I veterinari in prima linea per collaborare nella lotta contro il Coronavirus. “La nostra esperienza è molto importante soprattutto da un punto di vista epidemiologico, ma non credo potremo dare un contributo per eseguire i tamponi rapidi”. Questa la prima risposta di Maria Chiara Bovo, segretario regionale del sindacato Veterinari di medicina pubblica del Veneto (Sivemp) dopo la proposta venuta dal governatore del Veneto Luca Zaia di avvalersi del loro contributo per supportare i medici di base nell’esecuzione dei tamponi. Una proposta commentata, e non esclusa, anche dal presidente dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani Carlo Scotti secondo il quale i veterinari sono abituati, seppur su fronti diversi, ad affrontare le pandemie. Una proposta che però avrebbe bisogno, sempre secondo Scotti, di necessarie verifiche e soprattutto di un’adeguata copertura da parte del Ministero della Salute.
Appello di Zaia ai veterinari per aiutare i medici di base
Zaia, ha fatto appello ai 2450 veterinari liberi professionisti e ai 330 dipendenti delle Ulss venete. “Abbiamo deciso di convocare i rappresentanti dei veterinari veneti – ha annunciato – per chiedere anche a loro di fare i test, così come lo abbiamo già chiesto ai medici di base”. Non è la stessa cosa, spiegano però i veterinari, il nostro contributo sarebbe certamente importante anche su questo fronte ma non ci sembra possibile da un punto di vista giuridico.
“Già dall’inizio dell’emergenza Covid – spiega Maria Chiara Bovo del Sivemp Veneto – abbiamo dato disponibilità per partecipare alla definizione delle strategie di contrasto alla pandemia. Le nostre specifiche competenze epidemiologiche, oltre che di trattamento e isolamento dei focolai infettivi, sono fondamentali in questa fase di emergenza e non solo”. I veterinari ricordano di essere stati già in passato il primo baluardo contro l’influenza aviaria, quella suina, la BSE comunemente nota come mucca pazza. Tutte zoonosi, cioè malattie infettive che possono essere trasmesse dagli animali all’uomo. Proprio come il Coronavirus. La loro azione di sorveglianza sulle malattie animali, di prevenzione e di tutela della salute pubblica, viene effettuata costantemente da molti anni. L’esperienza e le capacità ci sono, è indubitabile. “Però – aggiungono i veterinari – possiamo dare disponibilità sulle nostre competenze, non su quelle dei medici che hanno un’abilitazione diversa”.
Zooprofilattico già impegnato a processare i tamponi e sequenziare il virus
In questa fase di emergenza, inoltre, il ruolo attivo dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) si è tradotto nel processamento dei tamponi, fino a 700 al giorno. E nel sequenziamento dell’intero genoma del virus SARS-CoV-2 responsabile di casi di COVID-19 in Veneto. Senza dimenticare il contact tracing per il tracciamento dei casi svolto anche con il supporto dei veterinari. Durante il lockdown della scorsa primavera non è mai mancato il loro impegno quotidiano sulla filiera agroalimentare e sulla salubrità degli alimenti, dall’allevamento alla tavola. Un ruolo attivo, quindi, seppur su fronti diversi.
Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha annunciato un incontro congiunto che al momento però non è ancora stato fissato. “Noi ci siamo – dicono i veterinari – anche se spesso il nostro ruolo non è di prima fila in termini di visibilità è comunque fondamentale, ferme restando le nostre specifiche competenze”.