Luciano Pavarotti ha sempre avuto una magnifica voce. A soli ventisei anni vinse il primo premio al Concorso Internazionale di Canto Achille Peri. Il 29 aprile del 1961 era arrivato il debutto con un ruolo importante, Rodolfo ne La Bohème al Teatro Municipale di Reggio Emilia. Pavarotti era di Modena, questo importante debutto avveniva quasi “in casa”, ma non era certo frutto di campanilismo il grande successo di pubblico e di critica che aveva ottenuto in quell’occasione.

Pavarotti interpreta Rodolfo ne La Bohèmee
(ph credit: Foto Piccagliani)

La sua voce aveva incantato tutti, tanto che sempre nello stesso anno Pavarotti aveva fatto anche la sua prima esibizione all’estero. Questa volta interpretando Alfredo ne la Traviata al Teatro di Belgrado. Era il 3 dicembre del 1961.

Un grande artista filantropo, dai più prestigiosi teatri del mondo al Pavarotti & Friends

Luciano Pavarotti, artista e uomo. L’artista si racconta con una straordinaria carriera lunga oltre quarant’anni, costellata di premi, attestazioni, riconoscimenti ricevuti in tutte le parti del mondo. Pavarotti uomo ha saputo emozionare non solo con la sua voce inimitabile ma anche con il suo modo di essere e con la forza della sua semplicità, come ha ricordato in più occasioni la moglie Nicoletta Mantovani. Il segreto del suo carisma “era quello di avere certo uno straordinario talento ma di essere anche una persona semplice. Non ha mai pensato di essere il migliore”.

Luciano Pavarotti
(ph credit: Sasha Gusov)

Il suo carisma era anche quello che lo ha portato ad organizzare tante iniziative benefiche, in particolare per i bambini dei Paesi poveri del mondo. Così è nato il concerto Pavarotti & Friends, un evento speciale prodotto nella sua città natale dal 1992 al 2003, mettendo insieme tanti artisti di generi musicali diversi. Una lista lunghissima di star del rock, del pop, del jazz che insieme a lui (indimenticabili certi duetti) hanno dato vita a serate straordinarie. Appuntamenti di grande livello artistico grazie ai quali sono stati raccolti milioni di dollari per tante cause umanitarie.

La “conquista” della Metropolitan Opera House di New York

Dai grandi successi nei più prestigiosi teatri d’Italia alla “conquista” dell’America. Ancora oggi, a quasi quattordici anni dalla morte del Maestro, dall’altra parte dell’Atlantico il nome di Luciano Pavarotti è sinonimo di grande “opera”. Oltre che simbolo e emblema della cultura e dello stile italiano. Pavarotti comincia prestissimo a cantare negli Stati Uniti, fin dal 1965.

Bohème alla Scala
(ph credit: Foto Piccagliani)

Nel 1968 è già alla Metropolitan Opera House di New York e da quel momento questo teatro diventa la sua casa, il luogo dove è nato e cresciuto il suo mito americano. Festeggerà proprio al Metropolitan, il 22 novembre 1998, i trent’anni del suo debutto a New York con una grande serata di gala. Tanti gli spettacoli di successo, tra cui La Figlia del Reggimento di Donizetti: nove Do di petto faranno esplodere il teatro con una standing ovation senza precedenti che lo chiamerà per ben 17 volte. Non era mai successo.

Con José Carreras e Placido Domingo per far conoscere l’opera a platee sempre più vaste

E poi i concerti al Madison Square Garden di New York, agli stadi Wembley di Londra e Olimpico di Berlino, all’Hollywood Bowl, allo Stadio Olimpico di Barcellona, nell’anfiteatro romano di Orange, all’Arena di Verona. Nel 1991 è protagonista di un grande concerto all’Hyde Park di Londra con 250 mila spettatori fra cui il Principe e la Principessa di Galles. Nel 1993 la location diventa il Central Park di New York con mezzo milione di spettatori. Sono eventi che diventano tutti successi mondiali.

Luciano Pavarotti
(ph credit: Terri O’ Neill)

Luciano Pavarotti, protagonista di tanti spettacoli tradizionali, ama sperimentare anche nuove forme di intrattenimento musicale per far apprezzare l’opera a platee sempre più vaste. Basti ricordare i seguitissimi (non solo dai melomani) concerti dei Tre Tenori con i colleghi José Carreras e Placido Domingo. I tre artisti si ritroveranno a cantare insieme da Roma a Los Angeles, da Parigi a Vienna, da Pechino al Giappone. Concerti che sono stati trasmessi dalle televisioni di tutto il mondo e che sono diventati grandi eventi mediatici.

Ambasciatore del bel canto e della cultura italiana nel mondo

Mediatici i concerti come anche alcuni look del grande Maestro: la sua camicia floreale rossa, i suoi cappelli, le sciarpe e i foulard. Piccoli elementi indimenticabili di un successo che, come sottolinea la Fondazione a lui dedicata, “fu dovuto a due elementi fondamentali: prima di tutto, la sua voce straordinariamente potente con il suo timbro meravigliosamente unico, e in secondo luogo, l’eccezionalità della sua grande e radiosa personalità”. Personalità che ne ha fatto un ambasciatore del bel canto e della cultura italiana nel mondo. E la cui eredità è soprattutto “racchiusa nell’importanza di promuovere la cultura per costruire un mondo migliore”.

Fotografie gentilmente concesse dalla Fondazione Luciano Pavarotti.

L’eredità di Luciano Pavarotti a sessant’anni dal suo esordio ultima modifica: 2021-04-29T09:00:00+02:00 da Cristina Campolonghi

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