Non solo Costa Smeralda, mare e calette: la Sardegna cela tesori straordinari. Basta allontanarsi dalle rotte turistiche, e dalle mete più battute, per addentrarsi nella sua natura. E per scoprire così tracce del passato, come l’imponente Tempio di Antas.

Tempio di Antas, storia e architettura

Poco lontano da Fluminimaggiore, laddove i cartaginesi e i romani si fermarono, attratti dai giacimenti di ferro e di piombo, il Tempio di Antas è un tempio punico-romano dedicato al dio Sardus Pater. O meglio: è la sua ricostruzione. Il tempio così come lo vediamo oggi è infatti ricostruito in pietra arenaria locale nel 1970, al di sopra del basamento originale e provando ad immaginare come quella struttura un tempo fosse. I resti del vecchio tempo punico, tuttavia, esistono. Li si trova sotto la gradinata che conduce al tempio romano, e sono davvero suggestivi se si pensa che l’edificio è stato completato alla fine del V secolo a.C.

Tempio di Antas - Antistanti le gradinate del tempio romano vi sono i resti del precedente tempio punico, dedicato al dio punico Sid Addir.
Antistanti le gradinate del tempio romano vi sono i resti del precedente tempio punico, dedicato al dio punico Sid Addir – foto tratta da Wikipedia (credit Watachdog75 – CC BY-SA 3.0)

Il tempio romano, invece, fu edificato da Augusto intorno al 38 a.C. e poi ristrutturato da Caracalla. Lo scoprì nel 1838 il generale Alberto La Marmora, ma solo nel 1967 cominciarono i lavori di ricostruzione che hanno donato al tempio l’aspetto che vediamo. Le sue colonne, sei, sono alte otto metri e sormontate da capitelli ionici. Un mosaico disegna il pavimento della cella centrale, a cui si poteva accedere solo dai lati. L’adyton, la zona sacra del tempio, ospita invece due grandi recipienti quadrati utilizzati per purificarsi. Il tutto, in una struttura lunga 20 metri che lascia intuire la bellezza d’un tempo.

Un’area archeologica da scoprire

Non c’è solamente il Tempio di Antas, in quest’insolito angolo di Sardegna. Ci sono i resti d’un villaggio nuragico costruito tra il 1200 e il 900 a.C. e c’è una necropoli nuragica scoperta negli anni Ottanta. E poi le cave romane, e un sentiero che conduce sino ad una grotta in cui – secondo gli esperti – veniva praticato il rito dell’acqua.

Tempio di Antas - Il villaggio nuragico
Il villaggio nuragico – foto tratta da Wikipedia (credit trolvag – CC BY-SA 3.0)

La necropoli, con le sue tre tombe profonde tra i 35 e i 68 cm, si pensa risalga alla prima età del ferro: la tipologia di pozzetti funerari ricorda quella dei Monti Prama, vicino Cabras, ed è una rarità nella regione. Il villaggio nuragico, invece, risale al 1200 a.C. Ma nessuno lo ha mai scavato in profondità. È un luogo decisamente da esplorare, il Tempio di Antas. Un’idea per un pomeriggio diverso, lontano dalle spiagge e ricco di storia. In venti minuti di cammino, lungo quel sentiero nuragico che è oggi una stradina, si arriva a su Mannau (secondo il Touring Club, una delle dieci grotte più belle d’Italia). Così, il tuffo nel passato è completo. E la magia inenarrabile.

Foto in evidenza tratta da Wikipedia (credits Beckstets – CC BY-SA 3.0)

Visita al Tempio di Antas, per scoprire una Sardegna inedita ultima modifica: 2021-08-24T12:30:00+02:00 da Laura Alberti

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