Tursi è uno dei borghi gioiello della Basilicata, sito in provincia di Matera. Ben noto agli appassionati di letteratura, essendo il paese natale del poeta Albino Pierro, più volte candidato al Nobel per la Letteratura. Chiunque si cimenti in una gita presso la “città dei sassi”, non può mancare all’appuntamento con le tante bellezze della sua vasta e ricca provincia.
Non solo i Sassi, dunque, ma anche borghi da scoprire. É il caso di Tursi, che offre un primo impatto spettacolare ai suoi visitatori. Un luogo fermo nel tempo, caratterizzato dalle sue tante case realizzate in pietra.
La storia di Tursi
Svariate le culture che si sono alternate in questo territorio. Nei secoli svariati popoli hanno chiamato quest’area casa, dai Saraceni ai Bizantini, fino ai Normanni. Invasioni che ebbero un netto impatto sullo sviluppo della città, così come fecero anche Svevi e Angioini. Volgendo lo sguardo al XVI secolo, si registra il dominio dei Doria, che controllarono il territorio fino alla diffusione di peste e colera, che costrinsero alla cessione ad altre famiglie nobili.
È facile rendersi conto fin da subito di come Tursi sia divisa in differenti Rioni. Ognuno di questi è ben delimitato e vanta delle precise peculiarità. Il più antico, e di conseguenza il più famoso, è senza dubbio il Rione Rabitana. Questo sorge intorno al Castello tra il V e il Vi secolo, con profondi burroni tutt’intorno. Elementi entrati a far parte del paesaggio, che hanno profondamente ispirato Albino Pierro, rappresentando il suo fantastico mondo delle “Jaramme”.
La realizzazione del Castello fu merito dei Goti, che spinsero alla costruzione delle prime case in pietra tutt’intorno, inaugurando di fatto la Rabitana. Di grande importanza fu la posizione strategica del borgo, facile da difendere, il che spinse alla nascita di un centro abitato sempre più importante.
Tursi, Rione Rabitana
Recarsi a Tursi vuol dire, inevitabilmente, andare alla scoperta del Rione Rabitana e innamorarsene. Per raggiungere quest’area occorre percorrere una ripida strada, che si estende sugli affascinanti burroni per più di 200 metri. Un percorso che porta il nome di petrizze, in dialetto. È una sorta di gradinata sorta al posto di un viottolo particolarmente pericoloso, considerando la posizione elevata e i precipizi.
Cosa vedere
Se è vero che il Rione Rabitana rappresenta l’area più affascinante di Tursi, con il suo stile urbanistico arabo-musulmano, ciò non vuol dire che il resto del borgo sia da ignorare. Spazio, dunque, al Rione Cattedrale, che deve il suo nome ala presenta della Cattedrale dell’Annunziata, la cui fondazione risale al 1546. Una chiesa dalle dimensioni imponenti a croce latina.
Interessante una visita al Picciarello, che si estende verso sud a partire dalla collina del Castello. Dell’antica fortezza che fu non resta altro che un insieme di cunicoli sotterranei. Altro Rione importante è quello di San Michele, che vanta l’omonima chiesa in stile romanico ma soprattutto il centro storico di Tursi, dove si trova la casa che fu del poeta Albino Pierro, oggi sede di una biblioteca pubblica. Il Rione più caratteristico è probabilmente Petto, con un gran numero di case addossate che trovano spazio sulla collina, la cui vista conduce verso il basso, fino a raggiungere il Rione Santi Quaranta.
Cosa mangiare e fare
Un borgo del genere non può venir meno quando si parla di enogastronomia. Menù ricchi di specialità povere della cucina lucana. Particolare attenzione alle arance di Tursi, la cui differenza rispetto alle altre tipologie sta nelle dimensioni e nella particolare dolcezza. Da provare l’acquasale, con pane raffermo cotto, cipolla, aglio, prezzemolo e pomodori. Spazio poi al baccalà con peperoni cruschi, i cavatelli con cime di rape, il merluzzo al limone, il gran ragù lucano e la ciaudedda.
L’ascensore panoramico è da provare assolutamente, andando da Piazza San Sebastiano a Pizzo delle Monachelle di Petto. Da visitare il Rione Sant’Anna, sulla sponda sinistra del torrente Pescogrosso. Ogni 20 del mese, qui, si svolge un grande mercato folkloristico tutto da scoprire.
Fonte fotografia in evidenza: Tursi, Basilicata – Fonte: A.mormando CC BY-SA 3.0