Il Santuario della Natività della Beata Vergine Maria di Sombreno, una frazione di Paladina, in provincia di Bergamo, oltre a essere un importante luogo di culto, custodisce un grande mistero: la costola di un animale appesa nella navata. L’edificio è costituito da due blocchi attigui tra loro. Di questi, uno è dedicato alla Natività di Maria, l’altro alla Madonna Addolorata. Entrambi furono eretti nel XV secolo e il più recente dei due, la chiesa dell’Addolorata, porta la data esatta del 1493.

Santuario, interno

La leggenda del drago

Il santuario è conosciuto e visitato anche per questo affascinante mistero, del quale, recentemente, alcuni scienziati hanno provato a dare una spiegazione definitiva. L’osso gigante è appeso da secoli al soffitto della navata. Una leggenda narra che appartenesse a un drago che si aggirava nelle vicinanze del fiume Brembo, non lontano dal colle Sombreno sul quale si erge il santuario. Il drago terrorizzò gli abitanti delle campagne circostanti fino al medioevo, quando un cavaliere coraggioso decise di affrontarlo e ucciderlo.

osso
In alto, al centro della navata, è visibile l’osso

A sconfiggere la bestia mitologica si dice fu San Giorgio. Nella chiesa dedicata al santo, situata nel vicino comune di Almenno San Salvatore, c’è infatti un’altra costola che dicono sia appartenuta allo stesso mostro. L’osso visibile nel santuario della Natività di Sombreno è rimasto appeso al soffitto della chiesa per ricordare ai fedeli il potere che ha la fede. Tuttavia, gli scienziati hanno voluto andare a fondo al mistero e, dal XIX secolo fino alla metà del XX, hanno attribuito l’osso a un mammuth, escludendo che appartenesse a un drago.

opere

Gli ultimi studi

Effettivamente, la zona della bergamasca e il fiume Brembo hanno portato testimonianze di insediamenti e reperti preistorici antichissimi. Dunque era possibile che un mammuth fosse vissuto in queste campagne millenni fa. Ciò fino al 2018, in concomitanza con il restauro della chiesa, quando sono stati condotti ulteriori studi. Questi ultimi hanno rivelato che non si tratta della costola di mammuth ma dell’osso costale di una piccola balena vissuta tra i secoli XV e XVI. Rimane comunque il mistero di come esso sia arrivato fino a Sombreno. L’unico dato utile per arrivare a questa conclusione sono le due lettere AM, incise sulla costola insieme a una croce. Tali iniziali corrispondono a quelle dell’artista Antonio Moroni da Breno, autore di uno degli affreschi esposti nel santuario. Il mistero rimane e affascina sempre di più turisti, fedeli e studiosi.

Santuario, organo

Luogo di grande devozione

Il Santuario di Sombreno è un luogo di grande devozione. Costruito intorno all’antica cappella del castello medievale ormai quasi inesistente, è un edificio di grande bellezza che si inserisce perfettamente nel paesaggio circostante. Al suo interno si possono ammirare opere di pregio artistico. Ne sono un esempio l’altare in stucco di Giovanni Angelo Sala, una Pietà di legno del XVI secolo, le tele del Vigna, gli affreschi di Ceresa, Baschenis e Genovesino, e un organo Serassi risalente al 1737. Il luogo è perfetto per chi ama la storia, ma anche l’arte, la natura e, ovviamente, il mistero. Nelle vicinanze del santuario si può visitare il bellissimo Parco dei Colli.

(Foto: Amici del Santuario di Sombreno, Pagina Facebook)

Il Santuario di Sombreno e il mistero della costola nella navata ultima modifica: 2024-02-17T06:25:00+01:00 da Antonietta Malito

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