torri. La più alta ha forma quadrangolare. Nell’ampio cortile è presente una cisterna per l’approvvigionamento idrico, insieme ai resti delle scuderie. Al suo interno, invece, ospita magnifici saloni di rappresentanza e spaziose stanze ancora arredate in stile medioevale.

Una delle sale del castello

Pur rispecchiando pienamente l’architettura federiciana, fra le mura e nei cortili sono visibili alcuni simboli legati ai templari. Inoltre, pare che la pianta del castello combaci con quella del Tempio di Gerusalemme. I punti cardinali che ruotano attorno a esso sono chiari riferimenti alla Città Santa. A nord si estende il Comune di Montegiordano; a sud il Piano d’Orlando (che ricorda i Cavalieri della Tavola Rotonda e la ricerca del Sacro Graal); a est l’acqua del mare (che simboleggia il fiume Giordano); a ovest il Piano di Salomone (il re che fondò il primo Tempio di Gerusalemme).

Le mura merlate del castello

Stemmi templari e religiosi

Sull’ampio ingresso, dall’imponente portale in stile gotico, spiccano gli stemmi tipici del Tempio dell’Ordine Cistercense: una rosa a sei petali e un giglio. Sono anche presenti il cerchio di Salomone e lo stemma con grifone, emblema del casato Svevo. C’è anche un omphalos, ovvero una sfera di pietra con sopra incisi un Agnus Dei e altri segni della Passione di Cristo. Inoltre, sempre tra le mura del castello, sono visibili il tetragramma di Heavé, una croce cristiana e i numeri romani che richiamano i versetti di inno ad Allah del Corano, segno evidente che Federico II credeva nell’unione delle tre religioni monoteiste.

L'ingresso

Custode della Sacra Sindone

Dall’interpretazione dei numerosi segni esoterici, alcuni esperti hanno affermato che, sotto il regno di Federico II, il castrum di Roseto abbia custodito la Sacra Sindone. Il convincimento viene anche dalla considerazione che l’imperatore del Sacro romano impero e re di Gerusalemme possedesse molte reliquie e che ne facesse dono in determinate circostanze. Si pensi, ad esempio, a quando, nel 1222, in occasione dell’inaugurazione del Duomo di Cosenza, egli regalò all’allora Vescovo della città, Monsignor Campana, la Stauroteca. Una preziosa croce bizantina contenente un pezzo del legno della vera croce di Cristo.

Il castello di Roseto Capo Spulico, il ristorante

Il castello oggi

Oggi il Castrum Petrae Roseti ospita la sede del Municipio di Roseto Capo Spulico e il Museo etnografico della civiltà contadina. Di proprietà della famiglia Cosentino, che lo ha restaurato, è anche sede di un noto ristorante tipico. Non mancano spazi per ricevimenti, seminari e mostre. Inoltre, nell’antica corte è stato ricavato un suggestivo anfiteatro. Poco distante da questo magico luogo, all’ombra del Promontorio di Cardone su cui il castello è arroccato, si estende un tratto di mare cristallino. Qui è presente uno scoglio dalla particolare forma a incudine, denominato “il fungo del castello”. Entrambi, rendono il posto estremamente affascinante, tanto da essere considerato uno dei più belli e suggestivi della costa calabra.

Il castello di Roseto Capo Spulico arroccato sulla scogliera ultima modifica: 2020-09-12T09:55:09+02:00 da Antonietta Malito

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