La Riviera dei Ciclopi è una linea di terra a dir poco affascinante, che va da Aci Castello ad Acireale. Acque limpide e forme segnate dall’azione dell’Etna, le cui colate laviche hanno di fatto segnato profondamente questa costa. Per poterla visitare e scoprire occorre recarsi a nord di Catania. Spiagge rocciose, acque cristalline e, per chi desiderasse calarsi a pieno nella cultura del luogo, svariati miti e leggende.
Riviera dei Ciclopi, perché questo nome
Un nome decisamente particolare, che deriva da una leggenda omerica. La Riviera dei Ciclopi, o costa, è caratterizzata da imponenti rocce nere. Stando al mito, queste sarebbero state lanciate dal celebre ciclope Polifemo. Il tutto sarebbe avvenuto durante la fuga di Odisseo, che egli conosceva come Nessuno. L’uomo, al centro delle narrazioni dell’Odissea, riuscì ad accecarlo e sfuggire a morte certa.
Il gigante provò dunque con questo lancio di pietre a fermarlo e ucciderlo, mentre gli altri ciclopi gli chiedevano chi fosse stato ad accecarlo, al che egli rispose: “Nessuno, è stato Nessuno”. L’arcipelago rientra nell’Area marina protetta Isole Ciclopi. Un luogo dal grande valore naturalistico, sia per le formazioni rocciose in basalto che per il suo spettacolare fondale marino, così come per la ricca flora e fauna.
Aci Castello
La Rocca di Aci Castello è uno dei luoghi simbolici della Sicilia. Una rupe di origine vulcanica sorregge questo maniero, che si erge come una fortezza sul Mar Ionio. Differenti le sue destinazioni nel corso degli anni, divenendo col tempo una prigione e, in seguito, un museo civico. Se si parla di Aci Castello si fa sempre riferimento alla rocca soprattutto per le leggende che le ruotano intorno. La più nota è quella del cacciatore imprigionato.
Si narra che un giorno un uomo uccise per sbaglio una gazza appartenente al governatore del castello, personaggio particolarmente crudele. Il risultato fu un imprigionamento per 13 anni. Tutto cambiò, però, quando giunse il Granduca di Massa. In suo onore il cacciatore intonò un canto dalla propria cella. Ciò affascinò il nobile, che ne ordinò la scarcerazione, dopo averne udito la triste storia.
L’ex custode, ormai deceduto, ha raccontato in epoca recente d’aver intravisto fantasmi di alcuni antichi guerrieri nelle stanze della rocca. Testimonianze simili sono in seguito state fornite anche da alcune dipendenti comunali. Le due avrebbero udito lamenti strazianti e stridore di catene in tarda serata, il che le spinse a darsi alla fuga.
Aci Trezza
Si tratta di un borgo marinaro fondato nel ‘600, posto dinanzi all’arcipelago delle isole dei Ciclopi. Svariati i miti relativi al versante orientale dell’Etna. Il poeta latino Claudiano colloca in quest’area la caduta sulla terra dei Giganti, che tentarono la scalata all’Olimpo. Il luogo esatto sarebbe il Bosco di Aci, caratterizzato da querce e castagni, che nei secoli scorsi si estendeva per oltre 30 km quadrati. Un luogo plasmato più volte dalle colate di lava dell’Etna, che ne hanno plasmato l’aspetto, spingendo ad accrescere la popolarità dei miti.
Acireale
Oltre a quanto raccontato da Omero, non mancano altri miti relativi a questa parte di Sicilia. Basti pensare a Xiphonia. In questa città venne ambientata la storia d’amore tra una ninfa, Galatea, e un pastorello di nome Aci, ucciso per gelosia dal ciclope Polifemo. La leggenda vuole che Giove, pietoso, lo trasformò in un fiume, denominato Aci, così da farlo ricongiungere con la propria amata.