1955, l’Italia è in pieno miracolo economico, in radio la voce di Buscaglione intona “Che bambola!”, gli italiani hanno iniziato ad avere gli elettrodomestici in casa, tra questi il frigorifero, quello dai colori allegri e dalle forme sinuose, bombate, magari FIAT. Ed alla sera si ritrovano davanti al tubo catodico col fiato sospeso o ad emozionarsi tra un “Lascia o Raddoppia” e “Piccole donne”. Nel 1955 il compito di motorizzare la nuova Italia del Dopoguerra era affidata a Vittorio Valletta, Amministratore Delegato della FIAT, che ebbe l’idea di rinnovamento della vecchia “Topolino”, oramai superata.

La rivoluzione

Per la progettazione della nuova auto, quella che avrebbe dovuto rivoluzionare la vita sociale degli italiani, venne incaricato Dante Giacosa. Doveva essere una vettura popolare, ma non una utilitaria. Il 9 marzo del 1955 al Palazzo delle Esposizioni di Ginevra venne presentata la FIAT 600, la piccola auto che divenne ben presto iconica e simbolo della ricostruzione economica e sociale di una nazione martoriata dalla Guerra.

una fiat 600 bianca

Dopo pochi mesi dal lancio i tempi di attesa si attestavano all’incirca ad un anno. Prodotta fino al 1969 in varie versioni ed allestimenti, i punti di forza erano la buona dotazione di serie, una buona abitabilità, un ottimo confort di marcia grazie alle sospensioni indipendenti e dei costi di gestione piuttosto bassi dovuti al motore di nuova progettazione, il “100”, capostipite di una serie di propulsori utilizzati per i successivi decenni da FIAT. Al lancio la 600 costava 590.00 lire, lo stipendio di un operaio era di 43.000 lire.

Una storia che varca i confini nazionali

La 600 fu la prima auto che motorizzò gli italiani, cambiando radicalmente le loro abitudini. In tanti credono che fu la 500 ad avere il boom di acquisti, ma non fu così, anche perché inizialmente quest’ultima aveva solo due posti, quindi non ebbe il successo sperato. Solo successivamente, con l’adozione dei 4 posti, iniziò il mito della FIAT 500. Dal 1958 al 1960 la Fiat 600 venne importata in Argentina, e successivamente venne prodotta dalla locale Fiat Someca SA prima nella sede di Buenos Aires poi a El Palomar, dove attualmente hanno sede stabilimenti del gruppo PSA. Inizialmente vennero utilizzati componenti provenienti dall’Italia, in seguito si iniziò a produrre direttamente in loco, a cominciare dai motori prodotti a Córdoba; dal 7 aprile 1960 la Fiat 600 Argentina fu interamente prodotta nella nuovissima fabbrica Fiat locale.

I successi sportivi

Nel 1961 Carlo Abarth diede vita alla 850 TC che divenne subito vincente nelle competizioni. L’incoronazione avviene nel settembre del 1961 quando nella 500 km del Nurburgring trionfano le auto di derivazione FIAT 600.

fiat 600 su circuito da corsa

Il successo ebbe tale risonanza che già nel novembre dello stesso la Abarth decise di presentare una versione stradale potenziata denominata “Nurburgring” con motore di 55 Cv , ad un prezzo di 900mila lire, divenuta oggi rarissima.

Fiat 600, la nascita di un mito ultima modifica: 2022-03-09T17:00:00+01:00 da Domenico Tropeano

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