Disordinato, sempre di fretta e con i soldi contati, ma anche coraggioso, temerario e con una grande forza di volontà. Lo studente fuori sede è il primo esempio di italiano “migrante”. E non mancano i luoghi comuni su questi impavidi giovani alle prese con le problematiche della vita di tutti i giorni.
1 – Il bagaglio delle conserve
Per noi italiani il cibo è religione. Ma se siamo tutti bravi a mangiare, pochi sono quelli in grado di cucinarsi un pasto decente. Ecco così che il rientro a casa durante le feste diventa anche una sorta di pit-stop di rifornimento. Dai barattoli di marmellata della nonna al formaggio stagionato dello zio Peppe, passando per una teglia di lasagne. Giusto per mangiare qualcosa durante il viaggio.
2 – La telefonata con i genitori
Non esiste cosa peggiore per una madre vedere un figlio andare via di casa. E non esiste cosa peggiore per un figlio legato alla sua famiglia staccarsi da essa. Ecco così, puntuale come il TG delle 20, la telefonata serale dei genitori. E le domande vertono sempre su un solo argomento: il cibo. “Hai pranzato?”, “cosa hai mangiato stasera?”, “hai finito la lasagna?”. Perché, come detto prima, il mangiare è considerata un’attività sacra.
3 – I party
Una delle cose più belle per uno studente è ritrovarsi a condividere un appartamento con altri coetanei. Poter affrontare le numerose difficoltà con altri ragazzi nella nostra stessa situazione è di grande aiuto. Ma soprattutto è molto più semplice organizzare una festa! L’appartamento degli studenti fuori sede è una specie di centro ricreativo attivo 22 ore al giorno. Dalle maratone su Netflix fino alla gara di rutti, alternate da qualche sessione di cucina locale.
4 – Il discount dei discount
Una delle attività più impegnative per uno studente fuori sede è fare la spesa. Risorse economiche limitate unite ad una scarsa preparazione nella ricerca di cibo sono un mix letale. Il giovane studente in poche settimane si gira tutti i discount della città. Trovato quello con il miglior rapporto prezzo=morti premature, lo studente fuori sede lo trasforma in una seconda casa.
5 – Il pigiama dello studente fuori sede
C’è un periodo in cui lo studente fuori sede si ritrova a fare una cosa insolita: studiare. E lo fa in pigiama. Caldo, comodo e pratico. Una seconda pelle. Inoltre non saremo giudicati per eventuali fantasie Disney o di qualche squadra di calcio. È un pigiama!
6 – L’Odissea delle pulizie
I diverbi dovuti su chi deve pulire cosa rendono la politica estera dell’Iran un gioco per bambini. Gli studenti fuori sede passano più tempo a litigare che non a tenere in ordine. E poco importa se quel piatto resta un mese nel lavandino.
7 – Le utenze
Molti appartamenti per studenti includono le utenze nel fitto mensile. Altri invece le contano a parte. Ecco così che inizia la fase risparmio energetico. Complice un portafoglio più vuoto che altro, gli studenti fuori sede utilizzano acqua, luce e gas con il contagocce. Poi arriva il coinquilino che accende il riscaldamento ad aprile e tanti saluti all’economia.
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