Riciclare e trasformare in arte un relitto. Non si sa chi l’abbia portata lì. Né da quanto tempo si trovi lì. Una barca abbandonata sulla spiaggia di Punta Bianca, è diventata la base per un vero e proprio happening. Riciclare per dare nuova vita. Un intervento curato dagli allievi dell’Accademia di Belle Arti Michelangelo di Agrigento.

punta bianca - la barca

L’Accademia di Belle Arti lancia l’idea

L’Accademia opera da oltre 40 anni e non è nuova ad azioni di questo tipo. Un paio d’anni fa, con grande successo, propose in città l’adozione dei vasi del viale della vittoria. Ogni cittadino ha avuto l’opportunità di collocare un vaso decorato in ceramica, a guardia del mare e dell’ambiente. Ognuno ha potuto firmare il proprio vaso e curarlo.

Sabato 15 maggio, è stata la volta dell’intervento a Punta Bianca. Armati di colori e pennelli, dieci ragazzi e ragazze dell’Accademia sono partiti di buon’ora su un pulmino messo a disposizione dalla struttura. In questo maggio ventoso, sulla riva del mare, hanno lavorato sodo al progetto. Obiettivo, riciclare, fare arte, rimettere in gioco la barca. Da mero oggetto abbandonato a monito.

Barca Abbandonata a Punta Bianca

Come è nato il progetto d’arte per la barca abbandonata

“Abbiamo creato dei bozzetti – spiega il direttore dell’Accademia Alfredo Prado – e valutato il tipo d’intervento, doveva essere veloce ed efficace. Serviva un’idea da cui partire. Con gli allievi abbiamo deciso di riciclare la barca, di farla diventare una fioriera. Si tratta di un gesto che dichiara in modo lampante la capacità trasformativa dell’arte”.

Della barca si sa poco, forse utilizzata per un viaggio della speranza. Forse un semplice relitto. Adesso si candida a diventare simbolo di un’arte capace di riciclare. Ormai simbolo di migrazione, di traversata alla ricerca di un futuro migliore. La barca azzurra di Punta Bianca è stata per i giovani artisti, una occasione per ribadire un concetto che sta loro a cuore.

Barca Abbandonata a Punta Bianca e allievi Accademia Michelangelo

Hanno infatti utilizzato una frase dello scrittore verista Giovanni Verga: “Il mare non ha paese nemmeno lui, ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare”. La citazione è riportata su uno dei fianchi della barca. Riciclare come atto creativo. Per emendare dallo stato di abbandono, per provare che esiste sempre una seconda possibilità. Riciclare racconta questo

Preservare l’ambiente di Punta Bianca attraverso l’arte

Punta Bianca, caratterizzata dal candore abbacinante della marna, tipica della costa agrigentina, è riserva naturale. La barca fiorita mira a rendere questo posto ancora più bello, se possibile. Un esempio tangibile di come, con l’ausilio della poesia, si possa riciclare e fare arte.

Allievi dell'Accademia Michelangelo

Riciclo poetico di una barca: diventerà fioriera

Lavorare alla barca, insieme, è stato un atto di confronto e aggregazione. Gli allievi si sono misurati con la sperimentazione dal vero delle tecniche apprese, e in più hanno cooperato e riscontrato, con i loro occhi, la potenza di questo gesto. Questo genere di azioni possono sensibilizzare, preservare l’ambiente che ci circonda. Riciclare, dare una nuova destinazione d’uso, cambiare lo stato di cose. Dopo aver trasportato uomini, fatica e speranze, dunque, la barca adesso sarà riempita di fiori.

Fotografie di Carmelo Capraro

Punta Bianca: riciclare in arte una barca abbandonata ultima modifica: 2021-05-20T12:30:00+02:00 da Daniela Gambino

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