La Rocca di Soncino è tra i luoghi più incredibili di Lombardia. È uno tra gli esempi meglio conservati d‘architettura militare lombarda, ed è un luogo magico. Capace d’emozionare grandi e piccini. Per visitarla bisogna recarsi nell’omonimo borgo, che si fregia del titolo di città e che dista poco da Cremona.
Rocca di Soncino, la storia
Nel cuore della pianura lombarda, Soncino sorge sulla sponda destra del fiume Oglio. Una posizione strategica, la sua, a cui la Repubblica Serenissima di Venezia e il Ducato di Milano guardavano con interesse. Il processo di fortificazione del borgo ebbe inizio nel X secolo, ma solo alla fine del XV secolo assunse tutto l’aspetto d’un nucleo abitato strategico-militare. La prima torre della Rocca di Soncino fu costruita nel 1128, e divenne il centro di importanti fatti che si verificarono nel Milleduecento durante la signoria del podestà Buoso Da Dovara: la conquista della fortezza di Orzinuovi e la carcerazione, proprio nella torre, di Ezzelino III da Romano. Poi, Soncino passò dalla Repubblica Veneziana al Ducato di Milano. Visse anni di prosperità, con la manifattura e il commercio della pannilana a guidare l’economia. E poi anni di declino e di disordini, quando arrivò nelle mani dei Francesi, degli Spagnoli e degli Austriaci. Fino a quando, il 14 giugno 1859, il borgo entrò a far parte del Regno d’Italia.
La costruzione della Rocca di Soncino così come la vediamo oggi iniziò nel 1473 per volere del duca Galeazzo Maria Sforza e terminò nel 1475. Visse quindi, il castello, tutte le vicissitudini e i passaggi di proprietà che cambiarono il borgo. Tuttavia, la sua architettura si mantenne intatta. E, la sua proprietà, passò alla famiglia Stampa. L’ultimo suo morì nel 1876, senza lasciare alcun eredi. Così, i possedimenti della dinastia passarano ai Casati e la rocca fu ereditata dal Comune. Vicissitudini storiche a parte, la Rocca di Soncino pare uscita da una fiaba. Pare raccontare di dame e cavalieri, di un passato ormai lontano. Ma pieno, pienissimo di fascino.
L’architettura della Rocca
Alta 28 metri e larga 73, la Rocca di Soncino fu trasformata da fortezza militare (progettata da Bartolomeo Gadio) a castello con l’infeudazione del Conte Massimiliano Stampa nel 1536. Fu lui a darle l’aspetto di una prestigiosa “casa”, con la realizzazione di una cappella e di diverse decorazioni pittoriche. Poi, nel 1883, il Regio Ministero della Pubblica Istruzione decise di ristrutturare quel castello ormai in degrado ereditato dal Comune. Affidò il progetto all’architetto Luca Beltrami, che condusse i lavori tenendo fede alla storia. Oggi, chi arriva a Soncino può visitare la dunque la fortezza in tutta la sua imponenza.
Una volta superato l’androne, si giunge in un piccolo cortile cinto dalle mura coi loro camminamenti. Una scaletta conduce al sotterraneo della Torre del Capitano, laddove un tempo c’era la prigione. Ed è proprio la Torre del Capitano uno degli elementi distintivi della Rocca di Soncino, con le sue funzioni di resistenza e di difesa. E con quei racconti di storie e di battaglie. C’è poi una torre a base circolare, ci sono le torri a base quadrata. E c’è il grande fossato. Perché è un castello a tutti gli effetti, questo. Ed è il protagonista di un borgo che, al di là della fortezza, ha tantissimo da mostrare.
Fonte fotografia in evidenza: Rocca Sforzesca di Soncino – credit Inzoli Maurizio – Wikipedia – CC BY-SA 3.0