79 anni fa nasceva Raffaella Carrà, la “signora della televisione italiana” che negli anni ha rivoluzionato il mondo dello spettacolo come pochi altri in Italia. Attrice, ballerina, cantante e presentatrice, Il “caschetto biondo più famoso d’Italia” ha saputo lasciare un segno, rimasto indelebile nei cuori di più generazioni. Raffaella Carrà è stata un’artista straordinaria, con più di 60 milioni di dischi venduti e svariati premi ottenuti, compresi 22 dischi d’oro e platino. Molti dei suoi brani, come “Tuca Tuca”, “Tanti auguri”, “Rumore” e “Fiesta” sono tormentoni senza tempo che a volte tornano in salsa remix (si pensi alla versione di Bob Sinclair di “A far l’amore comincia tu” del 2011) riscuotendo un gran successo. Raffaella è stata inoltre un’attivista e un’icona LGBT, simbolo di libertà e di emancipazione. Ciò ha anche contribuito a renderla una delle artiste italiane più amate nel mondo, soprattutto in Spagna e nel Sudamerica.

Gli inizi come attrice

Nata a Bologna nel 1943, Raffaella Maria Roberta Pelloni (vero nome dell’artista) mosse i primi passi nel mondo dello spettacolo già da giovanissima. A 8 anni recitò infatti nel film “Tormento del passato” di Mario Bonnard (1952). In quell’anno si trasferì a Roma per studiare all’Accademia Nazionale di Danza di Jia Ruskaja, per passare poi al Centro Sperimentale di Cinematografia, dove si diplomò nel 1960. I ruoli cinematografici più importanti arrivarono proprio negli anni ’60. Recitò infatti in “I compagni” di Mario Monicelli del 1963 e in “Il colonnello Von Ryan” di Mark Robson (con Frank Sinatra) del 1965. In quel periodo, Raffaella prese il nome d’arte “Carrà”, sotto suggerimento del regista Dante Guardamagna. Appassionato d’arte, quest’ultimo associò il cognome del pittore Carlo Carrà al nome Raffaella (che già ricordava Raffaello Sanzio). All’inizio degli anni ’70, Raffaella decise di lasciare i panni d’attrice per dedicarsi al mondo della TV.

Raffaella Carrà: artista a tutto tondo

Con l’approdo a “Canzonissima 1970”, insieme a Corrado, la Carrà comincià la scalata al successo TV. Il suo ombelico scoperto fece scandalo all’epoca, ma la sigla d’apertura “Ma che musica maestro” arrivò in cima alle classifiche nazionali. Da lì Raffaella segnò una hit dopo l’altra, come il celebre “Tuca Tuca” (1971). Il ballo, realizzato insieme a Enzo Paolo Turchi, venne censurato dalla RAI perché provocatorio, ma riammesso quando la Carrà ebbe come partner l’amatissimo Alberto Sordi. Nel 1974 presentò “Milleluci” insieme a Mina e incise il singolo “Rumore”, divenuto subito una delle hit di quell’anno (e non solo). Intorno alla metà degli anni ’70 Raffaella Carrà cominciò un tour internazionale, che la farà conoscere e amare anche soprattutto in Spagna e America Latina. In questi anni pubblicò altre hit come “A far l’amore comincia tu” (1976), “Fiesta” (1977) e “Tanti Auguri” (1978), quest’ultima sigla di “Ma che sera”.

La signora della televisione italiana

Dagli anni ’80 in poi, il caschetto biondo più famoso d’Italia si dedica sempre più al ruolo da presentatrice. La Carrà condusse infatti programmi apprezzatissimi come “Millemilioni” (1981), “Fantastico 3” (1982), “Pronto Raffaella?” (1983), “Buonasera Raffaella” (1985) e “Domenica In” (1986). Negli anni Novanta si divise tra Italia e Spagna. Nel paese iberico, tra il ’92 e il ‘95 condusse infatti “Hola Raffaella” e “A las 8 con Raffaella”. Tornata in Italia condusse il programma di enorme successo “Carramba che sorpresa” fino al ‘2002 (e poi 2008), trasformatosi poi in “Carramba che fortuna”. Nel 2001 condusse anche la 51esima edizione del Festival di Sanremo. Raffaella Carrà fu anche la promotrice del ritorno dell’Italia all’Eurovision Song Contest (2011) dopo 13 anni di assenza. Fu infatti la stessa signora della televisione italiana a presentare e commentare quell’edizione per la TV italiana.

Negli anni successivi Raffaella non abbandonerà mai la televisione, partecipando ad altri format di gran successo, come “The Voice Italy” (2013 e 2016) in veste di coach. Nel 2019 condusse il programma “A raccontare comincia tu”, l’ultimo prima della sua scomparsa, avvenuta il 5 luglio 2021 a causa di un cancro ai polmoni, tenuto nascosto fino alla fine, per volere della stessa Carrà.

Raffaella Carrà: indimenticabile musa dell’amore libero

Raffaella Carrà non è entrata nel cuore della gente soltanto per la sua straordinaria carriera artistica, tra cinema, musica e televisione. Il suo pubblico l’ha amata anche per essere stata una grande icona di libertà, una donna a colori, quando tutto intorno a lei era ancora in bianco e nero. Lo si è visto nel suo modo di vestire, nei testi delle sue canzoni e non solo. Ciò l’ha resa una musa dell’amore libero, cara al mondo LGBT in Italia come all’estero. Già nel 2020, il The Guardian in un articolo l’aveva definita la “pop star italiana che ha insegnato all’Europa la gioia dell’amore”. In Spagna invece, durante il Pride del prossimo 6 luglio a Madrid, è prevista una cerimonia per ufficializzare la nascita di “Plaza Raffaella Carrà” (ex “Plaza del Olivo”), come già deliberato l’anno scorso.

Nonostante sia quasi passato un anno dalla sua scomparsa, l’artista emiliana (romana d’adozione) continua ad essere sempre presente nel cuore dei suoi fan. La sua luce di non si è mai spenta o affievolita e così sarà per molti anni a venire. Il 18 giugno 2023, ad esempio, in occasione degli 80 anni di Raffaella Carrà, Milli Carlucci condurrà uno show su RAI 1 intitolato Fiesta (provvisorio). Insieme alla conduttrice ci saranno diversi artisti e volti noti della TV italiani, per una serata interamente dedicata alla grande artista scomparsa lo scorso luglio. Il caschetto biondo più famoso d’Italia non ha cambiato soltanto la TV, ma ha anche dettato nuove mode e rivoluzionato il pensiero di un’intera società, negli anni in cui l’amore libero era per molti ancora un tabù. Ci manchi Raffaella! Tanti auguri, ovunque tu sia.

Foto: © Raffaella Carrà (pagina Facebook).

Raffaella Carrà: una donna a colori in un mondo in bianco e nero ultima modifica: 2022-06-18T12:30:00+02:00 da Antonello Ciccarello

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