L’architettura, la luce, le pietre, i colori di Venezia nel silenzio. “Deserta e splendente durante il giorno, spettrale e colma di fascino la notte. Non ho potuto resistere all’opportunità di riscoprire, sotto questa nuova luce, la mia magica città, che amo profondamente”. Così nella prefazione del suo libro fotografico dedicato a Venezia. Ed è davvero un atto d’amore il volume di Gaby Wagner, veneziana di adozione, che durante il lockdown della scorsa primavera esce di casa alla scoperta di “quella” Venezia.
Un pezzo unico. “Che all’inizio mi dava una grande felicità. Solo dopo ho provato brividi di angoscia per la tragedia economica che avrebbe travolto la città. Ero colpita dal silenzio di quelle ambientazioni surreali. Guardavo la Venezia del presente, pensavo alla Venezia del passato, riflettevo sulla Venezia del futuro che dovrà risollevarsi e ripensarsi come città, uscendo dalla monocultura turistica”.
La Venezia del lockdown fil rouge ideale per un libro fotografico
“Venezia nel silenzio” è il titolo del volume (uscito in italiano e in inglese) che raccoglie una selezione di immagini tra i circa 800 scatti realizzati da Gaby Wagner con la fotocamera del suo cellulare. Da molto tempo Gaby Wagner meditava sulla realizzazione di un libro fotografico, perché ama fotografare, perché in 35 anni ha scattato 25 mila foto nei suoi viaggi in giro per il mondo.
“Ma non riuscivo a trovare quel fil rouge indispensabile per realizzare questo progetto. Poi, ero appena rientrata a Venezia dopo un viaggio all’estero, scoppia la pandemia e arriva il lockdown. Uscivo e osservavo, in questa città completamente deserta e baciata da un tempo meteorologicamente splendido, la fluidità delle luce dell’alba e di quella del tramonto, il buio della notte. Ho capito che quello sarebbe stato il fil rouge giusto”. Il contatto quasi casuale con la casa editrice spagnola Ediciones El Viso – che ha curato importanti pubblicazioni per musei quali il Metropolitan Museum of Art e il Louvre – ha fatto il resto. Gaby Wagner, in perfetta sintonia con l’editore, ha curato tutto il layout del volume.
A casa, il piano nobile di un antico palazzo a San Polo, affacciato sul Canal Grande, “Avevo foto dappertutto, sui tavoli, sui divani, sul pavimento… è stato difficile selezionare quelle che sarebbero entrate nel libro”. Le idee comunque erano chiare e il libro pronto alla velocità della luce. In autunno la presentazione a Parigi, alla Galerie Guillaume. La recensione di Le Monde che pubblica un portfolio con undici fotografie tratte dal libro. E sempre a Parigi in futuro se ne farà anche una mostra. In primavera alcuni di questi scatti erano già usciti su Sette, il settimanale del Corriere della Sera.
Gaby Wagner e il silenzio della città dove ha scelto di vivere
Gaby Wagner vive stabilmente a Venezia dal 2009. Designer del vetro (ha collaborato con Laura de Santillana), fotografa con alle spalle una carriera di modella prima a Parigi poi a Milano, poi nuovamente a Parigi come direttrice di un’agenzia di modelle, nel 1997 affitta col marito un piano di Palazzo Polignac a Venezia, città che frequenta da tempo. Nel 2009, dopo quattro anni di restauro, si trasferisce nel palazzo dove attualmente vive e dalla cui terrazza, la scorsa primavera, si soffermava ad osservare l’incanto dei colori del Canal Grande magicamente deserto. “In quei giorni, mentre giravo per la città silenziosa, accompagnata solo dal suono dei miei passi, mi rendevo conto del grande privilegio che stavo vivendo. Delle emozioni, dei sentimenti contrapposti di gioia e anche di angoscia. Queste foto sono state per me un’esperienza unica e per certi versi sconvolgente”.
Una rapida carrellata ci sofferma sull’infilata dei portici di Palazzo Ducale deserti. Su uno straordinario arcobaleno che, dopo un temporale, abbraccia le due rive del Canal Grande. Uno scatto fissa il riflesso di gondole e palazzi in Bacino Orseolo. Un altro è dedicato ad un mirabile, quasi irreale, effetto specchio del Palazzo dei Camerlenghi sul Canal Grande. Ecco la la Basilica di San Marco in una piazza deserta: è parzialmente illuminata dal sole e sembra quasi ornata da una corona. Nuvole scure sopra la Punta della Dogana e le cupole della Basilica della Salute. Innumerevoli immagini di una Venezia che solo i veneziani in quei giorni hanno avuto modo di vedere. Fra le più emblematiche quelle del Ponte di Rialto deserto. Non di notte ma anche a mezzogiorno. Una città silenziosa, Venezia nel silenzio, tra sogno e realtà.