La tecnologia si sa fa enormi passi in avanti. E così che può verificarsi qualcosa che ha dello straordinario. Un’eccellenza tutta italiana che riguarda la sanità. Si perché nella nostra penisola non c’è solo cattiva sanità, spesso tra le prime news dei notiziari. Ma ci sono buone, anzi ottime notizie, che riguardano delle strutture sanitarie di eccellenza. Ed è quella di cui vogliamo raccontarvi: l’uso della stampante 3D in un ospedale e soprattutto per le cure oncologiche.

Un tipico esempio di stampante 3D
Un macchinario per la stampa

Stampante 3D l’esperienza di un ospedale di Bologna

Ciò che è stato sperimentato in un ospedale italiano ha fatto così tanta notizia da essere al centro anche di un servizio della trasmissione televisiva delle “Iene”. Puntata dedicata proprio alla buona sanità italiana. Si tratta dell’esperienza dell’ospedale Rizzoli di Bologna. Una struttura sanitaria che si occupa di ortopedia. Qui non si curano solo i traumi, come ferite agli arti, ma anche tumori. Una nuova tecnica per combattere le patologie oncologiche, attraverso la stampante 3D.

I tumori curati con la stampante che riproduce alcuni arti

La sperimentazione avviata qualche mese fa da un medico, Alessandro Gasbarrini, direttore della Chirurgia vertebrale a indirizzo oncologico e degenerativo del Rizzoli. La sperimentazione si occupa di controllare i soggetti affetti da un tumore, ad esempio quelli alle ossa o alla colonna vertebrale. Vengono allora studiate le parti del corpo colpite dalla patologia. Poi stampata la protesi in carbonio in pratica uguale alla parte dell’osso ammalata. La protesi pronta sarà poi impiantata attraverso un intervento chirurgico. Ad aiutare il medico gli ingegneri che si occupano proprio delle nuove tecnologie. Attraverso le immagini riprodotte dalle analisi diagnostiche delle Tac e risonanza hanno ricostruito la parte ammalata. Questo tipo di sperimentazione è inoltre assicurata dal servizio sanitario nazionale, gratuita quindi per i pazienti.

L'ospedale Rizzoli di Bologna, qui si è usata la stampante 3D
L’ospedale ortopedico Rizzoli di Bologna

L’uso della stampante durante l’emergenza Covid

E se quella sperimentata qualche mese fa al Rizzoli è una delle tante eccellenze italiane che riguardano la sanità, ce ne sono altre che sono diventate rilevanti proprio in questi mesi. In piena emergenza Covid 19 in alcune città italiane ma anche estere sperimentata una nuova tecnica con la stampante 3D. Utilizzata una maschera da snorkeling che aiuta chi va sott’acqua a facilitare la respirazione. Con l’applicazione di una valvola stampata in 3D queste maschere sono state trasformate in maschere respiratorie per l’emergenza e soprattutto nelle terapia sub-intensiva.

Un modello di stampante 3 D
Questo macchinario è stato usato anche in medicina

Ma l’uso di queste stampanti in sanità ha fatto passi da gigante. Sono in molti in tante strutture sanitarie a stampare parti del corpo per poi studiarle e riuscire a curare i propri pazienti. L’esperienza del Rizzoli intanto insegna come si possano compiere passi in avanti significativi anche in Italia e nelle cure per i tumori. Un progetto che sicuramente sarà significativo per la medicina del futuro. L’utilizzo di stampanti 3D per studiare la riproduzione degli organi umani prima di effettuare un intervento è una realtà. Presto probabilmente si arriverà alla creazione di organi completamente artificiali.

Curare i tumori con la stampante 3D, un’eccellenza italiana ultima modifica: 2020-08-13T09:38:13+02:00 da Federica Puglisi

Commenti