Milo è un borgo medievale fra i più suggestivi della Sicilia orientale. Denominato ‘u Milu, in dialetto siciliano, sorge alle pendici dell’Etna, in provincia di Catania. È conosciuto come “città del vino”, per i numerosi vigneti presenti sul suo territorio. Milo viene associato anche alla musica, perché è stato uno dei luoghi preferiti da Lucio Dalla e prescelto da Franco Battiato, che qui ha vissuto fino alla sua recente scomparsa. Circondata da boschi, questa, che è una delle località più alte rispetto al livello del mare e dall’aria salubre, regala un clima gradevole a quanti scelgono di trascorrervi l’estate. L’economia del borgo è legata alle attività agricole, industriali e turistiche.

Milo, panorama
Panorama di Milo, Foto di Alfredo Lo Faro

Cosa vedere

Milo è un tranquillo paesino di montagna (conta poco più di mille abiatanti) e offre numerose bellezze paesaggistiche. Dalla piazza principale del centro storico, intitolata a Giovanni d’Aragona, si può ammirare un incantevole panorama che abbraccia la costa jonica e i comuni dell’entroterra. Molto bella è la chiesa madre, dedicata al patrono Sant’Andrea, costruita in pietra lavica. Nelle sue immediate vicinanze, si possono ammirare la Fontana della Rinascita e il Mulino del Milo. Da visitare sono anche la villa comunale e l’anfiteatro intitolato a Lucio Dalla, dove è posto un monumento che lo ritrae, opera dello scultore Carmine Susinni, di Mascali. Ogni anno, in estate, il cantautore bolognese, deceduto nel 2012, amava soggiornare in questo grazioso paese, nella casa-masseria acquistata in contrada Praino, vicino a “Villa Grazia“, la residenza che Franco Battiato aveva intitolato a sua madre. In questo luogo meraviglioso, ideale per rilassarsi e meditare, i due amici musicisti trovavano la giusta ispirazione per scrivere e comporre.

Franco battiato
Franco Battiato nella sua casa a Milo – fonte Pro loco Milo

La storia

Durante il Medioevo, Milo diventa il centro politico estivo di tutta la Sicilia, grazie a Giovanni d’Aragona che lo sceglie come luogo di villeggiatura. È proprio il reggente del regno di Trinacria dal 1342 al 1348 che, affascinato dalla bellezza del luogo, vi fonda il cenobio dedicato a Sant’Andrea. Qui riceve i grandi personaggi dell’epoca. È il 1340. Più tardi, quell’antica chiesa e priorato di Sant’Andrea dell’Acqua di Milo (così chiamato dalla rinomata fonte di acqua che da lì esce), diventa la chiesa madre del paese, attorno a cui è sorto il piccolo centro urbano. A partire dai primi del Settecento, il borgo appartiene alla contea dei Mascali. Nel 1815 passa al comune di Macchia di Giarre e, nel 1823, a Sant’Alfio. Ottiene l’autonomia nel 1955, insieme al comune di Fornazzo. Ancora oggi, lo stemma identificativo di questo borgo conserva i colori giallo e arancio,  propri del casato di Giovanni d’Aragona. Con essi, vi campeggiano la croce di Sant’Andrea e l’antico abbeveratoio.

Milo, centro storico

Alle pendici dell’Etna

Milo conosce un periodo di sviluppo turistico dopo la prima guerra mondiale. Il merito è del fotografo tedesco Wilhelm von Gloeden, che vi si stabilisce per un po’ di tempo. La sua posizione geografica, alle pendici dell’Etna, se da un lato rende questo borgo ancora più interessante, dall’altro non lo rende incolume dalle eruzioni vulcaniche, che ne hanno segnato la storia. Un brutto ricordo è infatti legato all’apertura di due bocche eruttive a 1800 metri. L’episodio, che si verifica tra il 1950 e il 1951, costringe la popolazione a trovare rifugio nei comuni limitrofi per ritornarvi un anno dopo. I pochi abitanti che oggi vivono nel borgo sono prevalentemente anziani, il resto della popolazione è distribuita nelle contrade che lo circondano. Tra le più famose: Fornazzo, Caselle, Zappino, Praino.

Milo, Belvedere

Le contrade

Non si può visitare Milo senza attraversare tutti i suoi borghi. Solo così è possibile ammirarne la straordinaria bellezza paesaggistica e conoscere la storia e i segreti di questa affascinante terra. Fornazzo è il più antico insediamento della zona, ricco di boschi (è famoso per i porcini che qui si raccolgono numerosi) e vigneti. Caselle è noto per i vitigni, da cui si producono vini rinomati. Praino è probabilmente la frazione più conosciuta, perché prescelta da Dalla e Battiato. Si tratta di un borgo rurale, sviluppatosi in mezzo ai vigneti e intorno a una chiesetta. Qui il territorio è coperto da folti boschi di castagno, da vigneti e noccioleti. Vi si trovano la maggior parte degli agrumeti milesi, impiegati soprattutto per la coltivazione delle clementine. Insomma, Milo è un posto incantevole, che rimane negli occhi e nel cuore.

(Foto: Comune di Milo Pagina Facebook)

Milo, il borgo medievale siciliano che ha ispirato Dalla e Battiato ultima modifica: 2021-06-06T12:30:00+02:00 da Antonietta Malito

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