Girare il mondo in vela

Impiegato presso un istituto bancario di altissimo livello.
Per molti questa posizione può essere la realizzazione di un sogno. Ritrovarsi dietro una scrivania, in uno studio al 15esimo piano di un grattacielo al centro di una grande metropoli, con alcuni dipendenti a carico e la gestione di grosse somme di denaro risulta essere infatti uno dei lavori ideali, o più semplicemente il lavoro di una vita.
Ma per Marco Nannini, classe 1978, non è stato così. Anzi dopo più di 10 anni il dipendente modello in piena carriera ha deciso di mollare tutto e girare il mondo in barca a vela!

 

Dalla scrivania al vento in poppa

La storia di Marco Nannini inizia nel 1997 a Londra quando, dopo gli studi superiori, l’allora 19enne italiano decide di trasferirsi per proseguire gli studi in Economia Politica.
La scelta di una città come la capitale inglese non era stata di certo casuale: le possibilità lavorative e di carriera che la metropoli londinese aveva da offrire garantivano a Marco ottime possibilità di realizzazione personale.
E così è stato. Dopo poco tempo il neo laureato Nannini è riuscito infatti a inserirsi in quel mondo fatto di documenti da firmare, completi eleganti e stipendi di primo livello, il tutto con ottime prospettive di carriera.
Nella City inizia quindi la scalata al successo, passando per istituti prestigiosi come l’Unicredit e coprendo posizioni di un certo spessore che lo proiettano sempre più in alto.

Ma ad un certo punto qualcosa si rompe. Si spegne quella scintilla e di colpo Marco inizia a chiedersi se era veramente quella la vita che aveva sempre sognato oppure no. La crisi finanziaria amplifica quella sensazione iniziale, facendo scoprire al giovane italiano il lato buio di quel mondo fatto di ricchezza e successi, ma con alle spalle compromessi e pochezza spirituale.
C’era bisogno di una pausa, di staccare e riordinare i pensieri. Marco decide allora di maturare in un colpo solo tutte le ferie accumulate e nel 2009, spinto dalla grande passione per la vela, effettua la sua prima traversata transatlantica.

Rientrato a Londra, si rimette subito a lavoro convinto di aver ricaricato le batterie. Tuttavia la traversata aveva innescato in Marco qualcosa di più profondo. Aveva fatto capire che in fondo quella dell’impiegato bancario non era la strada da percorrere, ma la vela e soprattutto l’ebrezza del viaggiare rappresentavano il suo futuro.
Nasce così l’idea di girare il mondo in vela, ma per farlo era necessario staccarsi dal passato, da quella posizione lavorativa sicura, ma insoddisfacente. Marco chiede allora la possibilità di un anno sabatico, ma i suoi superiori gliela negano in tronco. L’unico modo per tagliare i ponti era quindi licenziarsi, perdendo di colpo tutte le certezze che un lavoro sicuro poteva offrire. Scelta rischiosa, ma obbligata per inseguire i propri sogni.

Subito dopo aver firmato i documenti che sancivano il suo licenziamento, inizia per Marco il viaggio di una vita nella Global Ocean Race, una famosa regata che prevede il giro del mondo in vela.
A bordo della Financial Crisis (nome scelto appositamente per richiamare ed esorcizzare il vecchio lavoro e la crisi economica) l’ex banchiere effettua il giro del mondo salpando da Palma de Maiorca nel 2011 fino in Inghilterra, dove giunge nel 2012 dopo quasi un anno di regata.

A seguito di questa incredibile esperienza (che gli è valso anche il titolo di velista dell’anno) Marco racconta la sua storia nel libro Dalla banca all’oceano, rientra in Italia e fonda l’associazione Centro Italiano Vela d’Altura a Cecina (LI), con lo scopo di fare della sua passione il suo lavoro e soprattutto ripetere quelle regate che gli hanno permesso di cambiare vita e inseguire i propri sogni.
Perché per quanto possa essere sicuro il nostro lavoro, per quante certezze esso possa offrire, se non percepiamo quella scintilla utile a farci andare avanti si può proseguire solo per inerzia. E una vita così non riuscirà mai a farci sentire realizzati interiormente.

Il sogno della vela di Marco Nannini ultima modifica: 2016-08-21T21:32:30+02:00 da Gabriele Roberti

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