Capitale per tre volte di tre importanti imperi. La città di Ravenna conserva ancora oggi un fascino figlio della sua storia. Decantata da poeti e letterati per la colta e raffinata eleganza, fu ponte di collegamento tra il mondo occidentale e quello orientale. Luogo di incontro e fusione tra culture, qui si trovano ancora oggi numerosi esempi di arte bizantina.  Celebre soprattutto per i suoi mosaici, Ravenna illuminò la mente del Sommo Poeta.

Ravenna. Chiesa di Sant'Apollinare

Ravenna nella storia

Piccole lagune intervallate da un terreno acquitrinoso. Questo il territorio che getta le basi per la gloriosa storia di Ravenna. È infatti la sua conformazione naturalistica a far scegliere la città quale centro dell’Impero Romano d’Occidente. Siamo nel IV secolo d.C. quando si avverte la necessità di proteggersi dalle minacce dei Visigoti. Così il titolo di capitale abbandona Milano in favore della “paludosa” ma più sicura Ravenna. La caduta del 476 porta i territori all’incertezza. Barbarie, scorrerie, distruzioni e nuove conquiste. Nel VI secolo Ravenna diventa il cuore pulsante di un nuovo Regno, quello degli Ostrogoti capitanati da Teodorico. Ma Giustiniano, imperatore romano d’oriente non ci sta. Desideroso di ristabilire il controllo sui territori “italiani” passa all’attacco. E così, per la terza volta, Ravenna viene innalzata a capitale. In questa occasione dell’Impero Bizantino.

Culla del mosaico

Tra i monumenti cittadini spiccano senza dubbio i paleocristiani. Edifici sorti durante un periodo dalle diverse inclinazioni religiose. Esempio ne è il Battistero degli Ortodossi. Costruito a fine IV secolo presenta forma ottagonale e custodisce bellissimi mosaici nella cupola. Nella fase di dominio ostrogoto vede invece nascita il Battistero ariano. Realizzato sul modello del precedente, distingue da questo soprattutto per i tratti di un’arte più marcatamente medievale. Colori dorati e preziosi pigmenti rafforzano l’aspetto soprannaturale, celeste e sacro della dimensione divina.

Ravenna. Mosaico nel mausoleo di Galla Placidia

Ma proseguiamo il tour dei mosaici. Passando dai battisteri a monumenti funebri. È il caso del mausoleo di Galla Placidia. Donna di notevole importanza è la madre reggente del futuro imperatore Valentiniano III. Ed è nell’attuale centro storico cittadino che trova collocazione il mausoleo in questione. Il monumento funebre vuole esprimere il trionfo della vita sulla morte e per farlo usa icone dorate che sembrano avvolte da un’aura mistica. Sulla linea degli edifici commemorativi si trova anche il mausoleo di Teodorico. Come dimenticare poi le chiese di Sant’Apollinare e San Vitale? Capolavori del mosaico dove smaglianti toni cromatici circondati da campi aurei generano una spiritualità tanto pura da sembrare irraggiungibile al comune mortale.

Tomba di Dante

Il Sommo Poeta padre della lingua italiana trova riposo proprio qui. È nel centro città che accanto alla basilica di San Francesco si erge il mausoleo di Dante Alighieri. Nativo di Firenze trascorse gli ultimi anni della sua vita a Ravenna dove morì nel 1321. La tomba a pianta quadrata è collocata all’interno di un tempietto settecentesco in pieno stile neoclassico. L’importanza del Poeta ha portato ad istituire la così detta “zona dantesca”. Un’area dove si prega di mantenere il silenzio in segno di rispetto. Ma perché Dante si recò proprio a Ravenna?

Ravenna. Dettaglio della cupola della Chiesa di San Vitale

La risposta si cela nella sensazione che si avverte quando si visita una città tanto peculiare come questa. Avvolta nel manto dorato dei suoi mosaici Ravenna accoglie il visitatore in un’atmosfera di serenità quasi idilliaca. La pura spiritualità diffusa dall’arte a piccole tessere fu percepita dallo stesso Dante. E proprio in questa cornice il Poeta trova la giusta ispirazione per la conclusione della sua Opera Divina. Il Paradiso dantesco.

Ravenna: la città del mosaico che ispirò Dante ultima modifica: 2019-08-21T09:30:29+02:00 da Sabrina Cernuschi

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