La collina su cui ora sorge la città di San Gimignano è stata abitata sin dai tempi degli etruschi. Straordinario esempio di organizzazione cittadina, il borgo è stato inserito nel Patrimonio dell’UNESCO nel 1990. Dotata di 72 torre o case turrite nel periodo medievale (ora ne sono rimaste solo quattordici), è stata soprannominata la Manhattan del Medioevo. Il borgo, inoltre, è famoso per la produzione della Vernaccia, il primo vino italiano a ricevere il marchio di Denominazione di Origine Controllata nel 1966, dello zafferano, e dell’olio.

L’epoca d’oro del borgo e il Duomo

Secondo la leggenda, il nome di San Gimignano fu dato alla cittadina quando il vescovo omonimo apparve sulle mura della città e mise in fuga le orde di barbari. Il borgo oggi si presenta come un piccolo centro abitato da appena settemila persone, ma che mantiene intatta l’atmosfera trecentesca, come se il tempo si fosse fermato.
La svolta nella storia cittadina avvenne quando le autorità locali decisero di emanare una legge molto peculiare. Questa, infatti, impediva di abbattere le vecchie case, se non per costruirne di più ricche e belle.

Interni del Duomo di San Gimignano
Gli straordinari interni del Duomo. Fonte: sito della chiesa

Fu così che cominciò il periodo di grande splendore della città, in cui nacquero i suoi edifici più famosi. Una delle bellezze da ammirare, sebbene precedente alla legge, è sicuramente il Duomo, che risale al XII secolo. Diviso in tre navate, contiene i capolavori di geni dell’arte come Benozzo Gozzoli, Simone Martini e Bartolo di Fredi. Mirabile, inoltre, il crocifisso ligneo duecentesco, in ottimo stato di conservazione. Nella chiesa, inoltre, è presente la straordinaria Cappella di Santa Fina. Gli affreschi realizzati dal Ghirlandaio al suo interno raccontano la vita della santa che, dopo la morte della madre, decise di trascorrere il resto della vita distesa sopra una tavola di legno.

Le 72 torri di San Gimignano

La straordinaria organizzazione urbana di San Gimignano, come detto, è uno degli elementi caratterizzanti del borgo, il cui simbolo è sicuramente la piazza dove sorge il suddetto duomo. Qui sorgono anche il Palazzo del Popolo, il Palazzo Comunale e la Loggia del Comune, oltre al Museo Civico. In quest’ultimo edificio soggiornò nientemeno che Dante, quando si schierò dalla parte dei guelfi. Nella sala a lui dedicata c’è anche l’opera più importante del museo, la Maestà di Lippo Memmi.

Torre Rognosa di San Gimignano
La Torre Rognosa. Fonte: SiViaggia

San Gimignano, come detto, fu molto famosa per le sue 72 torri, di cui ora solo 14 sono rimaste intatte. La più antica è la Torre Rognosa, eretta agli inizi del XIII secolo, mentre la più alta è la Torre Grossa (o Torre del Podestà) con i suoi 54 metri d’altezza. Molto famosa è anche la Torre del Diavolo, così detta perché, secondo la leggenda, l’antico proprietario la trovo più alta al ritorno da un viaggio. Questa struttura si trova nella celebre Piazza della Cisterna, così denominata per via di un pozzo ottagonale che si trova nel centro. Fu costruita su ordine del Podestà Guccio dei Malavolti e contiene nel suo perimetro altri importanti edifici come la torre dei Pucci, il palazzo Ridolfi, e il palazzo Ardinghelli con le sue due torri.

Il borgo in un famoso videogioco

La fama di San Gimignano deve la sua fama anche ad un luogo molto affascinante, ma decisamente più macabro: il Museo delle Torture. Qui, infatti, è presente una vasta collezione di strumenti di tortura atti a causare violenza fisica e psicologica nei condannati. La maggior parte di essi risalgono anche anche al XVI secolo, e furono utilizzati soprattutto durante la Santa Inquisizione per torturare o uccidere gli eretici.

Una panoramica di San Gimignano nel gioco Assassin's Creed II
Una panoramica di San Gimignano nel gioco Assassin’s Creed II. Fonte: Assassin’s Creed Wiki

Per la sua atmosfera inconfondibilmente medievale, San Gimignano è stata scelta anche come location per il famoso videogioco Assassin’s Creed II. Il protagonista Ezio Auditore, infatti, si ritroverà in una tomba che nel gioco si trova nella Torre Grossa per uccidere i membri della Congiura. Il protagonista, inoltre, assassina prima il frate Antonio Maffei su una delle torri più alte del borgo, e poi il frate Stefano da Bagnone in una villa fuori dalle mura appartenuta all’arcivescovo di Pisa Francesco Salviati. In una delle parti finali del gioco, infine, Ezio si ritrova a pedinare Jacopo de’ Pazzi presso la chiesa di Santa Maria dell’Assunta, per poi ucciderlo all’antico teatro romano, fuori dalle mura della città.

San Gimignano, la Manhattan del Medioevo ultima modifica: 2019-05-01T09:00:47+02:00 da Luigi Bove

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