Il guardiano del Simeto è la denominazione di una roccia che si trova nella valle del fiume Simeto in Sicilia orientale, precisamente in territorio di Adrano, in provincia di Catania, che assume una sorta di profilo umano. Ecco le informazioni su questa particolarissima figura.
Il “guardiano del Simeto”
E’ fra i luoghi più suggestivi della nostra Italia, parliamo della valle del Simeto, luogo suggestivo pieno di particolarità floreali, faunistiche, storiche e culturali.
Proprio qui si trova un massiccio roccioso in questione, alto una decina di metri, allocato all’interno un fondo agricolo nella strada che porta alle campagne di Adrano, città della provincia di Catania dalla storia antichissima, fondata da Dionigi il Vecchio di Siracusa nel 400 a.C. ma abitata e conosciuta dalla preistoria. Questa particolare roccia si trova precisamente in contrada Pietra Bianca, una strada molto vicina a un’altra caratteristica costruzione che è il Ponte dei Saraceni. Questa parte custodisce molti tesori naturalistici e architettonici.
Un’opera plasmata dalla natura, che probabilmente a causa del fenomeno della pareidolia, sembra riproporre il profilo di un volto e in particolare quello del tipico “siciliano con la coppola e il naso sporgente” . La forma di testa umana si è creata naturalmente ad un lato di esso. Il volto del guardiano dell’Etna assiso in alto è rivolto verso il Simeto, come se facesse la guardia a questo territorio così ricco di risorse e inserito in un percorso turistico naturalistico di rilievo. Tutt’attorno una flora lussureggiante tipica di questo bioma.
La valle del Simeto
Il Simeto è il fiume principale della Sicilia, misura 113 km. Nasce sul versante meridionale dei monti Nebrodi, a 1630 m s.l.m., dall’unione del torrente della Saracena con il Cuto. Dopo aver percorso la Piana di Catania, sfocia nel mar Ionio, nel Golfo di Catania. Riceve da destra numerosi affluenti, tra i quali il Salso, il Dittaino e il Gornalunga. Nel corso inferiore è denominato Giarretta.
Il fiume Simeto, detto anche Giarretta, di cui fa cenno Tucidide nelle sue Historie, e di cui cantarono i poeti latini Virgilio ed Ovidio, forse in tempi antichissimi diede il suo nome al villaggio, chiamato degli Arabi, Grotte della Farina (Ghirân-ed-qûq) e poscia Maniag, Maniaci, dal condottiero bizantino Giorgio Maniace.
Il Simeto fu chiamato dagli Arabi «wâdi Mûsâ» (il fiume di Mosè ). Non è solo un fiume ma con i suoi affluenti dà vita ad un vero e proprio sistema fluviale le cui acque, bagnano un vasto territorio ricco di bei colori che rendono ancora più luce a scenari di incomparabile bellezza e di contrastante carattere.
Un luogo da esplorare
Tutto il suo percorso è ricco di interesse culturale e storico, un ambiente dotato di paesaggi estremamente suggestivi che si fondono con le intricate vicende umane locali, vissute con sullo sfondo l’Etna, dove la terra si allunga quasi a toccare il cielo. Itinerari reali che si snodano attraverso siti antropizzati in quanto ricchi di insediamenti agricoli produttivi.
Lungo il corso del fiume Simeto, si trovano le Forre laviche, testimonianza attuale delle imponenti colate laviche che si riversarono nel fiume nel periodo preistorico. Stettissimo il legame fra il sistema fluviale e il vulcano Etna.
Da secoli, la valle è stata culla di civiltà e crocevia di popoli.
Quella del guardiano del Simeto è uno dei luoghi incantevoli e sorprendenti che si possono scoprire mettendosi in viaggio, percorrendo un itinerario escursionistico per scoprire i tanti volti della natura e vedere le Salinelle di Paternò e Belpasso, l’Etna, i Calanchi, il territorio di Carcaci e altre bellezze.
Fonte fotografie: pagina facebook Adrano Dreamers