Arriva a cavallo di una scopa sfrecciando nel cielo in una notte d’inverno. Fa tappa in ogni casa per lasciare una calza colma di dolci o carbone. Un personaggio molto amato dai bambini nonostante il grottesco aspetto da vecchia strega. Se ancora non lo avete capito, stiamo parlando della Befana. E allora mettiamoci a cavalcioni della sua scopa e proviamo con lei a farci guidare in un percorso alla scoperta della sua storia.

In un tempo lontano

Il 6 gennaio rappresenta ormai per tutti la festa dedicata alla Befana. Ma ne siamo proprio sicuri? Se infatti in occasione al Natale abbiamo preparato il presepe, è proprio in questa giornata che ci ricordiamo di avvicinare le statuette dei tre Re Magi alla culla del Bambino. E allora, cosa c’entra la venuta dei Magi con la Befana? Le tradizioni, si sa, “arrivano sempre da lontano” e finiscono col fondersi una nell’altra. Così è anche per la notte del 6 gennaio.

Befana. Magi in viaggio

Salendo a bordo della scopa guidata dalla vecchia Befana possiamo fare un viaggio a ritroso nel tempo per scoprirne di più sull’origine di queste tradizioni. Prima tappa del nostro percorso è nel Medioevo. Siamo nel XII secolo quando incontriamo una leggenda che racconta di un aneddoto legato ai Magi. Intenti a cercare la culla di Betlemme i tre Re avrebbero bussato alla porta di un’anziana signora per chiedere informazioni circa la strada. La donna titubante non seppe dare una chiara risposta, così che i Magi la invitarono ad accompagnarli in questa Sacra avventura. La vecchia rifiutò ma subito se ne pentì e per questo si mise sulle loro tracce senza però riuscire a trovarli. Durante il suo cammino l’anziana signora si fermava in tutte le case dove ci fosse un bambino, sperando si trattasse del piccolo Gesù. In cambio della fugace visita lasciava in dono dolcetti che lei stessa aveva preparato con le sue mani. Nasce così nell’immaginario collettivo la Befana.

La calza e il vestito

I negozi oggi sono invasi, già con un certo anticipo, dalle colorate calze della Befana. Eppure: “La befana vien di notte con le scarpe tutte rotte…”. Così recitano i primi versi della celebre filastrocca. Non calze ma scarpe. Un tempo messe fuori dall’uscio come ricambio offerto alla Befana che per l’appunto viaggiava spesso con “scarpe tutte rotte” a causa del lungo vagabondare. Nel tempo poi alle scarpe si affiancarono i lunghi calzettoni, parte integrante del vestito della Befana. Da riempire di dolci se i bambini sono stati buoni o viceversa di carbone, alcuni tratti della sua storia trovano similitudini con la festa di Santa Lucia e di San Nicola. Calze a parte, la Befana non ha certamente una mise invidiabile! Lunghi gonnelloni rattoppati per ripararsi dal freddo sopra i quali fa capolino un grembiule, forse a ricordare il suo dilettarsi nella preparazione di dolci trasportati in sacche o gerle. Sulle spalle uno scialle e in testa un fazzolettone. Infine la scopa. La Befana la cavalca al contrario, ovvero con le ramaglie in saggina davanti a sé.

Befana o strega?

Le rappresentazioni più moderne della Befana la ritraggono spesso più simile ad una strega. Così è in molte pubblicità dove compaiono cappelli a punta, mantelli, stivali e scope cavalcate con setole al seguito. Abbiamo già capito che questa nuova immagine della Befana non ha niente a che fare con l’originale abito. Da dove nasce allora questa confusione? Va detto che la Befana non ha nulla di religioso. Compare infatti, ben prima del Medioevo, una figura che in epoca pagana era protagonista di quei riti propiziatori legati all’agricoltura. Da nord a sud l’Italia credeva che durante le dodici notti successive al solstizio d’inverno, delle figure femminili volassero sui campi per favorirne la fertilità.

Befana scopa volante

Con il Cristianesimo l’immagine di una donna che vola a bordo di una scopa fu subito associata a un atto di stregoneria e quindi condannato. Solo in un momento più maturo, il Cattolicesimo accettò questa antica tradizione associandola, nel XII secolo, alla leggenda dei Magi. La Befana non è certo una modella e infatti tra naso e mento le sue sembianze sono simili proprio a quelle di una vecchia strega. Questo perché il suo aspetto anziano e un pò bruttino rappresentava la raffigurazione dell’anno passato che porta con sé tutte le sue pene. Per questo motivo in alcune zone d’Italia il fantoccio della Befana viene bruciato, come figura sacrificale così intesa dalla religione. Da qui deriva il motivo del carbone quale rimasuglio delle ceneri del falò.

La befana. Storia di una strega dei campi ultima modifica: 2019-01-04T09:00:09+01:00 da Sabrina Cernuschi

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