In queste sere il seguitissimo gioco televisivo condotto da Flavio Insinna ha visto la presenza di Marco Bombi, attore e doppiatore con un trascorso a programmi come Colorado. Classe 1982, Marco è originario di Rivoli in Piemonte, ed è stato la voce audioguida per progetti museali di rilievo e attore nel film ‘Ti presento Sofia‘ di Guido Chiesa. Vincitore edizione II col duo ‘Bella Domanda’ in ‘Eccezionale Veramente‘ su La7 nel 2016, nella puntata del 9 novembre de L’Eredità ha portato a casa 25.000 euro in gettoni d’oro. L’attore piemontese è spiccato agli occhi del pubblico per la sua simpatia e lo abbiamo ospitato in questa intervista esclusiva. Flavio Insinna lo ha definito l’uomo dei fiori e delle piante in virtù della sua passione per la botanica ma Marco ha anche una laurea magistrale in Giurisprudenza conseguita presso l’Università degli studi di Torino.

Ciao Marco, hai un bellissimo sorriso. Come sei arrivato a fare l’attore comico?

La passione per il doppiaggio e per la recitazione è nata da bambino quando facevo le imitazioni con i maestri a scuola, con gli amici, al liceo… ci si divertiva così. Avevo questo gusto di imitare e da lì ho capito che cercare di immergersi nella vita degli altri è una cosa che mi piace. Il motivo è quello: immergermi negli altri, vorrei fare la vita di tutti – dicevo sempre a mia madre. Quando già studiavo giurisprudenza ho scoperto che c’era un’accademia a Torino che insegnava doppiaggio e mi ci sono iscritto. Da lì è partito un po’ tutto.

Marco Bombi, comico di Colorado
Marco Federico Bombi

La tua è stata anche la voce di audioguide museali e per istituti religiosi, ad esempio per un progetto nella Basilica di Sant’Antonio da Padova. Ci racconti questa esperienza?

Ho iniziato a Torino con audioguide per i musei francescani e poi è arrivata questa bella opportunità nella Basilica del Santo a Padova dove c’è un’installazione che durerà per circa venti anni. Lì appaio in una ripresa in cui sono un beato che racconta la vita di San Francesco.

Marco Bombi e il far sorridere gli altri…

“Io penso che la comicità nasconde in sé una voglia di ribellione. C’è qualcosa in tutti i comici che non va e scatta una voglia di ribellarsi. In questa insoddisfazione di fondo verso certe situazioni della vita, la risata è ciò che la fa purificare, è un modo catartico per tirare fuori il proprio dolore. Credo sia così. Se un comico non ha una grossa ‘magagna’ dentro e una ribellione non è un comico. Parlo per il mio piccolissimo, ma credo anche i grandi abbiano avuto questa insoddisfazione di fondo da tirar fuori. E’ un buttare fuori, in faccia al pubblico, con tutta la gentilezza, qualcosa”.

Come sei passato dalla giurisprudenza al linguaggio dei fiori?

Questa è una bella domanda perché non c’è una risposta. (ride). Io la giurisprudenza non l’ho mai amata. Mi sono iscritto a questa facoltà e l’ho portata a termine per voglia di concludere un percorso già iniziato. La trovavo difficile e mi piaceva solo per quel motivo. Difficile nel senso di complessa, ma mi veniva abbastanza facile studiarla e sono riuscito a terminare in tempi celeri. Non c’è un passaggio che lega a doppio filo giurisprudenza e fiori, anche se la domanda è molto bella. Sembrano agli antipodi questi due concetti “legge e botanica”. In realtà forse no, perché nei fiori c’è la legge della natura che fa sì che tutto sia non oltre il necessario. Nella natura c’è una giustezza, c’è una precisione. Questo mi affascina molto del mondo dei fiori oltre alla bellezza. Se pensi che una pianta possa fiorire però ci si può anche chiedere filosoficamente perché lo fa… lì ti perdi.

L'attore Marco Bombi in arte Mafe Agnese
Marco Bombi

Qual è il film più bello in cui hai partecipato?

Io ho partecipato in tutti i film che guardo da spettatore. (ride). Partecipo con il cuore davvero pieno in tutti i film di Massimo Troisi, che reputo il più grande di tutti, e su tutti “Pensavo fosse amore invece era un calesse”. Io ho partecipato per il cinema a pochissimi film e ti cito Ti presento Sofia con Micaela Ramazzotti e Fabio De Luigi, prodotto da Colorado Film.

Sai anche scrivere molto bene…

Questo lo dici tu…! (ride).

Qual è la poesia che ti ha colpito di più tra quelle di altri autori e quale quella che ti piace di più tra le tue?

La poesia è una cosa bellissima. Credo che sia la quinta essenza della scrittura. Mi sono soffermato da sempre sulla poesia perché io ho una concentrazione molto limitata e non riesco a leggere cose lunghe. Dopo un po’ mi distraggo, mi annoio, non mi piace star lì troppo tempo. E’ un mio limite. Quindi la poesia fa per me. Ci sono tantissimi autori che mi hanno colpito ed emozionato, su tutti mi viene in mente la poesia I limoni di Eugenio Montale.

Un portone azzurro

Secondo me questa poesia ha dei passaggi clamorosi, forse perché i limoni era una pianta a me cara. Mia nonna aveva questi limoni molto vecchi che ho ancora io, sono piante secolari. Questa poesia descrive molto bene quel giallo che da un portone mal chiuso viene intravisto: le trombe d’oro della felicità! Delle mie poesie invece non saprei quale sia la più bella. A volte scrivo delle cose stilisticamente più giuste e altre più sparpagliate. Forse tra quelle più equilibrate c’è una poesia che si chiama “Libellula”.

Marco, come fa un attore comico a superare le avversità?

Non le supera. Un attore in generale deve stare dentro alle avversità, nelle cose che non vanno. Se ci viene fuori perde la sua stessa ragione d’essere.

Cosa hai imparato dal contatto ravvicinato con i fiori?

Ho imparato che nulla sia di troppo. Questa è una cosa molto bella da capire e i fiori, la natura in generale te lo fa capire. Nulla è eccessivo. I fiori ti insegnano anche la leggerezza, la bellezza dei colori, dello stare al mondo semplicemente. Ti insegnano la semplicità. Un fiore per quanto possa sembrarci fantastico, in realtà è molto semplice.

Qual è la parte più difficile per un attore?

La parte del lavoro più difficile credo sia capire il committente, il regista. Mentre un ruolo difficile per un attore è sicuramente un ruolo comico. E’ molto più difficile far ridere che far piangere.

Facci sorridere…

Non so far ridere… (ride). Non so, a volte si a volte no. Mai volutamente. Le cose più belle sono le cose che ti escono senza volerlo. Buona giornata oh sconosciuta!

Intervista a Marco Bombi campione del game show L’Eredità ultima modifica: 2022-11-23T12:30:00+01:00 da Antonella Marchisella

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