Alessandro Rizzo è uno scordiense D.o.c. che ha realizzato un bellissimo obiettivo: raccontare Scordia a chi, per svariati motivi, ha dovuto lasciare la propria terra ed emigrare altrove. E lo ha fatto creando la pagina Facebook “Scordiensi nel mondo” che, a oggi, conta la bellezza di quasi 67 mila followers. Numeri da capogiro questi, per un sogno divenuto una realtà forte e concreta che collega e unisce tutti gli scordiensi che vivono a Scordia e sparsi per il mondo!
Come nasce “Scordiensi nel mondo?”
“”Scordiensi nel mondo” nasce da una illuminazione avuta durante la notte. Era il 20 marzo 2019. Essendo stato un emigrato, anche se solo per 90 giorni a Brooklyn, sentivo la mancanza della mia Scordia. La notte, mentre mi affacciavo sul balcone intento a fumare l’ultima sigaretta della giornata, pensavo a quando ero lontano e a quanto mi sarebbe piaciuto farmi un giro per le vie di Scordia”.
“Ecco, questo ricordo di Brooklyn del dicembre 2017 la notte del 20 Marzo a Scordia mi assaliva ed ho pensato: ‘Ora creo una pagina dove faccio vedere il mio paese agli emigrati, le nostre tradizioni, i ricordi del passato, le ricette; a sua volta loro ci raccontano la storia di emigrazione ed interagiscono da ogni parte del Mondo con foto e video’. È così fu, quella notte contattai Alessio Rosa, Scordiense a New York e compagno di avventure americane; gli mandai una serie di domande a cui rispondere legate alla sua storia e di conseguenza doveva inviarmi le riprese delle sue risposte”.
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Quando hai pubblicato il tuo primo video? E cosa postavi?
“Era il 21 Marzo del 2019 e pubblicai il primo video in assoluto che ha subito avuto un grande successo. Durante le mie giornate a Scordia facevo le dirette mentre ero in macchina, e mi guardavano da ogni parte del globo aumentando sempre di più i Followers. Postavo le foto della mia colazione tipica “A Raviola ‘cca Ricotta”, la pasticceria tradizionale del Bar più storico di Scordia “Bar Milano Contarino” , le scacciate fatte in casa, stuzzicando il palato di tanti ma che a volte mi facevano tenerezza perché in alcune nazioni mancavano gli ingredienti per poterli replicare e quindi poverini rimanevano con la voglia …
Per le festività, aprivo le dirette in modo tale da far sentire vicini a chi purtroppo vive lontano..
Tutto questo lo continuo a fare senza alcuno scopo personale ma solo per passione, la passione che si da piccolo ho avuto verso gli emigranti, degli Expat che sono riusciti a far la fortuna altrove”.
Tu stesso hai vissuto l’esperienza di emigrato. Cosa ti mancava della tua terra?
“Se devo pensare alla cosa che mi mancava di più quando ero in America direi la famiglia, la cucina un po’ meno perché per fortuna so cucinare e trovavo sempre la soluzione per sentirmi a casa.
Quando volevo la tavola calda, i pasticcini andavo da “Villabate Alba” alla 18th Avenue e li trovavo la Sicilia”.
Cosa significa per te mostrare Scordia a chi non è lì?
“Mostrare Scordia a chi vive lontano mi fa sentire benissimo, come se la camera del mio smartphone fosse l’occhio di tutti gli Scordiensi che vivono lontano. Però devo aggiungere che da Scordia ci seguono migliaia di persone, torna utile anche a loro assistere alle live Facebook; molti mi chiamano, mi mandano messaggi come ad esempio: ‘Ale, stasera la fai la diretta delle Novene?’, ‘Ale, stamattina fai vedere la festa di San Giuseppe? Siccome devo badare a mio a mio suocero e non posso uscire…’. Ecco, da qui capisci che la pagina è utilissima”.
Nel corso degli anni hai raccontato gli scordiensi nel mondo: c’è qualche storia che ti ha toccato da vicino?
“La storia più toccante tra tutte è stata la prima in assoluto, grazie alla partecipazione e al contributo di tanti Scordiensi sparsi nel mondo, abbiamo regalato una tuta da corsa ad un giovanissimo ragazzo che vive a Crevalcore, purtroppo il padre avendo tantissime spese da affrontare per mantenere questa passione non poteva comprargliela e ci abbiamo pensato noi facendo continuare il sogno di Christian”.
“Poi di seguito ci sono stati i raduni in Australia, grazie alla collaborazione di Palmira Rigoli, Salvatore La Magna e Anthony Caruso siamo riusciti a riunire gli Scordiensi a Melbourne in un ristorante, c’erano diverse generazioni, dai piccoli fino a persone di 90 anni… emozionante!“.
“Per la prima volta riuniti grazie alla nostra pagina e grazie a chi, appunto, ci ha aiutato dall’Australia. Potrei scrivere un libro di tutto quello che ho e abbiamo fatto in questi quattro quasi 5 anni insieme, non dimenticherò mai e dico mai il raduno che feci a Bruxelles dove anche io ero presente, emozioni che non si possono assolutamente spiegare. mi hanno onorato tantissimo, mi hanno fatto girare tantissimo, mi invitavano a mangiare nelle loro case. In questo articolo li saluto, e li ringrazio con tutto il cuore gli Scordiensi in Belgio”.
Sei una sorta di tramite tra la tua terra e chi non è lì, come vivi questa cosa?
“Ormai sono diventato un ponte che collega tutti gli emigrati, un punto di riferimento per chi decide di partire e chi decide di tornare in paese. Sono connesso con tutto il mondo, tanti mi chiamano e mi dicono: ‘ciao Ale, ci sono Scordiensi in Canada?’ E subito arriva la mia risposta affermativa! Non c’è cosa più bella credetemi…In tutto questo non ci ho mai guadagnato, ma ricevo tantissima gratitudine”.
“Quest’anno sotto iniziativa di Salvatore La Magna (Scordiense a Melbourne), mi hanno voluto fare un regalo, hanno mandato da diverse città, anche da Scordia, dei soldi, con la somma ho deciso di acquistare uno smartphone top gamma che mi permette di fare foto, video e dirette di alta qualità ed uno stabilizzatore elettronico”.
Hai un sogno da realizzare legato proprio a Scordiensi nel mondo?
“Uno tra i miei sogni è quello di raggiungere gli Scordiensi nella terra dei Canguri, in Australia e fare un bellissimo raduno in mia presenza. L’altro quello di premiare tutte le eccellenze Scordiensi sparse nel mondo”.
Infine Alessandro, c’è qualcuno che vuoi ringraziare?
“Ringrazio particolarmente il Dott. Salvatore Pernagallo (Scordiense a Granada), a Claudio Guastella (Scordiense a Porto Velho – Rondonia) per il sostegno morale e motivazionale che in questo arco di tempo mi hanno dato. Ringrazio il nostro corrispondente da New York Sebastiano Berlich Jr., la Famiglia Linguanti, la Famiglia Contarino, la Signora Greco, Francesca Scuderi Cahill , Giorgio Puccia, Carlo Barchitta e tutti quelli che mi hanno aiutato e mi stimano”.