Luigi Masecchia è un giovane e interessante autore di spicco nell’arte contemporanea che sembra nascere e rinascere da se stessa. L’eclettico artista è nato a Napoli nel 1975 e nella stessa città si è brillantemente diplomato all’Istituto d’Arte Boccioni. Senza dubbio in Luigi Masecchia c’è qualcosa di incredibilmente creativo che fa pensare subito a ciò che ha seminato Andy Warhol. Negli anni egli ha collaborato con prestigiosi studi d’arte non solo partenopei, ma viaggiando si è fatto strada anche nell’ambito pubblicitario. L’artista napoletano Masecchia è il creatore e l’ideatore dello studio d’arte “Affari Creativi”, luogo che sforna idee post moderne come un distributore di caramelle. Dopotutto Henri Poincarè diceva: “Creatività è unire elementi esistenti con connessioni nuove, che siano utili”.

Luigi Masecchia. Rubiko
L’arte del riciclo di Luigi Masecchia. Rubiko: 1732 tappi

Da Luigi Masecchia alla pop art del duemila

In Luigi Masecchia, attratto da forme d’arte moderne e molto avanzate, ha molto viaggiato e probabilmente continuerà a farlo, è molto cresciuto professionalmente. Egli, pur essendo molto radicato nella sua città natale, ha assorbito colori, flussi etnici e identità straniere, cercando innovazione e crescita personale. Dopo tanto lavoro e studio, nel 2013 è nato il progetto Tappo’st, molto voluto e amato. Tutto questo è stato possibile rappresentarlo non solo a Napoli, ma anche a Firenze, Palermo, Salerno e Barcellona.

Luigi Masecchia. Onda
L’arte del riciclo di Luigi Masecchia. Onda: 2088 tappi

L’idea, anzi, il progetto creativo nasce con un insieme di opere “pop”, considerando che Luigi Masecchia è nato nell’epoca del massimo sviluppo della pop art. L’artista valorizza, ed esalta il tema del riciclo nel rispetto per l’ambiente. Tappo’st è la prima rassegna di opere d’arte realizzate totalmente con l’utilizzo esclusivo di tappi di metallo.

Riciclo dei rifiuti e non solo

Tutti i tappi usati sono stati fatti saltare da bottiglie provenienti da Bar, e locali vari napoletani, che hanno contribuito alla realizzazione di grandi opere. Tuttavia oggi Masecchia si avvale, da artista affermato, dell’ausilio di locali stranieri. E’ fantastico pensare che neanche un tappo è stato acquistato, e ognuno di loro giunge da città come Londra, Berlino e da Parigi. Almeno 900.000 tappi sono arrivati a Napoli con spedizioni, oppure semplicemente riportati da viaggi compiuti da amici e conoscenti. Del quasi milione di tappi, già sono diventati “opere d’arte” circa 85.000, tramutati in allestimenti ancora in mostra a Napoli nel Palazzo Serra del Cassano.

Luigi Masecchia. Esploso
L’arte del riciclo di Luigi Masecchia. Esploso: 1746 tappi

Luigi Masecchia ha dimostrato che si può rispettare l’ambiente, ridurre l’inquinamento e fare arte. Tappo’st è stato il grimaldello per innovare l’arte, riciclando oggetti di uso quotidiano, che pochi penserebbero di riciclare, creando cose così belle.

Da Andy Wharol a Luigi Masecchia

Luigi Masecchia parte da tappi, ma arriva a quadri, allestimenti, “performance”, sculture, usando l’up-cycling, inventando ancora la pop art. A Napoli, città che ha avuto difficoltà con la spazzatura, è stato dimostrato che i rifiuti possono diventare arte. Il progetto creativo tuttavia comprende anche componenti d’arredo come tavolini, o sedie che di fatto sono pezzi unici realizzati esclusivamente su richiesta. Da Andy Warhol con le zuppe Campbell’s che hanno fatto storie, a Napoli con rassegne, vernissage e mostre, che permettono la diffusione della neo pop-art. Consideriamo che non è trascurabile che al contempo i visitatori vengono sensibilizzati sul tema del riciclo dei rifiuti. Ma il progetto Tappo’st è molto di più, infatti, per l’allestimento delle opere, Luigi Masecchia è aiutato da ragazzi appartenenti a categorie disagiate.

 Luigi Masecchia. Campbell's
L’arte del riciclo di Luigi Masecchia. Campbell’s: 3152 tappi

E’ fantastico che su questi tappi lavorino ragazzi diversamente abili e che vivono in situazioni di criticità sociale, che crescono nell’arte guadagnando qualcosa.

Luigi Masecchia, dalla pop art di Andy Wharol alla neo pop art italiana ultima modifica: 2018-09-14T09:00:29+02:00 da simona aiuti

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