Perché l’INPS dovrebbe chiedere fino ad un anno di pensione indietro ai lavoratori? La domanda sorge spontanea e mette pure ansia nei confronti di chi la pensione la prende. Eppure questo triste presagio può non essere una cosa così strana. Perché ci sono dei vincoli che alcuni pensionati non sanno di dover rispettare.
Anche l’Ape sociale non si può arrotondare
Addio pensione e soldi da restituire all’INPS sia sull’Ape sociale che sulla quota 103. Infatti nel 2024 per entrambe le misure c’è il vincolo del divieto di cumulo tra redditi da pensione e redditi da lavoro. Cosa significa in termini pratici? Che il contribuente che prende la pensione di quota 103 a partire dai 62 anni o dell’Ape sociale a partire dai 63 anni e 5 mesi di età, non deve assolutamente lavorare. L’unica eccezione, cioè l’unica attività ammessa è il lavoro autonomo occasionale. E fino a massimo 5.000 euro per anno. La novità del 2024 è questo vincolo esteso anche all’Ape sociale. Perché fino al 2023 tale limitazione riguardava solo le misure per quotisti.
Ecco chi deve dire addio pensione e soldi da restituire all’INPS
Il pensionato che viene trovato a lavorare, subirà immediatamente la sospensione della pensione. Ma non solo. Perché ci sono anche da restituire le mensilità arretrate a partire da quella del mese di gennaio dell’anno in cui il pensionato ha commesso quello che si può considerare un grossolano “errore”. Infatti non dipende nemmeno da ciò che il pensionato ha preso come reddito dall’attività di lavoro non cumulabile. Infatti bastano anche poche centinaia di euro da una attività lavorativa diversa da quella autonoma occasionale e tutto si materializza.
Addio pensione e soldi da restituire all’INPS, ecco perché c’è chi rischia
Quindi, attenzione a scegliere di continuare a lavorare dopo aver percepito la pensione con una delle due misure. Non solo si corre il rischio di perdere il trattamento, perché viene immediatamente sospeso. Ma si corre il rischio di dover restituire anche soldi indietro all’INPS.
